DAVIDE MARIA da Bergamo (Felice Moretti)
Nacque a Zanica (Bergamo) il 21genn. 1791da Giacomo Antonio Moretti e Teresa Bordoni. Trasferitasi la famiglia a Bergamo nel 1801, D. cominciò lo studio dell'organo nel 1806 sotto la guida prima di Davide Bianchi, poi di Antonio Gonzales, per passare indi a Giovanni Simone Mayr per la composizione, avendo come condiscepolo, tra gli altri, Gaetano Donizetti.
Dal 1808 al 1812 ricoprì l'incarico di organista nella parrocchiale di Torre Boldone (Bergamo), per passare subito dopo a Zanica, dove rimase tre anni (1812-14); fu quindi chiamato per lo stesso ufficio alla collegiata di Gandino (Bergamo), dove iniziò il servizio il 10 genn. 1815.
Spinto da vocazione religiosa, a metà del 1818 egli abbandonava Gandino e il 25 luglio dello stesso anno entrava nel convento dei frati minori osservanti di S. Maria di Campagna a Piacenza, dopo aver superato il 2 giugno il prescritto esame preliminare d'ammissione. Trascorso l'anno di noviziato, il 26 luglio 1819 emetteva i voti solenni, per ricevere infine il 25 ottobre successivo l'ordinazione sacerdotale dalle mani di Girolamo Pavesi, vescovo di Pontremoli.
Pochissimo tempo dopo aver iniziato la vita religiosa, il 22 novembre del 1818 padre Davide Maria da Bergamo (questo era il nome assunto come religioso) inaugurava il nuovo monumentale organo Serassi della cattedrale di Piacenza; fu senza dubbio quella l'occasione che servì a mettere in contatto il frate, già esperto organista, con i celebri organari conterranei. Iniziava anche, così, una lunga e fortunata carriera di organista e collaudatore che doveva condurlo un po' dappertutto in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia; attività che soltanto una estesa ricerca capillare negli archivi parrocchiali permetterà di ricostruire, dato che poco prima di morire lo stesso D. bruciò tutto quanto lo riguardava (lettere, progetti, collaudi, opuscoli, programmi); quello che è sfuggito è ben poca cosa e si conserva attualmente nell'archivio dei convento di S. Maria di Campagna a Piacenza ed è elencato in O. Mischiati, L'organo di S. Maria, pp. 235-38.
Per lo svolgimento della sua tanto applaudita attività di organista, D. scrisse una cospicua serie di composizioni, per la maggior parte genericamente intitolate sinfonia o sonata, spesso con specificata la destinazione per l'offertorio o per il postcommunio; numerose anche le elevazioni e non mancano brani di breve respiro come i versi, o concepiti in uno specifico schema formale come marcia, polonese, polacca, rondò. Come si desume dai titoli, si tratta di una produzione destinata principalmente a commentare alcuni momenti della messa tradizionalmente affidati all'organo, in una sorte di proprium strumentale comprendente la sinfonia avanti la messa, l'offertorio, l'elevazione, la comunione e il postcommunio. In tutte queste pagine - variamente articolate secondo i modelli delle forme operistiche (dalla sinfonia all'aria, dal recitativo alla cavatina) - il linguaggio musicale è quello che predominava in Italia tra Cimarosa, Paisiello e Mayr da una parte e Donizetti e Rossini dall'altra; la scrittura è tuttavia rivolta a sfruttare con estro e sagacia le possibilità timbriche della colorita tavolozza sonora dell'organo di scuola lombarda ottocentesca: dall'intenso a solo affidato alla fiutta o al corno inglese, al brillante ricamo dello squillante ottavino, dalle vivaci figurazioni d'accompagnamento concepite per la viola e il violone alle gustose modulazioni di corni dolci (o da caccia) e di violoncello, senza contare l'impiego sovente impegnativo degli accessori (terza mano, combinazione preparabile, tiratutti ecc.), per non dimenticare gli effetti più prossimi alla scrittura orchestrale quali la grancassa e i timballi.
Singolarmente acuto è il giudizio formulato da un anonimo contemporaneo a questo proposito: D. "poteva meglio piacere al volgo per vivacità di esecuzione, per uno sbrigliato affastellamento di motivi brillanti, che si affollavano alla sua mente, spesso per reminiscenza, ma pur anche talvolta per propria creazione; ma invano cercheresti in lui quella assennatezza di composizione, quella profonda cognizione delle più difficili combinazioni armoniose, quella dotta esecuzione, che formano il vero pregio di un organista, qualità che nel Petrali non vengono mai meno" (cfr. Gazzetta di Venezia, 5 dic. 1868).
D. morì a Piacenza il 24 luglio 1863.
Da circa un paio di decenni si assiste alla sempre più frequente riesumazione concertistica della musica di D., soprattutto in relazione ai restauri di quegli organi Serassi, Bossi, Lingiardi ecc. per i quali essa fu composta e per la quale essi furono costruiti. Viene cioè fatta giustizia della frettolosa e unilaterale condanna pronunciata all'indomani della morte di D. dal movimento di restaurazione della musica sacra, che va sotto il nome di "movimento ceciliano" e di "riforma liturgica degli organi", movimento che, proponendosi la creazione di una musica sacra aliena da cosiddetti influssi profani od operistici ed inculcando allo scopo modelli metastorici obbligati quali la polifonia palestriniana e il canto gregoriano, di fatto perseguì un'europeizzazione forzata ed affrettata della prassi musicale chiesastica nostrana secondo i canoni del sentimentalismo tardo-romantico e della seriosità protocollare di ascendenza puritana.
Non è stata ancora tentata una sistemazione bibliografica della produzione di D.: persino il suo lascito di manoscritti e stampati, conservato nella biblioteca del convento dei frati minori di S. Maria di Campagna a Piacenza, non è inventariato e catalogato. Da una sua prima ricognizione sono state desunte le informazioni che seguono.
Durante la vita D. non si preoccupò di divulgare per la stampa le sue composizioni; le poche edizioni da lui curate comprendono una minima parte della sua produzione e hanno per lo più il carattere di pubblicazioni occasionali come i Quindicipezzi di musica pel nuovo e magnifico organo della chiesa ducale di S. Maria di Campagna in Piacenza composti dal sacerdote p.e Davide da Bergamo minor riformato dedicati dal medesimo alli egregi e chiariss. Sig.i Carlo e Fratelli Serassi concittadini di lui ed autori esimi di detto organo, pubblicati a beneficio dell'Asilo infantile di Orzinuovi, Milano s. a. [ma 1825, anno di costruzione dell'organo], Ricordi, nn. 12-335-39: tre brani ogni fascicolo; presso lo stesso editore apparvero anche i 72 versetti musicali in tutti i modi maggiori e minori con introduzione e finale per gli usi rituali dell'organo come pure dei famigliari del pianoforte (nn. 13-083-88), così come i 24 versetti per organo (nn. 15.387-90); La vera piva montanara ad imitazione del baghetto (n. 15.391) e Due pezzi sacri (n. 82.482: Marcia e 82.516: Pastorale popolare).
Significative anche le edizioni curate, sempre a Milano, da Francesco Lucca: Tre sonate per organo composte e dedicate al m. r. sig.r preposto d.r Filippo Ferrari in Somaglia (la prima delle quali - la Sinfonia col tanto applaudito inno popolare utilizza l'inno imperiale austriaco di F. Haydn, reso celebre nel nostro secolo dal testo Deutschland, DeutschIand úber Alles; dopo la partenza degli Austriaci dalla Lombardia, padre D. provvide a comporre un Passo caratteristico da sostituire all'inno popolare, applicato manoscritto ad uno degli esemplari del citato convento piacentino); Sinfonia brillante per organo o pianoforte (n. 8634); Suonata marziale per organo o pianoforte (n. 8635); Due suonate per organo o pianoforte (nn. 8636-37); Per le sante feste natalizie - Due pastorali (nn. 8638-39); Raccolta di versetti ripieni fugati e sonatine per organo (nn. 3070-73).
Da ricordare infine le Dodici suonate per pianoforte od organo composte e dedicate ai nobilissimi signori d.n Antonio e d.a Marietta Sambrunico, Milano s. a. (G. Conti, nn. 1061-72).
Solo dopo la morte di D. si ebbe un'edizione sistematica della sua opera organistica a cura del confratello ed allievo padre Leone Grecchi da Codogno presso l'editore milanese Domenico Vismara: nella prima annata (1865-66) vennero pubblicate in 24 fascicoli quarantotto composizioni più tre gruppi di sei versetti ciascuno; nella seconda, una trentina di composizioni sacre su testo latino o italiano, la maggior parte per coro virile (due tenori e basso, nn. 3601-27); nella terza annata (1867-68), infine, quarantuno composizioni organistiche più quattro serie di versetti (di dodici, di sette e due di sei ciascuna, nn- 3801-44).
Più tardi, nel 1874, lo stesso Vismara pubblicava Nel sesto centenario del dottore serafico s. Bonaventura - Inno a 3 voci con accompagnamento d'organo (0 doctor alme), n. 5639. Da ricordare infine la Messa per 2 tenori e basso con accompagnamento d'organo, Torino s. a.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Conv. dei frati minori di S. Maria di Campagna, Arch., Giudici & Strada, busta N, fasc. 6 (docum. relativi a D., cfr. elenco in Mischiati, cit.); Versi dedicati al merito impareggiabile del molto rev. padre fr. Davide Maria da Bergamo dei minori riform. di S. Francesco nel convento della B. V. di Campagna in Piacenza famosissimo professore di musica e suonatore di organo celebratissimo, Codogno 1831; P. Giani, L'organo e particolarmente del grandioso organo di S. Colombano [al Lambrol e del di lui autore A. Bossi Urbani, Lodi 1843, pp. 27-37; G. P. Galloni, Cenni biografici del p. D. da B., Bologna 1863; Raffaelangelo da Faenza, Elogio funebre al celebrato maestro di musica e primo dei moderni organisti ..., Bologna 1863; Gazz. di Venezia, 1868, p. 1232 (riprodotto in L'Organo, XIV [1976], pp. 147 s.); F. Giarelli, Per un frate (p. D. da B.), in Gazzetta musicale di Milano, XLI (1886), pp. 311 s.; A. Corna, Storia ed arte in S. Maria di Campagna (Piacenza), Bergamo 1908, ad Indicem; S. Celli, P. D. da B. (1791-1863), Piacenza 1964 (libro ancora utile per le notizie dettagliate e per l'appendice docum., anche se non sempre accurato); P. Marenzi, premessa a Davide da Bergamo, Musica sacra per organo (2 Sinfonie, Suonatina, 3 Elevazioni, Pastorale), Sala Bolognese 1975; O. Mischiati, L'organo di S. Maria di Campagna a Piacenza - Documenti e testimonianze su organari, organisti, Maestri di cappella, pittori e intagliatori dal 1528al 1978raccolti in occasione del restauro dello storico organo Serassi, Piacenza 1980, passim (contiene tra le altre cose l'intero carteggio di D. con i Serassi conservato alla Biblioteca civica di Bergamo, principalmente riferentesi alla costruzione dell'organo di S. Maria di Campagna); P. Marenzi, Siandava in chiesa come a teatro - Piccola storia dell'organo nell'Italia ottocentesca con campane, timpani, usignoli, campanelli, gran casse in Musica Viva. Mensile di informazione e di educazione musiade, IV (1990), I, pp. 40-47; P. M. Soglian-M. Vitali, Concerti per p. D. - Rass. organistica nel 120°annivers. di F. Moretti sugli organi di Zanica, Comun Nuovo e Levate, Zanica 1983, pp. 7-12.