CASTELLO, Dario
Compositore, nato nella seconda metà del sec. XVI a Venezia, dove svolse gran parte della sua attività artistica e dove probabilmente morì nella prima metà del sec. XVII. Poco si conosce sulla sua vita: fu anche eccellente violinista e – sembra – fratello di un Francesco Castello, morto a Dresda nel 1631, compositore e virtuoso di violino. Nel frontespizio del I libro delle sue sonate (Venezia 1629) veniva definito “Capo di Compagnia de Musichi d’Instrumenti da fiato in Venetia”, mentre nel II libro di sonate si legge: “Musico della Serenissima Signoria di Venetia In S. Marco, & Capo di Compagnia de Instrumentisti”.
Del C. si conoscono soltanto le seguenti opere: Sonate concertate in stilo moderno a 2 & 3 voci. Libro Primo (Venezia, Gardano 1621); Sonate concertate in stil Moderno, Per Sonar nel Organo, overo Spineta con diversi Instrumenti. A 2. & 3. Voci. Con Basso Continuo. Libro Primo... di Dario Castello Venetiano... (In Venetia, appresso Bartholomeo Magni, 1629). Questa raccolta, che è una ristampa rielaborata di quella del 1621, comprende dodici sonate per iseguentistrumenti: tre sonate “A Doi Soprani”; due “A Doi Soprani è Trombon overo Violeta”; due “A Doi Soprani & Fagotto”; due “A 3 Doi Violini è Fagotto”; una “A 3 Doi Violini & Trombone overo Violeta”. A pag. 3 si trova un avvertimento indirizzato “A Li Benigni Lettori”, in cui si legge: “M’è parso, per dar satisfatione à quelli che si deletterano di sonar queste mie sonate, avisarli che se bene nella prima vista li pareranno difficili; tuttavia non si perdino d’animo nel sonarle più d’una volta: per che faranno prattica in esse & all’hora esse si renderano facilissime: perche niuna cosa è difficile a quello che si diletta: dichiarandomi non haver potuto componer le più facile per osservar il stil moderno, hora osservato da tutti”. Questa raccolta venne ristampata, nel 1658, a Venezia “appresso Francesco Magni” e ad Anversa “presso i Heredi di Petro Phalesio”. Inoltre: Sonate Concertate in stil Moderno Per Sonar nel Organo overo Clavicembalo con diversi Instrumenti. A 1.2.3., & 4. Voci. Libro Secondo..., Di Dario Castello..., In Venetia, Appresso Bartolomeo Magni, 1629. Dedicata “Alla S. Maestà di Ferdinando II. Imperatore”, in data 15 sett. 1627, questa raccolta contiene diciassette sonate (due “per Soprano solo”; due “per 2 Soprani”; due “per Soprano e Trombon overo Violete”; due “per Soprano e Fagotto overo Viola”; due “per 2 Soprani e Fagotto overo Viola”; due “per 2 Soprani e Trombon overo Viola”; due “per 2 Soprani e 2 Tromboni overo Violete”; due “per 4 Stromenti d’Arco”; e l’ultima “In Ecco per 2 Cornetti e 2 Violini”). Altre ristampe di quest’opera si ebbero successivamente nel 1644 a Venezia “appresso Bartolomeo Magni” e nel 1656 ad Anversa “presso i Heredi di Petro Plialesio”. Al C. viene attribuito infine un mottetto (Exultate Deo, a una voce con basso continuo), che si trova nella raccolta intitolata Ghirlanda Sacra scielta da diversi eccellentissimi Compositori de varij Motetti à Voce sola. Libro primo Opera Seconda per Leonardo Simonetti Musica nella Capella del Ser.mo Principe di Venetia in S. Marco (Venezia, Gardano, 1625, ristampata sempre a Venezia nel 1636).
Il C. occupa un posto preminente nel quadro della musica strumentale italiana dei primi decenni dei sec. XVII e, in particolare, della scuola veneziana fiorita con e attorno al Monteverdi: come scriveva il Moser (I, p. 71) “von den Violinisten aus den Kreis uni Monteverdi hat zweifellos sein venezianischer Konzertmeister Dario Castello die geschmeidigste Technik und die hervorragendste Darstellungsgabe besessen”. Come si può dedurre dai titoli delle poche sue pubblicazioni, il C. si dedicò quasi esclusivamente alla sonata per più strumenti: a quella forma puramente strumentale, strutturata in più movimenti contrastanti (per stile, metro e tempo: la tonalità, infatti, rimaneva in genere la stessa nell’ambito della stessa sonata, anche se cambiava nelle diverse sonate che costituivano una raccolta) che per tutto il Seicento e fino alla fine dell’età barocca (1750 circa) venne acquistando una sempre maggiore importanza – per quantità e qualità di edizioni – e caratteri sempre più definiti, seppur ancora molto lontani da quelli della sonata classica.
Il C. fu il primo compositore a raggruppare insieme, in un’unica raccolta, composizioni strumentali indicate come “sonate concertate”; (fino a quel momento, infatti, e anche in seguito le sonate erano incluse in raccolte che comprendevano composizioni strumentali molto diverse almeno nel titolo, se non nello stile: ricordiamo ad esempio l’op. 8 di Biagio Marini Sonate, symphonie, canzoni, pass’emezzi, baletti, corenti, gagliarde, & retornelli, a 1.2.3.4.5. & 6. voci, per ogni sorte d’instrumenti... (Venezia 1629). Fu inoltre uno dei primi che, sin dal titolo delle sue opere, rivelò chiaramente la consapevolezza che lo “stile moderno” consisteva nello “stile concertante”, nel dialogare cioè tra loro di diverse parti strumentali.
Nelle sonate del C., caratterizzate generalmente da una notevole maestria inventiva, è da notare inoltre l’abilità del compositore nello scegliere gli strumenti più diversi (che vengono specificamente indicati all’inizio di ogni sonata) per ottenere particolari effetti di contrasto e impasto timbrico; la sua capacità – dovuta alla intensa pratica come violinista – di sfruttare le possibilità espressive del violino e le qualità tecniche e virtuosistiche di strumenti come il trombone o il fagotto che, a volte, interrompono con brevi passaggi solistici l’intreccio dialogato di tutti gli altri strumenti; infine, la menzione specifica che il C. fece – tra i primi del suo tempo – di strumenti a tastiera come il clavicembalo o la spinetta, come alternativi all’organo per la realizzazione del basso continuo.
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