DAUGAVPILS ("castello della Daugava"; ted. Dünaburg; russo Dvinsk; A. T., 58)
Capoluogo della provincia lettone di Latgalia e terza città dello stato per numero di abitanti. Sorge sulla riva destra della Daugava (v.), là dove questa, facendo gomito da E. verso NO., si allarga nel lago Ciun. Al fiume, che continua navigabile entroterra per oltre 300 km., si offre qui larga com0dità di approdi. L'altitudine è di 105 m. s. m., il paesaggio intorno è pianeggiante, con un'agricoltura abbastanza florida (patate, orzo, avena, lino).
Gli abitanti, nel 1930, erano 43.226. La maggioranza della popolazione è lettone, ma con forti minoranze russe, germaniche ed ebraiche. Occupazioni prevalenti sono quelle connesse con il traffico del lino, della canapa, del legname e con la navigazione fluviale; non mancano le industrie, particolarmente del legno. L'importanza commerciale ha fatto di Daugavpils un nodo ferroviario, di cui la città si è grandemente avvantaggiata: s'incontrano qui le due linee internazionali Leningrado-Varsavia e Riga-Orel; inoltre se ne distacca una per Panevėžys e Siauliai (Lituania).
Storia. - L'attuale D. fu fondata, col nome di Dünaburg - probabilmente in vicinanza di un preesistente centro - nel 1278, dal Gran Maestro dell'Ordine teutonico Ernst Rassburg, il quale ne fece una delle più importanti piazzeforti verso l'Oriente letto-slavo. La Polonia, dopo la conquista, vi pose la sede di uno starosta. Nel 1577 cadeva in potere dello zar Ivan il terribile, ma la ripresa offensiva del re Stefano Bathory la riuniva alla Polonia, la quale ne rinnovava le fortificazioni (1582). Ripresa ancora dai Russi nel 1656, poco appresso di nuovo tornava ai Polacchi. Dopo lo smembramento della Polonia nel 1772, cinta di forti e munita di una testa di ponte sulla sinistra della Daugava, divenne uno dei capisaldi della difesa dell'Impero russo. Presa nel 1812 dai Francesi, le sue fortificazioni furono rase al suolo. Raggiunta dall'avanzata germanica sin dall'inverno del 1915-16, resistette sino al 18 febbraio del 1918.