DE AMICIS, Anna Lucia
Nacque a Napoli probabilmente nel 1733 (nel 1771, in occasione delle nozze del fratello Gaetano, dichiarò di avere 38 anni) da Domenico e Rosalba Baldacci.
Domenico, nato a Fermo intorno al 1716, fu attivo come tenore, buffo a Napoli, al teatro dei Fiorentini (inverno 1742: Lionora, di N. Logroscino e V. Ciampi; primavera 1745: Irene, di G. Tocchi; carnevale 1746: La finta vedova, di N. Conforto) e al teatro Nuovo (primavera 1744: Leandro, di N. Logroscino; autunno 1744: L'innocenti gelosie di G. Sellitti; inverno 1746: I due fratelli beffati di G. Cocchi; primavera 1746: Il concerto, di G. Latilla; carnevale 1747: Il governatore, di N. Logroscino; primavera 1748: L'Aurelio; inverno 1740: Flaminio, di G. B. Pergolesi; autunno 1750: Il gioco de' matti, di G. Latilla; 1751: Amore figliodel piacere, di N. Logroscino e G. Ventura). Negli stessi anni cantò anche a Roma nei teatri Pallacorda (carnevale 1748: La contessa di Belcolore di N. Logroscino), Pace (carnevale 1749: La cantata e disfida di Don Trastullo, di N. Jommelli), Capranica (carnevale 1752: Il barone deluso di G. Sciroli).
Secondo quanto afferma ..C. Burney ... En Allemagne..., p. 277, 3 la D. fu allieva nel canto. di Vittoria Tesi; è tuttavia probabile che suo insegnante fosse il padre stesso, accanto al quale apparve nella primavera 1754 al teatro Pubblico di Pisa in Ilcicisbeo impertinente, nell'estate 1754 nello stesso teatro in Il finto turco di G. Cordella, e nel carnevale 1754-55 al teatro Formagliari di Bologna nella Calamita de' cuori di B. Galuppi e nella Finta sposa di G. Latilla. Nel libretto di quest'ultima opera essi sono definiti virtuosi "del duca di Mattalone".
Nel luglio 1758 padre e figlia cantarono alla Comédie-Italienne di Parigi nella Serva padrona di G. B. Pergolesi; ma, secondo il Castil Blaze (p. 155), malgrado l'abilità della D., furono accolti freddamente e dovettero sospendere le recite. Negli anni successivi Domenico costituì una compagnia per la rappresentazione di opere buffe di cui, oltre alla D., fecero parte, in alcune occasioni, anche gli altri due figli, Marianna e Gaetano: la compagnia si spostava per l'Europa, da Bruxelles, dove mise in scena Il tutore burlato di B. Galuppi (1759) all'Olanda (Amsterdam e L'Aia, 1760-61), all'Irlanda (1762, Dublino, sempre con Il tutore burlato).
Per la stagione 1762-63 Domenico e la D. furono ingaggiati da Colomba Mattei per cantare nelle opere buffe al King's Theatre di Londra: la stagione, diretta da J. C. Bach, si aprì il 13 nov. 1762 con il pasticcio Il tutore e la pupilla; ad esso seguì, l'8 genn. 1763, il pasticcio La cascina e il 3 febbraio La calamita de' cuori di B. Galuppi.
Il Burney riferisce (General History, IV, p. 479) che la D. ottenne un immediato successo presso il pubblico inglese per l'eleganza e la grazia della figura e dei gesti e per la dolce e raffinata maniera di cantare; ella costituì l'attrazione principale della stagione di burlette, tanto da essere definita "la più completa Buffa che mai l'Italia abbia prodotto" (lettera di Arcangelo Bimolle a Chiara Aquilante, cit. in Petty, p. 98).
Il 19 febbraio la D. debuttò come cantante di opera seria nell'Orione di J. C. Bach, contribuendo a determinare il successo dell'opera con cui Bach si presentava per la prima volta al pubblico londinese.
Giunto a Londra nell'estate dell'anno precedente, Bach si era. limitato a dirigere le rappresentazioni delle opere buffe ritardando la messinscena di una sua opera per la mancanza di cantanti adeguati; solo dopo aver ascoltato la D. cantare in riunioni private alcune arie serie, ritenne di aver trovato la prima donna per la sua opera.
Il 14 apr. 1763 la D. cantò nel pasticcio La finta sposa, e il 24 marzo nel II e III atto del Tutore e la pupilla e nella Serva padrona di G. B. Pergolesi; il 7 maggio ottenne un altro grande successo nel genere serio con la seconda opera di Bach, Zanaida. Il Burney, mettendo in rilievo la difficoltà delle'arie composte per la, D. da Bach, sottolineò come la cantante fosse la prima ad introdurre colorature staccate sulle scene londinesi, e la prima che egli avesse mai udito salire al mi sopracuto con chiara e potente voce di petto. Alla fine della stagione la famiglia De Amicis ritornò sul continente: il 2 ag. 1763 diede un concerto ad Amsterdam, e poco dopo la sua presenza a Magonza è docuznentata dagli appunti di viaggio di Leopold Mozart. Abbandonato definitivamente il genere buffo, la D. cantò nel 1763-64 al Regio Ducal Teatro di Milano nel Tamerlano di G. Scolari e nell'Achille in Sciro di C. Monza, per la fiera dell'Ascensione 1764 al teatro S. Salvatore di Venezia nella Sofonisba di A. Borroni (vi cantò in un ruolo secondario la sorella Marianna), nell'autunno 1764 a Lucca in un Adriano in Siria di vari autori, e nella stagione 1764-65, a Milano, nel Siroe di P. A. Guglielmi e nel Caio Mario di G. Scolari. Nell'agosto 1765 fu protagonista accanto a G. Guadagni del Romolo ed Ersilia di J. A. Hasse, rappresentato ad Innsbruck in occasione delle nozze dell'arciduca Leopoldo d'Austria con l'infanta Maria Luisa di Borbone.
P. Metastasio, autore dei dramma, le scriveva da Vienna poco prima della rappresentazione: "... Io vi son mallevadore che voi rappresenterete divinamente la Severa Ersilia in teatro..." (IV, p. 396), e in lettere successive esprimerà sempre grande ammirazione per il talento della De Amicis. Nello stesso tempo la D. cantò a Vienna nell'Olimpiade di F. L. Gassmann. In una lettera del 5 agosto del 1765il Metastasio si rallegra che la D. abbia deciso di cantare a Vienna anche l'anno seguente; ma le lettere successive (30 gennaio, 19 maggio, 11 agosto 1766) dimostrano che la D. era tornata a Napoli, e meditava di lasciare il teatro. Non attuò tuttavia il suo proposito, poiché nel 1767 (15 ottobre) cantò al teatro La Pergola di Firenze nell'Olimpiade di T. Traetta, allestita per il passaggio a Firenze dell'arciduchessa Maria Josefa, promessa sposa di Ferdinando IV. Le rappresentazioni furono sospese dal 21 al 25 ottobre per la morte a Vienna dell'arciduchessa; riprese il 28 ottobre, terminarono il 27 novembre.
Nell'autunno 1768 la D. comparve al teatro S. Benedetto di Venezia nell'Alessandro in Armenia di G. B. Borghi con il nuovo cognome Buonsollazzi: aveva infatti sposato (nel 1767 o 1768: cfr. la lettera di L. Mozart alla moglie del 16 gennaio 1773, in Mozart Briefe, I, p. 474) il medico Francesco Buonsollazzi. Nel carnevale 1768-69 la D. cantò ancora al teatro S. Benedetto di Venezia (Arianna e Teseo di B. Galuppi; Demofoonte di G. Myslivcḥek); nella primavera 1769 al teatro del Falcone di Genova (Adriano in Siria di P. A. Guglielmi Alessandro nelle Indie di F. Bertoni), nella stagione 1769-70 al S. Carlo di Napoli (Adriano in Siria di C. Monza 4 novembre; Cantata, di G. Insanguine, 20 gennaio). Il 30 maggio 1770 interpretò sempre al S. Carlo Armida abbandonata, l'opera con cui N. Jommelli si ripresentava al pubblico napoletano dopo il soggiorno tedesco, e il 13 agosto Antigono di P. Cafaro. Nell'autunno dello stesso anno cantò al teatro S. Benedetto di Venezia in Caio Mario di P. Anfossi, e nel carnevale 1770-71 nello stesso teatro, in Alessandro nelle Indie di F. Bertoni e Siroe di G. B. Borghi. Di nuovo al S. Carlo nel 1771 (Ifigenia in Tauride di Jommelli, 30 maggio; ripresa dell'Armida abbandonata, giugno; Cantata, di P. Anfossi, 13 agosto; Ezio, di A. Sacchini, 4 novembre) e nel 1772 (Cantata di V. Curcio, 12 gennaio), fu costretta dalla gravidanza ad interrompere per breve tempo l'attività, e non poté partecipare alla rappresentazione a Napoli del Ruggiero diHasse e Meltastasio.
Quest'ultimo le scriveva da Vienna che avrebbe preferito si fosse rinunciato alla rappresentazione, piuttosto che affidare la parte di Bradamante ad un'altra cantante: infatti, secondo il Metastasio, "... non v'era che la signora Deamicis atta a rappresentare il personaggio di Bradamante col fuoco, con l'ardire, con la franchezza e con l'espressione necessarie a un tal carattere ..." considerazioni che lo avevano spinto l'anno precedente, anche se senza successo per gli impegni della cantante, a consigliare la D. come interprete della prima rappresentazione dell'opera a Milano (V, p. 139).
Il 26 dic. 1772 la D. partecip ò, nel ruolo di Giunia, alla rappresentazione del Lucio Silla di W. A. Mozart al Regio Ducal Teatro di Milano.
Mozart, che conosceva la D. fin dal 1763 e aveva avuto modo di ascoltarla a Napoli nel 1770nell'Armida di Jommelli e a Venezia nel febbraio 1771, aveva espresso sempre giudizi particolarmente lusinghieri sul suo conto; il talento della D. lo spinse quindi a comporre per lei delle arie estremamente brillanti e virtuosistiche.
La D. prese parte a Milano anche alla seconda opera della stagione, il Sismano nel Mogol di G. Paisiello. Negli anni 1773-76 la D. cantò prevalentemente al teatro S. CarIo di Napoli nelle opere Il trionfo di Clelia, di G. B. Borghi (30 maggio 1773), Romolo e d Ersilia e una Cantata di Misliwecek (13 agosto 1773), Adriano in Siria di Insanguine (4 novembre 1773), Alessandro nelle Indie di N. Piccinni (12 gennaio 1774), Il Natale di Apollo di P. Cafaro (4 gennaio 1775), Ezio di Mysliveéek (30 maggio 1775), Antigono di G. Latilla (13 ag. 1775), Nitteti di D. Fischetti (4 nov. 1775), Didone abbandonata di G. Schuster (12 genn. 1776), Cantata di Schuster (20 genn. 1776). Partecipò inoltre, nel gennaio 1774, alla rappresentazione dell'Orfeo di C. W. Gluck al teatro di corte, e il mercoledì della settimana santa dello stesso anno all'esecuzione del Miserere di Jommelli in casa di Saverio Mattei. Per la stagione 1774-75 la D. era stata scritturata dall'impresa del teatro Regio di Torino, ma dovette rinunciare a causa di una seconda gravidanza. Nella stagione 1776-77 la D. cantò al Regio di Torino in Calipso di B. Ottani e Gengis Kan di P. Anfossi: il suo talento spinse l'impresa del teatro ad offrirle fin dal febbraio 1777 un contratto per la stagione 1778-79. Il 9 maggio 1778 partecipò alla prima rappresentazione italiana dell'Alceste di Gluck al teatro Pubblico di Bologna: l'opera nel complesso non ebbe esito molto felice, forse per l'affrettata preparazione, ma la D. fu come di consueto molto ammirata. Nel 1778-79 cantò al Regio di Torino in Lucio Silla di M. Mortellari e Fatima di B. Ottani; nella primavera 1779 al teattro Pubblico di Forlì in Didone di Ottani. Negli anni successivi la D. cantò a Napoli prevalentemente in riunioni private: si ha notizia della sua partecipazione alle riunioni musicali di una nobile accademia di cavalieri e dame, costituitasi nel 1778: la D. vi cantò il 10 febbr. 1780, alla presenza dell'arciduca Ferdinando governatore di Milano, il 3 febbr. 1782 in occasione della visita a Napoli dei granduchi di Russia, il 2 genn. 1784, alla presenza dell'imperatore Giuseppe II e della duchessa di Parma.
Da una lettera di Metastasio (14 maggio 1781) risulta che la D. fu interprete di una cantata funebre su testo di S. Mattei con musica di S. Rispoli (forse Il Salmista confuso, composto per la morte di Maria Teresa). Il Gerber riferisce inoltre (col. 857) che la D. cantò spesso per la duchessa vedova di Weimar, durante il soggiorno di questa a Napoli nel 1789.
Per la stagione 1783-84, la D. era stata scritturata dal Regio di Torino, ma dovette rinunciare all'impegno poiché il Buonsollazzi, appena nominato segretario della Regia Intendenza di Capodimonte, non poteva ottenere un permesso per accompagnarla ed ella non si sentiva di intraprendere il viaggio da sola.
Le due figlie della D. non seguirono la carriera della madre; ma la loro abilità nel canto è testimoniata dal Reichardt che (cfr. Gerber. col. 857) le udì nel 1790 eseguire una canzonetta napoletana a due voci con accompagnamento di chitarra a cinque corde, e da una gazzetta napoletana del 1792 che riferisce di una festa in casa Buonsollazzi in cui esse brillarono nel canto e nella danza (Enc. d. Spettacolo, col. 266).
La D. morì a Napoli nel 1816.
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