DAUNÎ (Δαύνοι, Daunii)
Con questo nome i Greci designavano gli abitanti della Puglia settentrionale, fra l'Ofanto e il Fortore. Il loro eponimo era Dauno, che la leggenda diceva figlio dell'Arcade Licaone, venuto in Italia insieme con i fratelli Iapige e Peucezio. Messi da parte gli elementi mitici, resta accertato, anche dai risultati delle ricerche archeologiche, che gli Iapigi, dei quali i Daunî erano una frazione, e i Messapî e i Peucezî le altre due, dovettero venire in Italia dalla sponda illirica dell'Adriatico. Altre leggende ponevano i Daunî in rapporto con Diomede, che, andando errante dopo la caduta di Troia, sarebbe stato ospite di Dauno, e avrebbe fondato Arpi e altre delle maggiori città della regione. Il paese dei Daunî, piano e povero d'acqua, produceva soprattutto grano, ed era rinomato per la lana delle sue greggi. Centri principali di esso, oltre Arpi, erano Salapia, Herdonia, Gerunium, Luceria, Teanum Apulum, Canusium, la quale ultima però si trovava a sud dell'Ofanto. Presso i Romani il nome di Daunî rimane quasi esclusivamente come termine poetico o ricordo storico, mentre nell'uso comune lo sostituì quello più comprensivo di Apuli.
Bibl.: H. Nissen, Italische Landeskunde, I, Berlino 1883, p. 541; G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 164 segg.; G. Giannelli, Culti e miti della Magna Grecia, Firenze 1924, p. 52 segg.; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, I, Milano 1924, p. 400 segg.