DE AGOSTINI, Alberto Maria
Nacque a Pollone (Vercelli) il 2 nov. 1883 da Lorenzo e da Caterina Antoniotti. Suo fratello Giovanni fu il fondatore del noto, Istituto geografico De Agostini di Novara. Entrato ancor giovane nella Società salesiana, il D. fu ordinato sacerdote a Foglizzo (Torino) - dove aveva compiuto i suoi studi teologici - nel 1909, anno in cui partì per la Terra del Fuoco. Da allora, per mezzo secolo alternò la sua attività di missionario con numerosi viaggi di studio e di esplorazione nella cordigliera fueghina, nelle isole di quel vasto arcipelago e nelle Ande della Patagonia: non passò infatti quasi mai un'estate australe senza che egli organizzasse almeno un'escursione in quei territori.
Non è quindi possibile ricostruire nei dettagli tutte le sue spedizioni, tanto esse furono numerose. Ci limiteremo, pertanto, a richiamare solo le più significative, a partire da quella dell'estate australe 1912-1913, quando, assieme al geografo trentino G. B. De Gasperi ed alle guide valdostane Abele ed Agostino Pession, rivolse la sua attenzione al monte Sarmiento nella Terra del Fuoco: fu quello il primo di molti tentativi di scalare l'impervia vetta che sarà raggiunta dal D. solo nel corso di una delle sue ultime imprese sulla cordigliera fueghina degli anni 1955-1956.
Nel dicembre del 1914 esplorò i canali Beagle e Cockburn, la penisola di Brecknock, la baia Desolada, l'isola O'Brien; scoprì alcuni nuovi ghiacciai, come il Roncaglia e l'Italia; scalò i monti Italia e Francese. Nell'aprile del 1915 compì un interessante viaggio alle isole Hermite e al capo Horn e, nel mese di maggio, realizzò una difficoltosa escursione all'isola degli Stati.
Nel corso del 1916 e del 1917 visitava la Patagonia per una prima sommaria ricognizione, in particolare nella zona situata a settentrione dei laghi Viedma e Argéntino: in queste zone il D. sarebbe ritornato fra il 1928 e il 1929 per spingersi poi anche nello stretto di Magellano e nei fiordi Eyre e Falcòn. Alcuni dei suoi più brillanti risultati li ottenne fra il 1930 e il 1931, quando, assieme al geologo E. Freguglia e alle guide valdostane E. Croux e L. Bron, si addentrò fra i inonti che fanno corona al lago Argentino e al fiordo Spegazzini, segnando, fra l'altro, al proprio attivo., la conquista della piramide del monte Mayo, la traversata della cordigliera patagonica centrale dal ghiacciaio Uppsala al fiordo Falcòn nel Pacifico, nonché l'esplorazione di vaste zone attorno al lago Viedma e la scalata del monte Moyano.
Tra la fine del 1935 e l'inizio del 1936 il D. si spinse fino ai piedi del Fitz Roy, mentre nella successiva estate australe esplorò la zona circostante al San Lorenzo, la seconda montagna, per altezza, delle Ande patagoniche, e, fra il 1937 e il 1938, a bordo di un velivolo, il Balmaceda e il Paine ed attraversò, con l'aiuto di G. Oberto di Macugnaga e di C. Casera, il grandioso ghiacciaio Uppsala e il tratto di cordigliera compreso fra il lago Viedma e il seno Eyre. Fra il 1939 e il 1940 è la volta delle catene sovrastanti il lago S. Martin, già avvicinate nel 1937, e specialmente dei monti Mellizos. L'estate successiva raggiunse la sommità di un contrafiorte del San Lorenzo e perlustrò gli ampi ghiacqiai e le ripide pareti della catena Cochrane. E l'anno dopo ancora la sua campagna esplorativa si svolse nella valle del Baker. Nel 1943 riuscì finalmente a conquistare, assieme alla guida svizzera A. Hemmi e a E. Schmoll, la vetta del San Lorenzo.
Dopo una lunga pausa negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, nell'estate australe del 1955-56 promosse una spedizione composta da numerosi studiosi, guide alpine, militari cileni e un operatore cinematografico, che scalò ed esplora il monte Sarmiento e il monte Italia, impresa per la quale venne insignito dal governo cileno della sua più alta onorificenza, "General Bernardo O'Higgins". Nel 1957, infine, tornò ancora in Patagonia come consulente della spedizione Monzino, diretta al massiccio del Paine.
Il D. morì nella casa madre salesiana di Valdocco (Torino) il 25 dic. 1960.
È assai difficile tracciare in poche righe un bilancio della lunga attività di ricerca e di esplorazione del D., che gli valse numerosi riconoscimenti, soprattutto in America latina. Il governo argentino ha consacrato, infatti, al suo nome tutta la distesa delle Ande che si snoda lungo il confine cileno tra il 420 e il 521 parallelo, da lui percorsa in ogni direzione; mentre i Cileni gli hanno dedicato un fiordo lungo 35 Km, da lui scoperto il 6 febbr. 1912 lungo il massiccio centrale della cordigliera fueghina. Inoltre una vasta regione della Terra del Fuoco, formata da 350.000 ettari di boschi, nella provincia di Magallanes, ai confini con l'Argentina, è stata denominata Parco nazionale A. De Agostini. In Italia, l'Accademia delle scienze di Torino gli conferì, già nel 1932, il premio Bressa.
Per quanto riguarda la cordigliera della Terra dei Fuoco sarà il caso di ricordare che il D. riuscì a compilare un primo schema orografico della sua parte più elevata dal monte Sarmiento al monte Olivia. Ed anche per quel che riguarda la cordigliera patagonica australe egli riusci a condurre a termine importanti viaggi, a raccogliere un copioso materiale illustrativo e a tracciare un primo schema della zona montuosa limitata a meridione dal fiordo di Ultima Esperanza e a settentrione dal lago Buenos Aires, che era ancora quasi completamente sconosciuta nella sua parte interna.
Il D. si preoccupò, in ognuno dei suoi viaggi, di raccogliere gli elementi di studio necessari per delineare un quadro completo dei molteplici.e distinti aspetti delle regioni visitate. Raccolse così fossili e campioni di rocce; si soffermò in maniera particolare sulla morfologia di rilievi intensamente glacializzati; classificò un gran numero di specie vegetali, fornendone la descrizione; seguì da vicino ed illustrò la vita degli ultimi gruppi di indigen i fueghini e patagonici (Onas, Tchuelces, Yamanas e Alacalufes).
Di tutta questa attività egli diede sistematicamente notizia con relazioni presentate in occasione di convegni scientifici o attraverso articoli pubblicati su riviste specializzate o di alta divulgazione. Fra i principali ricordiamo: I miei viaggi nella Terra del Fuoco, in Atti dell'VIII Congresso geografico italiano, Firenze 1922, I, pp. 301-316; Un colosso alpino nella Terra del Fuoco, il monte Sarmiento, in La Terra e la vita, I (1922), pp. 24-31; La costa del Capo Horn, ibid., pp. 187-94; Turismo argentino nella Terra del Fuoco, in Le Vie d'Italia e dell'America Lat., I (1924), pp. 141 -53; Un popolo che sta per scomparire: i Fueghini, ibid., pp. 339-408; Attraverso la Svizzera Sudamericana, ibid., pp. 893-904; Le missioni salesiane fra gli indigeni della Terra del Fuoco, in Riv. illustrata dell'Espos. missionaria vat., II (1925), n. 26; 1 miei viaggi nella Cordigliera della Terra del Fuoco, in Atti del XXII Congr. internaz. degli americanisti, Roma 1926, 1, pp. 51-61; La cordigliera patagonica australe nelle recenti esplorazioni e nelle mie impressioni di viaggio, in Atti del X Congresso geografico italiano, Milano 1927, II, pp. 620-24; Mi primera expedición al interior de la cordillera patagónica meridional, Buenos Aires 1931; Prima spediz. nella cordigliera patagonica merid..- in Boll. della Soc. geogr. ital., LXVIII (1931), pp. 803-813; Seconda spedizione nella cordigliera Patagonica meridionale (Estate australe 1931-1932), ibid., LXIX (1932), pp. 723-730; 1 miei viaggi nella cordigliera patagonica meridionale, in Nuova Antologia, 10 dic. 1932, pp. 320-328; L'Isola Nera (Diario di un viaggio alla Terra del Fuoco), ibid., 10 luglio 1931, pp. 93-114; La prima traversata della cordigliera patagonica dal lago Argentino al fiordo Falcón, in Le Vie d'Italia e del mondo, I (1933), pp. 589-606; Nel regno delle foche. La costa Policarpo nella Terra del Fuoco, ibid., II (1934), pp. 721-40; Ultima Esperanza nella Patagonia cilena, ibid., III (1935), pp. 143-69; Contributi dei missionari alla geografia, in Problemi missionari del nostro tempo. Conferenze tenute all'Università cattolica del Sacro Cuore dal 25 novembre al 6 dicembre 1933., Milano 1934, pp. 151-174; El nuevo parque nacional "Los glaciares", in Revista geogrdfica americana (Buenos Aires), settembre 1937, pp. 153-166; Aspetti geomorfologici della cordigliera patagonica australe, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, Classe di scienze fisiche, matem. e natur., LXXIV (1938-1939), pp. 24-233; Viaggi di esplorazione alla cordigliera patagonica meridionale (1935-38), in Boll. della Soc. geogr. ital., LXXVI (1939), pp. 30-43; Viaggi di esplorazione nella cordigliera patagonica meridionale (1935-1938)., in Viaggi di studio promossi dalla Fondazione Volta, Milano 1940, V, pp. 5-26; Mi primera exped. al interior de la cordillera patagonica merid., in Solar (Buenos Aires), 1941, pp. 41-74; Ascensión al monte San Lorenzo. Excursión a la región del Baker, Buenos Aires 1945; Le Ande patag., in Riv. mensile del Club Aip. It., LXVI (1947)., pp. 208-2 12; Prima ascensione at San Lorenzo, ibid., pp. 269-71; Esplorazione e prima ascensione del massiccio del S. Lorenzo (Patagonia australe), in Boll. della Soc. geogr. italiana, LXXXV (1948), pp. 161-171; Un Cervino invitto nelle Ande patagoniche, in Le Vie del mondo, XIII (1951), pp. 241-54; Tra gli Italiani in Ushuaia, ibid., XIII (1951), pp.. 1175-1188; I ghiacciai della Terra del Fuoco, ibid., XIV (1952), pp. 609-22; Carbone e petrolio nelle Terre magellaniche, ibid., XVI (1954), pp. 751-762; Rio Negro, la terra Promessa argentina, in L'Universo, XXXV (1955), pp. 597-604; La scalata dei monti Sarmiento e Italia. Spedizione alla Terra del Fuoco (1955-1956), ibid., XXXVII (1957), pp. 49-60.Numerose sue lettere e relazioni vennero pubblicate periodicamente sul Bollettino salesiano: XLI (1917), pp. 241-47; LV (1931), pp. 331-41; LVII (1933), pp. 25 s.; LXIV (1940), pp. 37-40 e 92 ss.; LXVI (1942), pp. 9-12; LXXXIV (1960), pp. 6 ss.;e sul Corriere della sera: 17 maggio 1936; 12 luglio 1936; 13 ag. 1936; 21 ott. 1936; 26 e 27 nov. 1936; 26 dic. 1936.
Gran parte di questi contributi furono poi ripresi e rielaborati nei suoi libri, alcuni dei quali conobbero numerose edizioni - in più lingue: I miei viaggi nella Terra del Fuoco, Torino 1921 presto tradotto in tedesco (Lipsia 1924),in ungherese (Budapest 1925) ed in spagnolo (Buenos Aires 1941),e poi rimaneggiato ed aggiornato in un nuovo volume dal titolo Trent'anni nella Terra del Fuoco, Torino 1955 (pubblicato anche in edizione spagnola: Buenos Aires 1955); Ande patagoniche, Milano 1941 (apparso anche in edizione spagnola: Buenos Aires 1941), Sfingi di ghiaccio. La scalata dei monti Sarmiento e Italia nella Terra dei Fuoco, Torino 1958 (ediz. in lingua spagnola, Torino 1959).
Compilò anche guide turistiche, corredate da splendide riproduzioni fotografiche: La natura nelle Ande della Patagonia settentrionale, Torino 1934; El Cerro Lanfn y sus aIrededores, Buenos Aires 1941; Paisajes Magelldnicos: itinerarios turisticos, Punta Arenas 1946; Guia turistica de los lagos australes argentinosy Tierra del Fúego, Buenos Aires 1946; El Cerro Lanin y sus lagos, ibid. 1949; Nahuel Huapi, ibid. 1949; Magallanes y Canales Fueguinos, Punta Arenas 1960; Ushuaia (Tierra del Puego), Buenos Aires s. d.; La Tierra del Fuego pintoresca: estudios fotograficos, Como s. d.
Fonti e Bibl.: La quasi totalità dei manoscritti del D. si conserva nel Museo regionale annesso all'Opera salesiana di Punta Arenas (Cile). Nell'Archivio salesiano centrale annesso alla casa generalizia di Roma si conservano invece due fascicoli (S. 257 De Agostini) di documenti strettamente personali, oltre che una serie di mappe (S. 649 Missioni. Argentina), disegnate a mano da padre De Agostini. C. Bertacchi, Geografi ed esploratori italiani contemporanei, Milano 1929, pp. 429-443; C. Mortari, Il mondo esplorato da tredici piemontesi, Torino 1947, pp. 167-182; M. Bongioanni, Quarantadue anni di scoperte tra fiordi e Ande patagoniche, in Ecclesia, XI (1952), pp. 440-46; G. Morandini, La sped. de Agostini alla Terra del Fuoco (1955-56), in Boll. della Soc. geogr. ital., XC (1957), pp. 257-272; Don A. M. D., esploratore, scienziato, è morto a Valdocco, in Boll. salesiano, LXXXV (1961), 3, pp. 42 es.; D. Gribaudi, In mem. di don A. M. D., esploratore e geografo, in Boll. della Soc. geogr. ital., XCVIII (1961), pp. 305-324; P.Croci, I contributi di padre A. D. alla geografia della Terra del Fuoco, in Vita e pensiero, XLVI (1963), pp. 591 s.; Diz. biogr. dei salesiani, Torino 1969, pp. 105 s.; A. Schwarz, L'ultimo esploratore, in Riv. del cinematografo, L (1970); P. Scotti, Un prete esploratore: A. M. D., in Miscellanea di geografia storica e di storia della geografia. Nel primo centenario della nascita di P. Revelli, Genova 1971, pp. 161-171; F. Surdichi Alcune lettere ined. di padre A. M. D., in Boll. stor. bibl. subalff., LXX (1972), pp. 605-13; A. Schwarz, A. M. D., in Il Diaframma, Fotografia italiana, n. 214, agosto 1976.