DASKYLION (Δασκύλιον; Δασκύλειον)
Dei varî centri di Asia Minore che, secondo Stefano di Bisanzio (s. v.), portavano questo nome, solo uno è sufficientemente noto dalle fonti (Strabo, xii, 575; Pomp. Mela, i, 99; Plin., Nat. hist., v, 143; Xenoph., Hell., i, 15). Centro presso l'Ellesponto, avrebbe avuto (Strabo, xii, 582) una occupazione "eolica" subito dopo la guerra di Troia.
La sua collocazione presso un lago (Δασκυλῖτις Λίμνη) avrebbe favorito, durante il dominio persiano, lo stabilirsi della residenza del Satrapo della Frigia minore o di D., con un palazzo e fortezza e un paràdeisos, o parco di caccia, di cui Senofonte (Hell., iv, i, 15) ci conserva una vivace e precisa descrizione. Si ricordano soprattutto i nomi dei Satrapi Mitrobate e Farnabazo. E si ricorda D. nella lega delio-attica, con un tributo annuo di 500 dracme; ma forse si tratta di un centro omonimo da identificarsi forse in quel Eskel Liman, ad E delle foci del Rhyndakos, sul Mar di Marmara, dove, per molti anni, si collocava anche la sede della Satrapia. Ma questa, per felice intuizione del Bittel e per una serie di scoperte dell'Akurgal, va collocata ora ad Hisar Tepe, sulla sponda sud-orientale del lago Manyas e ad O del centro moderno di Ergili. Qui, già parecchi anni fa, erano stati trovati rilievi greco-persiani: un fregio di donne cavalcanti del 400 a. C. circa, che va messo forse in rapporto col palazzo di Farnabazo. Ma lo sviluppo del centro comincia già a profilarsi su un piano storico dopo i primi scavi. Esplorazioni di superficie danno un quadro della preistoria dell'area con una ceramica del Bronzo che è comune a quella dell'angolo SE del continente europeo, in particolare della Tracia. È anche probabile che, prima dell'arrivo dei Greci, la zona fosse occupata da una popolazione traco-frigia, documentabile da notizie di Strabone (xiii, 530) oltre che dalla presenza di ceramica tipo Troia VII b2. La ceramica subgeometrica, protocorinzia e orientalizzante testimonia l'insediamento dei coloni ionici fin dagli inizî del VII sec.: il dato è importante per i riflessi sulla datazione della vicina colonia milesia di Cizico. Il circuito delle mura presenta due fasi: una tardo arcaica, forse del satrapo Mitrobate, ed una ellenistica. Sulle pendici meridionali della collina, sotto ad una costruzione a mègaron del II sec. a. C., furono raccolte circa 300 cretule achemènidi con leggende in aramaico, uno dei reperti più importanti del genere, probabilmente in rapporto con gli archivi della Satrapia. Della pianta del palazzo, ancora nulla; ma un muro di contenimento di periodo ellenistico reimpiega elementi architettonici di un edificio ionico, databile, per le modanature, alla fine del V sec. e, forse, da mettere in rapporto con il celebre palazzo di Farnabazo. Altri documenti del periodo della Satrapia sono dati da varî frammenti di rilievi greco-persiani, recuperati nella zona. La maggior parte dei reperti è tuttavia decisamente greca: una prova che accanto alla minoranza delle truppe di occupazione persiane viveva una notevole comunità greca.
Bibl.: Ruge, in Pauly-Wissowa, IV, 1901, c. 2219 ss., s. v. Daskjleion, n. 5; R. Kiepert, in Klio, 5, 1905, p. 241 ss.; J. A. R. Munro, in Journ. Hell. Stud., XXXII, 1912, p. 57 ss.; B. D. Meritt, H. T. Wade Gerry, M. F. McGregor, Athenian Tribute Lists, Princeton I, 1950, pp. 258 ss.; 479 ss.; K. Bittel, in Arch. Anz., 1953, cc. 1-16; E. Akurgal, in Anatolia, I, 1956, p. 20 ss.; K. Balkan, IV, 1959, p. 123 ss. (cretule); E. Akurgal, Die Kunst Anatoliens, Berlino 1961, VIII, p. 171 ss.; K. Bittel, in Arch. Anz., 1966, c. 544 ss.; M. J. Mellink, in Am. Journ. Arch., LXIX, 1965, p. 148; Dupont-Sommer, in Comptes Rendus Ac. Inscr., 1966, p. 44 s. Per i vecchi ritrovamenti cfr. Bull. Corr. Hell., XXXVII, 1913, pp. 3-21; G. Mendel, Musées Impériaux Ottomans, Catalogues des Sculptures, III, n. 1355, p. 564 ss.; G. Rodenwaldt, Griech. Reliefs in Lykien, Berlino 1933, p. 16; I. Kleemann, Der Satrapensarkophag aus Sidon, Berlino 1958, p. 174, n. 3.