DE CARO
Quattro sorelle D., ballerine, calcarono le scene dei maggiori teatri italiani ed europei a cavallo del XIX secolo. Non sono noti luogo e data di nascita della primogenita Maria. Fu allieva di A. Vestris e di J.-G. Noverre; da quest'ultimo ereditò una notevole avversione per les entrechats, les cabrioles e per i passi eccessivamente complicati. Secondo M. H. Winter, fu presumibilmente (... the first ballerina pictured on the pointe..." (p. 123).
B. Croce, riportando il giudizio del giovane viaggiatore tedesco K. J. Stegnianti, che aveva avuto la ventura di assistere a una esibizione di Maria al teatro S. Carlo nel 1798, scrive: "... è superiore alla Viganò, tanto decantata a Vienna e a Berlino. La De Caro ha la sfortuna di parere, fuori del teatro, non solo non bella, anzi appena sopportabile. Ma sulle scene la sua figura di ninfa fa interamente dimenticare questo difetto..." (p. 655).
Nel 1785 Maria figurava già prima ballerina al teatro S. Moisè di Venezia, ove danzò durante due stagioni (autunno 1785-carnevale 1786) nei balletti di A. Cavos: Il serraglio d'Osmano, Il ballo campestre e L'olandese in Venezia. Nell'aprile 1788 si recò a danzare a Genova, dove la famiglia non poté raggiungerla per la nascita della sorella Maddalena (25 aprile), e pochi mesi dopo si trasferì a Londra, meta ambita di ogni artista per gli elevati compensi che vi si potevano ottenere.
Il soggiorno londinese (dove la famiglia De Caro si riunì di nuovo) durò circa sette anni. Dopo aver raggiunto fama e ricchezza - fu una delle ballerine meglio retribuite del suo tempo - Maria "si trasferì a Parigi. Qui non ebbe immediate occasioni di lavoro per il suo desiderio di danzare soltanto nei balletti di grande impegno. La situazione, tuttavia, mutò non appena giunse a Parigi il Noverre che, per la sua autorevolezza, riuscì ben presto a procurare contratti alla sua pupilla, la quale poté esibirsi in diversi balletti riscuotendo sempre uno straordinario successo.
Agli inizi del 1796 la famiglia D. rientrò in Italia, e Maria e le sorelle danzarono nei più importanti teatri in diverse città del Nord. Durante quell'anno e fino al carnevale del successivo, Maria tornò a Venezia per ballare al teatro S. Benedetto e alla Fenice. Nell'autunno del 1797 danzò al teatro La Pergola di Firenze in tre balletti di V. Fiocchi: Gli Sciti, Raollo Signore di Crequì e Un divertimento Campestre. Nei mesi di dicembre e gennaio dell'anno successivo fu al teatro alla Scala di Milano in alcuni balletti di F. Beretti, fra cui La morte del re Danaò e Chi la fa l'aspetta. Il Gatti, nella elencazione degli interpreti di balletti dati alla Scala, la cita sovente con il cognome del marito, Narducci (II, pp. 157-60).
Dopo la breve parentesi milanese, ottenne un ingaggio al teatro S. Carlo di Napoli. La chiamata fu vivamente caldeggiata da Emma Hamilton, che nutriva profonda ammirazione per la ballerina, e la segnalò con insistenza alla regina Maria Carolina. Dal dicembre del 1799 al gennaio 1802 Maria tornò alla Scala, dove interpretò numerosi balletti di G. Ronzi e G. Clerico, cui parteciparono, con ruoli minori, anche le sorelle Francesca e Maddalena. Nel 1802 ottenne dal barone von Braun, che era direttore del Hoftheater di Vienna, un contratto pluriennale, che iniziò nell'aprile dello stesso anno, quando le trq sorelle si esibirono in un divertissement di S. Viganò e nel balletto Die Tänzerinn von Athen di A. Muzzarelli. Secondo Winter in questo periodo "... the women were dominated by a whole group of Del Caros: Maria Del Caro-Narducci, and the sisters Francesca and Magdalena..." (p. 189).
Maria si ritirò dalle scene nel 1806. Si ignorano l'anno e il luogo della morte.
Ballerina fu anche la sorella Maddalena, la più giovane delle quattro D., nata a Civitavecchia il 25 apr. 1788. Ricevette le prime lezioni di danza dalla sorella Maria e, qualche tempo dopo, fu seguita direttamente dal Noverre, che la indirizzò, quando la famiglia si trasferì in Italia, al suo allievo S. Gallet, maestro di ballo a Milano. Il debutto artistico di Maddalena avvenne in questa città, alla Scala, nel 1799, dove eseguì un breve a solo, in un balletto in cui Maria figurava come prima ballerina.
Per diversi anni Maddalena continuò la sua carriera partecipando, in ruoli secondari, ad altri balletti in cui Maria figurava protagonista. Il momento in cui iniziò ad avere un successo autonomo coincise con l'arrivo del Gallet a Vienna (dove le tre sorelle si erano trasferite nel 1802); nel 1804 le sue doti si rivelarono nella interpretazione del Tyroler Ballett. Negli anni successivi attraversò un breve periodo di difficoltà, perché le vennero a mancare i due più importanti sostegni: Maria e S. Gallet, che abbandonarono le scene. Ciononostante superò la crisi, consolidando il suo prestigio.
Il 23 ott. 1805 sposò Georg Friedrich Treitschke, commediografò, drammaturgo e poeta di corte a Vienna, dal quale ebbe tre figli. Nel 1807 fu nominata prima ballerina dal direttore del Hoftheater; nel 1808, quando giunse a Vienna L.-A. Duport - uno dei più famosi ballerini del suo tempo - Maddalena diventò sua allieva. Nel 1809 e 1810, alternandosi a T. Neumann, interpretò anche ruoli maschili. Nel 1811 ebbe un vantaggioso contratto a Monza per alcuni spettacoli e, successivamente, fu ingaggiata alla Fenice di Venezia per interpretare i balletti Ciro e Tamiri e Cesare in Egitto.
Ritornata a Vienna nel 1812 si esibì in alcuni balletti da lei adattati, fra cui le danze principali dei balletto Preciosa. L'estate del 1813 segnò il suo momento artistico più brillante: danzò infatti con il Duport, tornato a Vienna, in alcuni balletti composti dal ballerino, fra cui Aschenbrödel, Amor und Psyche e Der Blödenritter; in quest'ultimo, cavallo di battaglia del Duport, Maddalena, alla sua partenza, interpretò il ruolo principale del cavaliere. In tale periodo, però, dovette momentaneamente sospendere la sua attività per motivi di salute. Qualche tempo dopo si recò a Londra, dove interpretò insieme ad A. Vestris, allora sessantenne, The Caliph of Bagdad. Un improvviso riacutizzarsi della malattia la costrinse ad interrompere le rappresentazioni e a osservare un altro periodo di riposo. Volle, tuttavia, tornare sulle scene nell'agosto del 1815, esibendosi nel balletto La Gioconda con il quale concluse la sua carriera artistica.
Dal necrologio apparso nel Wiener Moden Zeitung dell'11 sett. 1816 apprendiamo che morì a Vienna il 24 ag. 1816 e fu sepolta nel cimitero di Schönbrunn, vicino a F. J. Haydn.
Scarse le notizie sull'altra sorella, Francesca, anch'essa ballerina; la quale, sebbene non avesse ricoperto ruoli di alto livello artistico, figurava nel corpo di ballo sia alla Scala sia a Vienna. Morì a Vienna nel 1819.
Dell'ultima sorella non si conosce il nome né si dispone di alcuna informazione biografica, se non di quella che accenna alla sua esistenza, di K. von Wurzbach (p. 105).
Fonti e Bibl.: T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1899, pp. 391, 397, 471 s., 476, 479 s.; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1788-1963). II, Cronologia, Milano 1964, pp. 157-60; M. H. Winter, The pre-romantic ballet, London 1974, pp. 123 s., 175, 189 s., 198, 241; K. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, XLVII, pp. 105-08. Per Maria cfr. B. Croce, I teatri napoletani..., Napoli 1891, p. 655; U. Morini, La Regia Accademia degli Immobili ed il suo teatro La Pergola, 1649-1925, Pisa 1926, p. 91; R. Palumbo, Carteggio di Maria Carolina con lady Emma Hamilton, Bologna 1967, p. 162; L. Rossi, Il ballo alla Scala - 1778-1970, Milano 1972, p. 32. Per Maddalena: Wiener Moden Zeitung und Zeitschrift, 11 sett. 1816, pp. 461-64; I teatri di Venezia. Opere e balli dati alla Fenice fino al 1869, Milano 1869, p. 4.