DE LAUNAY, Edoardo Luigi Mario
Nacque nel 1820 a Pinerolo dal generale Gabriele e da Camilla Angelica De Caze de Méry, primogenito di due sorelle e di un fratello. Ereditati dal padre la devozione e il profondo attaccamento alla monarchia sabauda, entrò nella carriera diplomatica: applicato di seconda classe presso la segreteria di Stato per gli Affari esteri (1841), nel 1843 fu inviato in Svizzera in qualità di addetto alla legazione e per un certo periodo ebbe l'opportunità di sostituire l'incaricato d'affari, il conte Edoardo Crotti di Costigliole, temporaneamente assente, nel disbrigo degli affari di normale amministrazione; nel febbraio 1844 venne promosso secondo segretario di legazione.
Poiché allora in Svizzera divampava la lotta tra i Cantoni protestanti, di tendenze democratiche, e quelli cattolici conservatori - che culminerà nella guerra del Sonderbund del 1846 - il D., nella sua qualità di segretario, tenne costantemente aggiornato, tramite il ministro degli Esteri, il governo sabaudo sull'evoluzione che di giorno in giorno subiva lo scontro politico e militare tra le forze radicali e quelle conservatrici.
Nell'aprile del 1845 - in seguito alla vittoria riportata dai conservatori su alcuni corpi franchi organizzati dai radicali - fu inviato in missione a Zurigo per esprimere l'appoggio del Regno di Sardegna ai conservatori, ma anche per raccomandare ai vincitori moderazione e clemenza nei confronti dei vinti, al fine di non aggravare ulteriormente la situazione; egli doveva inoltre tenere informato il governo subalpino sulla successiva evoluzione delle faccende svizzere che da Torino venivano seguite con molta attenzione. Il D. venne però dopo pochi giorni richiamato da questa missione a Zurigo e sostituito dal Crotti.
Nel 1846 lasciò la Svizzera, essendo stato nominato secondo segretario di legazione a Berlino, dove nel settembre 1847 ottenne la promozione a primo segretario. Qui il D. ebbe occasione di approfondire la propria esperienza diplomatica, poiché dal giugno al dicembre 1847 fece le veci del ministro plenipotenziario (il conte Carlo Rossi) allora assente.
In questo periodo egli si fece apprezzare dalle autorità prussiane che a lui spesso si rivolgevano per avere notizie precise sugli avvenimenti che si stavano allora verificando negli Stati italiani. Lo stesso D. si compiaceva del rilievo che allora aveva assunto in Prussia la legazione sarda e così scriveva al Solaro in un dispaccio del 17 sett. 1847: "Les événements dont notre Péninsule est le théâtre, ont donné plus de relief encore à la légation du Roi en Prusse. Le Saint Siège, n'ayant pas de réprésentant à Berlin, le ministre de Naples ne recevant pas des nouvelles postérieures à celles des journaux en suite de la position géographique de son pays, c'est à moi que s'adressent les membres du Corp diplomatique pour la plupart pour obtenir des détails exacts sur l'état de l'Italie. On le fait avec confiance, car l'on sait que le gouvernement du Roi a toujours fait preuve d'attachement aux idées d'ordre et de modération. Le cabinet de Turin répresente ici le principe conservateur en Italie soutenu par une force militaire imposante..." (Arch. di Stato di Torino, Lettere ministri. Prussia, m. 32).
Nell'aprile 1849 il D. fu inviato in Portogallo come incaricato d'affari del re di Sardegna presso la corte di Lisbona, con il compito particolare di portare la lettera in cui Vittorio Emanuele II annunciava alla regina di Portogallo il proprio avvento al trono, dopo l'abdicazione di Carlo Alberto, e con l'incarico di mettersi a disposizione del re esiliato. In realtà il D. fu costretto a rimandare di parecchie settimane l'inizio della nuova missione, poiché - essendo scoppiata un'epidemia di colera a Londra, dove egli poco tempo prima era passato - giunto a Lisbona dovette trascorrere un periodo di quarantena nel lazzaretto di quella città. In Portogallo assistette Carlo Alberto durante tutto il periodo della sua malattia e, dopo il decesso, a lui fece capo l'organizzazione per le cerimonie funebri e per la traslazione della salma in Piemonte.
Nel giugno del 1850 il D. concluse la sua missione in Portogallo e venne nominato consigliere di legazione e incaricato d'affari ad interim presso la corte di Madrid, in seguito alla partenza per Bruxelles del conte Lupi Moirano di Montalto.
In questa veste il D. svolse un'intensa azione diplomatica per concludere una convenzione postale tra la Spagna e il Regno di Sardegna e per placare i risentimenti della corte iberica in seguito all'approvazione delle leggi Siccardi che limitavano i privilegi ecclesiastici. A tal proposito il 25 ag. 1850 egli scriveva al d'Azeglio che la Spagna si doleva di veder nascere nel Regno di Sardegna "un nouveau motif de désaccord entre les pouvoirs temporel et spirituel, dans un pays où la marche du ministère inspire de la confiance, où les institutions constitutionelles sont sérieusement acceptées et loyalment pratiquées, mais où il faut eviter de fournir des prétextes à l'agitation en présence des partis extrèmes..." (Arch. di Stato di Torino, Lettere ministri. Spagna, m. 117).
Nell'agosto 1851 fu nominato ministro residente a Madrid il conte Alfonso d'Antioche, cosicché nell'ottobre di quell'anno egli lasciò la penisola iberica. Dopo un breve soggiorno in Svizzera, nel febbraio del 1852, ricevette nuovamente la nomina di incaricato d'affari presso il governo spagnolo, ove, tuttavia, restò poco tempo, poiché nel luglio 1852 tornò in Svizzera in qualità di incaricato d'affari a Berna, in sostituzione del cavaliere Camillo di Barral. Nel giugno 1853 terminò la sua missione in Svizzera, dopo essersi adoperato per porre le basi per una convenzione telegrafica con la Confederazione, che verrà poi portata a termine dal suo successore, e per stabilire comunicazioni ferroviarie tra la Svizzera e la Savoia. Si trasferì quindi a Berlino in qualità di ministro residente. Qui svolse una delicata attività diplomatica allorché il Piemonte si alleò con lo schieramento francoinglese contro la Russia nella questione d'Oriente, decisione che non piacque alla Prussia, la quale vedeva in questo atto una chiara subordinazione dello Stato sabaudo alla volontà anglofrancese.
Nel luglio 1856 il D. fu nominato ministro plenipotenziario ed inviato straordinario a Berlino e durante la preparazione della seconda guerra d'indipendenza collaborò attivamente alla politica del Cavour, cercando di ottenere l'appoggio della Prussia o, per lo meno, la sua neutralità, in caso di guerra contro l'Impero asburgico.
Nel 1864 fu trasferito a Pietroburgo come inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Qui svolse la sua azione diplomatica nel delicato periodo precedente la terza guerra d'indipendenza, durante il quale la Russia fu corteggiata tanto dalla Prussia come dall'Austria, che ne cercavano l'appoggio. Il D. si adoperò allora per tentare di spingere l'Impero dello zar a prendere posizione in favore del Regno di Sardegna e della Prussia sua alleata, nel vano tentativo di indurre il governo russo ad abbandonare quell'ambiguo atteggiamento di neutralità che allora aveva assunto.
Il 21 marzo 1867 ritornò nuovamente a Berlino in qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Dopo la presa di Roma si adoperò per mantenere rapporti amichevoli con la Prussia, in un momento alquanto critico per l'Italia, allora assillata dalla questione romana, che le aveva attirato l'inimicizia della Francia, offesa per di più anche dalla neutralità mantenuta dal Regno d'Italia nello scontro franco-prussiano del 1870. In questa situazione il governo italiano tentò un riavvicinamento a Vienna e a Berlino. Il D. collaborò a tessere amichevoli rapporti con il neocostituito Impero di Germania, che vennero suggellati dalle visite ufficiali di Vittorio Emanuele II e del ministro degli Esteri E. Visconti Venosta a Berlino nel settembre 1873, visita restituita da Guglielmo I a Milano nell'aprile e nell'ottobre 1875. Il D. in questa circostanza era propenso, come il Bismarck, alla stipulazione di una vera e propria alleanza tra i due paesi, tuttavia questa sua opinione non venne condivisa dal governo italiano che allora voleva ottenere soltanto un riavvicinamento alla Germania per intimorire la Francia.
Nel 1875 venne promosso ambasciatore a Berlino; il 5 maggio 1880 ricevette la decorazione di cavaliere della Ss. Annunziata; nel 1882 fu uno dei principali fautori della Triplice Alleanza e nel 1887 collaborò attivamente con il conte C. F. Nicolis di Robilant, ambasciatore d'Italia a Vienna, per il rinnovo.
Il D. si spense a Berlino il 7 febbr. 1892, in seguito a una polmonite. La sua salma venne sepolta a Berlino nel cimitero di S. Edvige, vicino a quella della moglie la signora Hallwyl - vedova di M. de Seigneux -, che aveva sposato durante il suo lungo soggiorno berlinese.
I giornali tedeschi lo ricordarono con parole di stima e di simpatia e il quotidiano Reichsanzeiger - secondo quanto ci dice la Gazzetta del popolo del 10-11 febbr. 1892 - riassunse l'opera del D. scrivendo che "godette della stima e amicizia degli imperatori Guglielmo I, Federico III e Guglielmo II. Contribuì notevolmente alle relazioni italo-tedesche affinché divenissero sempre più cordiali e amichevoli, mercé la sua persona ispirante fiducia, la sua fede provata e le sue maniere che gli accattivarono gli animi...".
Fonti e Bibl.: L'attività diplomatica del D. fino al 1860 è documentata dai suoi dispacci conservati nell'Arch. di Stato di Torino, sez. I, Lettere ministri. Svizzera, mazzi 57, 58, 59, 62, 63, 64; Ibid., Lett. ministri. Prussia, mazzi 32, 35, 36, 37, 38; Ibid., Lettere ministri. Spagna, mazzi 117, 118; Ibid., Lett. ministri. Portogallo, mazzo 24; questi ultimi in parte pubbl. in E. De Launay, Relazioni sulla malattia, morte e trasporto della salma e sulle esequie celebrate a S.M. il Re Carlo Alberto, Torino 1849. I documenti riguardanti la sua attività successiva sono conservati all'Arch. d. Ministero Affari esteri su cui si vedano i seguenti inventari a stampa: Ministero degli Affari esteri, Indici dell'Archivio storico, VI: Le scritture del ministero degli Affari esteri del Regno d'Italia dal 1861 al 1868, a cura di R. Moscati, Roma 1953, pp. 110 s.; Id., Inventario delle rappresentanze diplomatiche, Berlino 1867-1943. Vienna 1862-1938, Roma 1981, pp. 14 ss.; parte di questi dispacci sono pubbl. in Documenti diplomatici italiani, s. 1 (1861-1870), I, Roma 1952; II-IV, ibid. 1959-1973; VII, ibid. 1983; XIII, ibid. 1963, ad nomen; s. 2 (1870-1896), I-III, Roma 1960-1969; XXI, ibid. 1968, ad nomen; F. Salata, Per la storia diplom. della questione romana, I, Da Cavour alla Triplice Alleanza, Milano 1929, pp. 273-282; T. Filesi, Cento anni fa: l'Italia alla conferenza di Berlino, in Clio, XXI (1985), pp. 105 ss., con bibl.; per la ricostr. della carriera cfr. anche: Calendario generale dei Regi Stati sardi, 1841-1859, ed il Calendario generale del Regno d'Italia, 1860-1892.Brevi cenni biografici in Enc. Ital., XII, p. 150; Armorial et nobiliaire de l'ancien Duché de Savoie, III, Grenoble 1893, p. 242. Cenni sulla sua malattia e morte in Gazzetta del popolo, Torino, 3-12 febbr. 1892.