Grossman, David
Grossman, David. – Scrittore israeliano (n. Gerusalemme 1954). L’impegno politico è centrale nella sua produzione letteraria che si struttura su due piani: uno realistico, strettamente legato all’attualità israeliana, e uno fantastico-simbolico. Laureatosi in filosofia e teatro all’università ebraica di Gerusalemme ha alternato l'attività di conduttore radiofonico presso la radio di stato israeliana Kol Israel a quella di scrittore, impegnandosi nella narrativa per ragazzi e realizzando radiodrammi di successo. Ha esordito nel 1983 con la raccolta di racconti Rāṣ («Il corridore»), seguita dal romanzo Ḥiyūkh ha-gĕdī (1983; trad it. Il sorriso dell'agnello, 1994), ma è con Ayyen 'erekh: Ahavah (1986; trad. it. Vedi alla voce: amore), in cui descrive l’orrore della shoah attraverso la visione di un bambino, che avviene la sua definitiva consacrazione. A quest’opera ha fatto seguito una produzione copiosa e diversificata, tra cui citiamo i romanzi She-tihyi li ha-sakin (1998; trad. it. Che tu sia per me il coltello) e Baguf ani mevina (2002: trad it. Col corpo capisco, 2003), composto da due storie che trascinano il lettore fin nelle viscere del dolore e nell’osservazione empatica del tormento dei personaggi. Del 2005 è Dvash arayot (trad. it. Il miele del leone) in cui reinterpreta la storia biblica di Sansone; del 2008 Ishà borachat mi - bessorà (trad. it. A un cerbiatto somiglia il mio amore), romanzo epico sulla diaspora di una madre che fugge dai militari venuti ad annunciarle la morte del figlio e in cui G. sembra ripercorrere la vicenda autobiografica che nel 2006 ha visto la morte di suo figlio Uri, ucciso da un missile anticarro durante un'operazione delle forze militari israeliane nel sud del Libano. La tragica perdita echeggia anche in Nofel mihutz lazman (2011; trad. it. Caduto fuori dal tempo, 2012), racconto a più voci senza alcun cenno autobiografico esplicito, ma in cui è certo un riferimento all’esperienza personale di quel padre che dopo aver perso il figlio, per cinque settimane ha camminato solo, zaino in spalla, lungo i sentieri dell’Israel national trail, fra la Galilea e Gerusalemme. G. è autore anche di libri per ragazzi e di saggi sulla questione palestinese: tra questi ultimi Ha-Zeman ha-Tsahov (1987; trad.it. Il vento giallo, 1988) e Dvarim šeroím mikan (2007; trad. it. Con gli occhi del nemico. Raccontare la pace in un paese in guerra) in cui si difende dall’odio che ogni guerra produce, con la scrittura e la possibilità che essa fornisce di guardare 'con gli occhi del nemico', di entrare e far entrare i lettori nella pelle di un altro, per conoscerlo dall’interno e tenere conto delle sue ragioni, della sua storia e delle sue rivendicazioni.