Bordwell, David
Teorico statunitense del cinema, nato a Rochester (New York) il 23 luglio 1947. Sostenitore di una teoria del cinema basata sulla contaminazione tra formalismo e psicologia cognitiva, con la sua analisi è divenuto punto di riferimento, dalla metà degli anni Ottanta, di altri studiosi statunitensi interessati ai processi cognitivi o all'estetica cinematografica.
Dopo aver compiuto gli studi alla State University of New York e alla University of Iowa, B. ha iniziato a insegnare teoria e storia del cinema presso il Department of Communication Arts dell'università del Wisconsin e, fin dalle sue prime opere (Film art: an introduction, in collab. con K. Thompson, 1979), ha prestato grande attenzione sia al quadro concettuale dell'analisi del cinema sia al contesto storico dei film analizzati. Superando le diverse correnti dei film studies (semiotica, marxista, femminista, psicoanalitica), egli ha elaborato una propria maniera di costruire una storia degli stili e dei modi di produzione. Con rigore analitico, senza pregiudizi ideologici, il suo approccio gli ha permesso di coprire un campo che si estende dall'analisi e dalla poetica della narrazione fino alla teoria cognitiva del cinema così come viene percepito dallo spettatore. Quest'ultimo diventa infatti per lo studioso l'elemento centrale e con la sua attività intellettiva 'costruisce' il film secondo parametri che si susseguono o si intrecciano durante la visione del film stesso (Narration in the fiction film, 1985). Dotati di stili e di caratteristiche loro propri, i film, nondimeno, si rivelano sintomi dei cambiamenti nel paesaggio sociale e mentale. In Planet Hong Kong (2000), B. s'interroga infatti sul concetto di motion emotion, ovvero sulla correlazione delle azioni e dei sentimenti, e sul possibile ritorno di un cinema popolare e, insieme, inventore di forme. Tra le sue opere vanno ricordate inoltre: The classical Hollywood cinema: film style and mode of production to 1960 (in collab. con J. Staiger e K. Thompson, 1985); Making meaning: inference and rethoric in the interpretation of cinema (1989); Film history: an introduction (in collab. con K. Thompson, 1994; trad. it. 1998); On the history of film style (1997); nonché i suoi studi su singoli registi come Carl Theodor Dreyer (1981), Ozu Yasujirō (1988) e Sergej M. Ejzenštejn (1993).
F. Casetti, Teorie del cinema 1945-1990, pp. 274-78.