Hammett, Dashiell (propr. Samuel Dashiell)
Scrittore e sceneggiatore statunitense, nato a St. Mary's County (Maryland) il 27 maggio 1894 e morto a New York il 10 gennaio 1961. Considerato il padre indiscusso dell'hard boiled, H. fu legato al mondo del cinema più per le trasposizioni sullo schermo dei suoi romanzi che per la sua attività di sceneggiatore. I personaggi delle sue storie, dal detective privato Sam Spade all'investigatore miliardario Nick Charles, costituirono dei fondamentali prototipi per tutto il cinema mystery e noir statunitense. L'adattamento di un lavoro teatrale di Lillian Hellman, Watch on the Rhine (1943; Quando il giorno verrà) di Herman Shumlin, gli valse comunque la nomination all'Oscar nel 1944.
Trasferitosi con la famiglia a Baltimora, studiò al Polytechnic Institute che abbandonò ben presto, iniziando a svolgere lavori diversi prima di impiegarsi come detective nell'agenzia investigativa Pinkerton: da quest'esperienza trasse gran parte degli spunti per i suoi racconti polizieschi. Nel 1921 si trasferì a San Francisco insieme alla moglie, dopo essere stato più volte ricoverato in ospedale a causa della tubercolosi, malattia che condizionò notevolmente la sua vita e che aveva contratto durante la Prima guerra mondiale, nel periodo in cui aveva prestato servizio presso gli American Medical Corps. Dal 1923 cominciò a pubblicare racconti, firmati con lo pseudonimo di Peter Collinson, sulla rivista di crime fiction "Black Mask"; iniziò così la saga di Continental Op, l'anonimo investigatore protagonista di storie con le quali H. rinnovò in senso 'realistico' il genere poliziesco, calandolo nei bassifondi e negli ambienti della malavita, in un mondo corrotto popolato da figure femminili avide e fatali. La serie, di cui solo in seguito venne realizzata una versione radiofonica intitolata The fat man, nel 1951 ispirò anche il film omonimo, diretto da William Castle.
La fama letteraria di H. si accrebbe e con il successo arrivarono la vita mondana e l'abitudine all'alcol: in breve lasciò moglie e figlie e si stabilì a New York. Tra il 1927 e il 1931, oltre a numerosi racconti, scrisse quattro dei suoi cinque romanzi, pubblicati prima a puntate su "Black Mask", poi integralmente dall'editore Knopf. Di questi, solo The dain curse (1929; trad. it. 1940) non diventò un film, ma nel 1978 ne fu ricavata una miniserie televisiva diretta da E.W. Swackhamer. Il romanzo Red harvest (1929; trad. it. Piombo e sangue, 1954) fu portato sullo schermo nel 1930 con il titolo Roadhouse nights, per la regia di Hobart Henley e con sceneggiatura di Ben Hecht e Garrett Fort, e ispirò poi film come Yōjinbo (1961; La sfida del samurai) di Kurosawa Akira, Miller's crossing (1990; Crocevia della morte) di Joel Coen e Last man standing (1996; Ancora vivo) di Walter Hill.
Fu il successo letterario di The Maltese falcon (1930; trad. it. 1953) e poi di The glass key (1931; trad. it. 1937) ad aprirgli le porte del cinema. H. si trasferì infatti a Hollywood ma, a parte la vendita dei diritti, l'unico suo apporto originale al cinema fu l'ideazione della storia di un uomo coinvolto per amore nel racket della birra. Il film, intitolato City streets (1931; Le vie della città) e prodotto dalla Paramount, venne poi totalmente riscritto (da Oliver H.P. Garrett e Max Marcin) e diventò, sotto la regia di Rouben Mamoulian, un interessante melodramma interpretato da Gary Cooper e Sylvia Sidney.
La vicenda del detective Sam Spade, eroe taciturno, cinico e spietato anche con la donna che lo ha assoldato, fu trasposta per la prima volta sul grande schermo nel 1931, grazie alla Warner Bros.: The Maltese falcon (noto anche con il titolo Dangerous female) venne diretto da Roy Del Ruth, con un affascinante, anche se poco plausibile, Ricardo Cortez nella parte del protagonista. La successiva versione, la più alterata rispetto all'originale, fu una commedia vivace, Satan met a lady (1936), diretta da William Dieterle e interpretata da Warren William e Bette Davis. Mentre la terza, The Maltese falcon (1941; Il mistero del falco), sceneggiata e diretta da John Huston, ebbe come protagonista Humphrey Bogart, che realizzò l'incarnazione più fedele di Sam Spade prototipo del detective hammettiano, interpretando perfettamente la visione di un mondo senza Dio dominato dal caso e dalla violenza, in cui anche la figura dell'investigatore si rivela senza certezze e punti di riferimento.
Con il romanzo The glass key, invece, H. cercò di descrivere personaggi animati da sentimenti positivi come la lealtà e l'amore, allontanandosi lievemente dal suo universo senza speranza: delle due omonime versioni cinematografiche (la prima fu girata nel 1935 da Frank Tuttle) va ricordata soprattutto la seconda del 1942, La chiave di vetro, più centrata sulla corruzione politica, tema caro a H., e realizzata da Stuart Heisler, che contribuì soprattutto a valorizzare la coppia Alan Ladd-Veronica Lake, all'epoca molto in voga.
A Hollywood H. aveva conosciuto Lillian Hellman, scrittrice e commediografa, con la quale visse un'intensa relazione sentimentale e professionale (sulle loro vicende personali è in parte incentrato il film Julia, 1977, Giulia, di Fred Zinnemann, in cui Jason Robards interpreta la parte di H.). Quando la Hellmann divorziò dal marito, H. la seguì a New York, dove riprese a lavorare al suo ultimo romanzo The thin man (1934; trad. it. 1953), in parte ispirato alle loro figure: protagonista è infatti il detective, di origine greca, Nick Charles, alto, magro, intelligente, galante e descritto perennemente con il bicchiere in mano, al quale lo scrittore volle affiancare la spregiudicata moglie Nora. Dal libro fu subito tratto un film, The thin man (1934; L'uomo ombra), diretto da W.S. Van Dyke e sceneggiato da Frances Goodrich e Albert Hackett, che trasformarono il soggetto in una commedia sofisticata di grande successo grazie anche a William Powell e Myrna Loy, i due eleganti e ideali interpreti. Richiamato a Hollywood dalla Metro Goldwyn Mayer per scrivere gli altri episodi della serie (in tutto furono sei), H. ne firmò solo due, ma guadagnò notevolmente dalla vendita dei diritti sia cinematografici sia radiofonici. In seguito curò solo i dialoghi per una serie a fumetti disegnata da Alex Raymond, Secret Agent X-9, trasformata nel 1945 in un film diretto da Lewis D. Collins e Ray Taylor.Tornato a New York alla fine della Seconda guerra mondiale (durante la quale, con il grado di sergente, aveva ideato e curato un giornale da campo in Alaska, "The Adakian"), ormai duramente segnato dai conflitti sentimentali con la Hellman, dall'alcol e dalla malattia, H. non fu neppure in grado di onorare l'invito di William Wyler che gli aveva chiesto di scrivere una sceneggiatura. Intensificò invece il suo impegno politico (iniziato negli anni Trenta) divenendo presidente del Civil Rights Congress di New York, e nel 1951 venne convocato dalla Corte Suprema di New York per dare informazioni sui finanziatori di questa organizzazione che si occupava di raccogliere fondi per le cauzioni degli attivisti politici di sinistra. Rifiutatosi di fare i nomi, venne condannato per oltraggio alla Corte a sei mesi di carcere. Anche quando nel 1953 venne convocato dall'HUAC (House Un-American Activities Commettee), presieduta dal senatore McCarthy, H. si rifiutò di collaborare e il suo nome venne inserito nella black list. Da allora ebbero inizio i suoi problemi finanziari in quanto il fisco si accanì costantemente contro di lui.
Va ricordato che, da un romanzo di Joe Gores, Wim Wenders ha realizzato Hammett (1982; Hammett ‒ Indagine a Chinatown), un interessante omaggio alle atmosfere hard boiled degli anni Trenta, dove il regista tedesco immagina che il personaggio dello scrittore, interpretato da Frederic Forrest, venga coinvolto da un suo ex collega dell'agenzia Pinkerton nella risoluzione di un tipico caso dei racconti di Hammett.
R. Borde, É. Chaumeton, Panorama du film noir américain (1941-1953), Paris 1955.
J.G. Cawelti, Adventure, mystery, and romance, Chicago-Londra 1976.
F. Guérif, Le film noir américain, Paris 1979.
R. Layman, Shadow man: the life of Dashiell Hammett, New York 1981.
W.F. Nolan, Hammett: a life at the edge, New York 1983.
J. Tuska, In manors and alleys: a casebook on the American detective film, New York 1988.
I colori del nero. Cinema, letteratura, noir, a cura di M. Fabbri, E. Resegotti, Milano 1989.