davanti (davante)
Ricorrono in D. tutte e due le forme, con leggera prevalenza della prima (17 occorrenze contro 13), e soltanto in poesia, non essendovi alcun esempio nella prosa della Vita Nuova o del Convivio; è molto frequente la collocazione in fine di verso, soprattutto ‛ davante ' che una sola volta (Fiore CXX 7) è interno.
Con valore locale, ha funzione di avverbio e di preposizione, indicando sempre posizione anteriore rispetto a persona o cosa, in dipendenza da verbi di stato o di movimento: vedea... / li angeli che tornavan suso in cielo, / e una nuvoletta avean davanti (Vn XXIII 25 60); i' 'l vedea come 'l sol fosse davante (Pg I 39); al mio cupido ingegno, / che già nuove questioni avea davante (Pd V 90), aveva nuove domande da proporre. In funzione prepositiva, si accompagna con la preposizione ‛ a ': Ballata, i' voi che tu ritrovi Amore, / e con lui vade a madonna davante (Vn XII 10 2); io che m'appello umile sonetto, / davanti al tuo cospetto / vegno (Rime XLVIII 11); Quando giungon davanti a la ruina (If V 34); ma nel Fiore si hanno due esempi con ‛ da ': che davanti da lui ciaschedun sia / ad alcun priega e ad alcun comanda (LXXVIII 3); L'undici milia vergini beate / che davanti da Dio fanno lumera (XCVI 2).
Più frequenti i casi in cui il dativo è rappresentato da un pronome che può sia unirsi con l'avverbio sia fungere da complemento del verbo, per cui la funzione di d. è insieme di preposizione e di avverbio: qualora davanti / vedetevi la mia labbia dolente (Vn XXXVI 4 5); a seder si levò, ratto / ch'ella ci vide passarsi davante (If VI 39); fé sembiante / d'omo cui altra cura stringa e morda / che quella di colui che li è davante (IX 103); mi volsi, e vidimi davante / e sotto i piedi un lago (XXXII 22); Or quel che t'era dietro t'è davanti (Pd VIII 136); e si 'l recava a guisa di pennone / per avvampar chiunque l'è davanti (Fiore XVII 4; e inoltre L 3, LXI 6, CVII 5, CCXXIV 6). In contrapposizione a ‛ dietro ', nella locuzione verbale ‛ andar d. ', " precedere ": e vidi le fiammelle andar davante, / lasciando dietro a sé l'aere dipinto (Pg XXIX 73). L'interpretazione di Fiore CXX 7 Megli' amo stare davante adorando / ched i' a lavorar m'affaticasse, apparentemente ovvia, qualora s'interpreti ‛ stare d. ' come un binomio che sottintenda ‛ all'altare ' o simile, potrebbe essere meno immediata, ove s'istituisse il binomio ‛ amo d. ', cioè " amo piuttosto ", " preferisco " (e si avrebbe allora una ridondanza sinonimica, essendo già la preferenza espressa da meglio). Da ricordare infine la variante davante in luogo di ostante in Pd XXXI 24 (cfr. Petrocchi, ad l.).
Con significato temporale, ricorre solo in funzione di avverbio, esprimente anteriorità, come sinonimo quindi di " prima ": E vidi poi, ché nol vedea davanti, / lo scendere e 'l girar per li gran mali (If XVII 124); ed esser mi parea troppo più lieve / che per lo pian non mi parea davanti (Pg XII 117); e raccostansi a me, come davanti (XXVI 49); fecemi sembiante / che fosse ad altro volta, per la rota / in che si mise com'era davante (Pd IX 66); uno manendo in sé come davanti (XXIX 145); e inoltre XXXII 91, XXXIII 111, Fiore LIII 2. In un solo esempio esprime l'idea del poi, della posteriorità nel tempo: Mira c'ha fatto petto de le spalle; / perché volse veder troppo davante, / di retro guarda e fa retroso calle (If XX 38).
In unione con ‛ che ', forma congiunzione temporale, col significato di " prima che ", nell'unico esempio di Rime XLVIII 2 davanti che proveggi / a le parole che dir ti prometto.