DE MARIA BERGLER, Ettore
Nacque a Napoli il 25 dic. 1850 da Lorenzo De Maria, intendente dei palermitano Giovanni Riso barone di Colobria, e da Vittoria Bergler, viennese, durante un breve soggiorno della famiglia in quella città. A Palermo, dal 1875 al 1877, fu allievo di Francesco Lojacono, celebre per i paesaggi e per le marine di accurata resa realistica. Negli anni fra il 1877 e il 1880 gli fu mecenate il barone Riso, consentendogli di compiere alcuni viaggi di studio, fondamentali per completare la sua formazione artistica.
A Napoli frequentò infatti gli studi di D. Morelli, E. Dalbono e di Filippo Palizzi; a Firenze entrò in contatto con le più aggiornate correnti artistiche del tempo e quindi con l'ambiente dei macchiaioli: nelle collezioni degli eredi si conservano una serie di piccoli bozzetti di "macchia" e un suo piccolo straordinario ritratto dello scultore Rinaldo Carnielo, firmato e datato Firenze 1878. Fino al 1885 il D. trascorse lunghi periodi a Roma e a Firenze, dove lavorò moltissimo per la galleria Pisani, affermandosi come pittore di paesaggi e di scene di genere tipicamente siciliane.
Si può dire che a partire dal 1875 prese parte a quasi tutte le mostre regionali e nazionali, ed anche ad alcune esposizioni all'estero, di cui è impossibile però dare conto dettagliatamente. Va ricordata comunque la sua partecipazione all'Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92 (p. 7 del catal.; recensione di A. Lo Forte Randi, in Natura e arte, II[1892], pp. 698 s.) dove presentò Cavalli alla foce, I chierici rossi, Ricordi della Sicilia, Il primo fiore e Sei studi. Suoi dipinti figurarono anche in diverse edizioni (1901, 1903, 1905, 1907, 1909, 1910, 1912) della Biennale di Venezia.
Alla Biennale del 1903, nella "sala del Mezzogiorno", oltre a un suo quadro (Luci vespertine), era esposta una scrivania-stipo in mogano (p. 126 del catal.) eseguita dalla casa Ducrot di Palermo su disegno di E. Basile, con decorazioni in bronzo di A. Ugo e pitture del D. all'interno degli sportelli (acquistata dal ministro della Pubblica Istruzione per la futura Galleria nazionale d'arte moderna di Roma dove è tuttora conservata, nella stanza del direttore amministrativo).
Alla Biennale del 1909 ebbe una vera e propria personale (catal., pp.138 ss.), nella sala intitolata "Bellezze della Sicilia" con decorazioni e mobili eseguiti da Vittorio Ducrot su disegni di Ernesto Basile, ai quali lo legava una intensa collaborazione (si vedano le recens. in Corriere della sera, 30 apr. 1909: U. Ojetti; in Emporium, XXX [1909], p. 180: V. Pica; in La Sicileillustrée, VI [1909], 2, p. 10; in Nuova Antologia, 1909, pp. 125 s.).
Con questa serie di dipinti, Popolana di Piana dei Greci, Terrazza siciliana, Impressioni e ricordi, L'Etna visto da Taormina, Campagna di Siracusa, La Zisa, Paesaggio agrigentino, il D. si inserì autorevolmente fra i più quotati pittori meridionali degli inizi del Novecento; ottenne infatti unanimi apprezzamenti da parte della critica, che ne lodò la scelta dei soggetti, la perizia tecnica, e la felice fusione di realismo e di morbide eleganze coloristiche.
Un settore importante della produzione del D. è costituito dai numerosi ritratti, ricercati e raffinati, che egli eseguì soprattutto per la committenza palermitana nobile e borghese, in larga parte ancora oggi in collezioni private. Fra i tanti, ricordiamo lo splendido pastello raffigurante Giovanna Florio e i ritratti del Padre (1885) e della Madre (1886; tutti a Palermo, casa De Maria), Maria Berta di Rohan arciduchessa di Madrid e Ilduca di Madrid (Palermo, Galleria d'arte moderna), e alcuni ritratti dei direttori generali del Banco di Sicilia (Palermo, sede centrale del Banco di Sicilia).
Non è da trascurare inoltre la sua attività di decoratore. A lui si devono le otto sovrapporte, di gusto presimbolista, nel salone della direzione della Cassa di risparmio di Palermo, e le decorazioni (oggi perdute) dei piroscafi "Giulio Cesare", "Roma", "Dux" e "Caio Duilio". In collaborazione con Rocco Lentini e Michele Cortegiani eseguì gli affreschi (1893) del soffitto del teatro Massimo di Palermo. Ma il nome del D. è legato soprattutto ai notissimi affreschi della sala da pranzo del Grand Hótel Villa Igea di Palermo (1900), di puro gusto fioreale, perfettamente integrati negli ambienti disegnati e arredati da E. Basile. I bozzetti delle scene allegoriche rappresentate (Floralia, Profumo del mattino, Profumo della sera) sono attualmente conservati presso gli eredi del pittore.
La Galleria d'arte moderna di Palermo, oltre a quelli già ricordati, conserva un nutrito gruppo di suoi dipinti: Rinaldo e Armida (1912), Taormina, Palazzo Sclafani, Stagno d'Ercole, Cigni alla fontana Pretoria, Contadina con brocca, Paesaggio, Paesaggio con fiume, Donna di Sicilia, Ritratto di signora, Ritratto d'uomo, Ritratto della signora Guarrasi (1923), Ritratto della signora Lecerf.
Altre opere del D. si trovano nelle Gallerie naz. di Capodimonte di Napoli (Ilvoto), nella Galleria naz. d'arte moderna di Roma (Sera), nella Galleria d'arte moderna Ca' Pesaro di Venezia (Curiosa, Conca d'oro) e in altre raccolte pubbliche italiane e straniere.
Dal 1913 al 1931 tenne la cattedra di pittura all'accademia di belle arti di Palermo. Morì a Palermo il 28 febbr. 1938.
Il percorso stilistico del D. appare abbastanza uniforme e nel complesso poco originale, fedele a una formula naturalistica, dal timbro evocativo e dalla pennellata morbida e luminosa derivata dal Lojacono, che spesso però scade nel bozzettismo e nella scena di genere. Ed anche nei ritratti, molti dei quali eseguiti a livelli di grande virtuosismo con la tecnica del pastello, egli ripropone gli stessi effetti di elegante naturalismo. Solo nel raffinato linearismo e nelle preziosità cromatiche delle decorazioni del salone di Villa Igea, che è da annoverare fra gli esiti più felici del liberty italiano, il D. si rivela artista attento e aggiornato, memore addirittura di certi stilemi di A. Mucha e dei Nabis.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate all'interno della voce si veda: Catalogo dell'Esposizione nazionale di belle arti del 1877 in Napoli, Napoli 1877, p. 49; Catalogo ufficiale illustrato della Esposizione nazionale di belle arti..., Milano 1881, p. 69; A. Lo Forte Randi, Mostra regionale di belle arti in Palermo, in Natura ed arte, IV (1894-95), pp. 446 s.; V. Pica, L'arte mondiale alla IV Esposizione di Venezia, Bergamo 1901, p. 204; P. Orano, The isle of the year, in La Sicile illustrée, V (1908), nov., pp. 8-11; G. Marangoni, Alla X Esposizione di Venezia: la scultura internazionale - Pittori veneziani, triestini e meridionali, in Cultura ed arte, XXI (1911-12), p. 303; L. Bénédite, Storia della pittura del secolo XIX, Milano 1915, pp. 608 s.; F. P. Mulé, Alla "Pro Patria Ars", in L'Ora (Palermo), 19-20 maggio 1917; S. Marino Mazzara, Pittori dell'Ottocento in Palermo, Palermo 1936, p. 19; M. Accascina, Ottocento siciliano. Pittura, Roma 1939, pp. 10, 103, 105, 120 ss.; F. Meli, La Regia Accademia di belle arti di Palermo, Firenze 1941, pp. 58, 61, 130; A. Schettini-M. Borgiotti-A. Dragone, Pittura italiana dell'Ottocento nella collezione Morra in Palermo, Firenze 1955, pp. XI, XLI s.; R. Collura, Il ritratto palermitano dell'Ottocento (catal.), Palermo 1966, p. 6; Id., Opere inedite e poco note di artisti siciliani dal 1800al 1950 (catal.), Palermo 1971, p. 12; R. Bossaglia, Illiberty. Storia e fortuna del liberty italiano, Firenze 1974, pp. 23 s., 96, 124; L. Vinca Masini, Art nouveau, Milano 1976, pp. 328 s.; Ernesto Basile architetto (catal.), a cura di P. Portoghesi, Venezia 1980, pp. 82-86; R. Bossaglia, Illiberty siciliano, in Storia della Sicilia, X, Palermo 1981, pp. 154 ss., 165; F. Grasso, Ottocento e Novecento in Sicilia, ibid., p. 194; E. Di Stefano, Palermo 1900 (catal.: sezione arti figurative), Palermo 1981, pp. 150, 153, 156, 158, 161, 199, 267; A. Sciarra Borzi, Ernesto Basile. La tradizione locale rivissuta come memoria creativa, Palermo 1982, pp. 121, 123 ss., 129; I pittori dell'Ottocento in Sicilia nelle collezioni del Banco di Sicilia (catal.), Palermo 1983; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1889, p. 173; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 93 (subvoce Maria-Bergler, Ettore De); Encicl. Ital., XII, p. 578; Dizionario dei siciliani illustri, Palermo 1939, p. 171; Dizionario enciclopedico Bolaffi, VII, p. 193.