de-islamizzato
p. pass. e agg. Sottratto all’influenza dell’Islam.
• Nell’immaginario religioso arabo e musulmano di tutto il ventesimo secolo la Turchia divenne, a causa delle riforme kemaliste, una nazione in pratica de-islamizzata; forze e movimenti come i Fratelli musulmani o i wahhabiti l’hanno sembra additata ad esempio dei mali dell’occidentalizzazione, saldando a questi sentimenti i vecchi rancori per la dominazione ottomana. (Roberto Tottoli, Corriere della sera, 13 giugno 2013, p. 15) • Per i detenuti musulmani, in larga parte de-islamizzati prima del loro ingresso nel circuito penitenziario, l’Islam consente di ristrutturare un’identità personale dentro a codici comunque rassicuranti, anche perché noti. Ma quest’identità ritrovata può prendere il volto del semplice ritorno alla fede, divenendo un fattore d’ordine interiore e nelle celle; o quello dell’adesione al messaggio radicale come forma di rivolta verso il Paese, o il mondo, che ha dato forma al sistema giuridico e carcerario che ha condannato o recluso il detenuto. (Renzo Guolo, Repubblica, 25 agosto 2017, p. 6).
- Derivato dal p. pass. e agg. islamizzato con l’aggiunta del prefisso de-.
- Già attestato nel Corriere della sera del 15 maggio 2003, p. 54, Lombardia (Francesco Sanfilippo).