DE MARTINO, Eduardo Federico
Nacque a Meta, nella penisola sorrentina (prov. di Napoli), il 29marzo 1838 da Elisabetta Savarese, figlia di Francesco Saverio, cavaliere di Malta, e da Salvatore, primo pilota della real marina, ultimo nato di otto fratelli. Dopo pochi mesi suo padre cessò di vivere ed egli fu destinato alla vita di mare, sia per le condizioni non più floride della famiglia, sia per la naturale e quasi esclusiva vocazione del paese natale alle attività marittime. Ma una spontanea inclinazione verso le belle arti portò il D. fin d'allora a disegnare, ed in seguito a dipingere, scene di mare.
Il 7 maggio 1849, a poco più di undici anni, fu avviato a Napoli, all'Accademia della marina militare, per seguire la carriera del padre, già intrapresa dal fratello Gennaro, di otto anni più anziano di lui. Nonostante la rigida disciplina ivi osservata e lo scarso tempo a disposizione, riuscì a frequentare corsi liberi serali presso il locale istituto di belle arti, nonché gli studi di Giacinto Gigante e Domenico Morelli. Contemporaneamente si dedicò con molta passione anche allo studio dell'architettura navale ed alla costruzione di modelli di navi di ogni genere, acquisendo conoscenze delle quali si avvalse largamente nel corso della sua attività. In quegli anni ebbe altresì occasione di effettuare numerosi viaggi all'estero, che gli permisero di eseguire numerosi disegni ed acquerelli di marine che attestano con tutta evidenza i progressi da lui fatti nella rappresentazione del mare e delle navi.
Con la proclamazione del Regno d'Italia, egli seguì la sorte della marina delle Due Sicilie unificata a quella sarda. Il 3 dic. 1863 fu nominato pilota di terza classe ed il 26 giugno 1864 sottotenente di vascello. L'ultimo Annuario ufficiale della Marina che registra il suo nominativo, al grado anzidetto, è del 1867 e pertanto dall'anno seguente il D. cessò di appartenere alla marina militare.
La data precisa non risulta dagli archivi della marina stessa, ma in essi è riportata la notizia che, nel 1866, egli era imbarcato quale ufficiale di rotta sulla pirocorvetta "Ercole", in servizio presso la stazione navale dell'America meridionale, con sede a Montevideo. In quel periodo l'"Ercole" incorse in un grave incidente di navigazione, la cui responsabilità fu fatta ricadere sull'ufficiale di rotta. Per non subire l'immeritato affronto, dopo brevi imbarchi su altre navi, il D. nel 1868 lasciò la marina militare.
Nello stesso anno si stabilì a Montevideo, dove era già ben introdotto e si era fatto apprezzare come pittore di battaglie navali. Dopo alcuni mesi di permanenza in quella città prima, ed a Porto Alegre e Rio Grande poi, durante i quali visse eseguendo dipinti di mare e di guerra per enti e personaggi locali, con l'appoggio degli ammiragli brasiliani marchese di Tamandaré, Barroso ed Alvin, fu presentato all'imperatore del Brasile Dom Pedro II, appassionato di arte e di mare. Questi commissionò al D. una serie di dipinti di grandi dimensioni per immortalare gli scontri navali della guerra del Paraguay allora in corso e, al fine di ritrarre le scene con la massima fedeltà, lo invitò a prendere imbarco sulla nave "Wasp" ed a portarsi sul teatro delle operazioni.
Il pittore iniziò una produzione febbrile di tele dalla impressionante fedeltà, tuttora conservate presso musei e gallerie di Rio de Janeiro e di altre città del Brasile e dell'Argentina. Nel 1870 partecipò all'Esposizione generale di belle arti a Rio de janeiro presso il palazzo dell'accademia ottenendo un lusinghiero successo, rinnovato presso la stessa accademia in occasione delle esposizioni del 1872, del 1875 e del 1889. Per i particolari meriti acquisiti nel campo della pittura di marine, nel 1871 fu nominato da Dom Pedro II cavaliere dell'Ordine della rosa e nel 1872 membro corrispondente dell'Accademia imperiale di belle arti.Dopo fortunati soggiorni a Porto Alegre, Rio Grande, Montevideo, Buenos Aires ed in numerose altre città dell'America meridionale, nel 1876 il D. sposò a Rio de janeiro Isabella Coelho Gomes, di vent'anni più giovane, con la quale subito dopo si trasferì a Londra. Secondo un'indagine di Salvatore de Mendonça (Freire, 1983, p. 154), il D. lasciò in Brasile ben 343 quadri ad olio di grandi dimensioni, che aveva eseguito in poco più di otto anni. Forse proprio questa esuberante produzione specialistica, con la conseguente saturazione del mercato artistico locale, oltre al vivo desiderio di accedere al centro propulsivo delle più qualificate correnti pittoriche mariniste, sono i motivi che determinarono il suo trasferimento in Inghilterra.
A Londra il pittore sistemò il suo studio a StJohn's Wood, nel quartiere degli artisti. Consisteva in un ampio salone per la pittura con un adiacente locale attrezzato a cabina di bordo. Nell'annesso giardino installò un albero di nave con un picco al quale tutte le mattine alzava la bandiera italiana. L'abitazione era a College Crescent, nella zona dello Swiss Cottage, considerata fra le più eleganti della metropoli, poco distante dallo studio.
Il D. giunse in Inghilterra con le migliori credenziali; gli riuscì pertanto agevole introdursi a corte e negli ambienti più qualificati della capitale e familiarizzare con i vertici della marina militare, dei settori armatoriali e assicurativi, nonché dei clubs più esclusivi del Regno Unito. Ma le relazioni più qualificanti egli le stabilì col principe di Galles, poi Edoardo VII, sia prima sia dopo la sua elevazione al trono, e con Alessandra di Danimarca, sua consorte. Esse furono tanto strette e sentite da comportare la partecipazione del marinaio-pittore a tutte le attività dei sovrani che in qualche modo attenessero al mare.
Il 19 febbr. 1877 nacque la prima figlia, Violetta; il 10 apr. 1878 la seconda, Maria Elisabetta ed il 3 ott. 1879 il figlio Romeo (che morirà nel 1897). Proprio alla fine del 1879 il D. fu colpito da paralisi all'intero fianco destro ma continuò a dipingere anche se con gravi difficoltà. Il 21 maggio 1912, mentre si stava preparando per andare alla stazione Vittoria per assistere alla partenza della regina madre Alessandra per Copenaghen, ebbe un altro attacco, mortale. Le sue spoglie, insieme con quelle della moglie e del figlio Romeo riposano ora nel cimitero cattolico di St. Mary a Londra, in Kensal Green.
Non mancarono al D. riconoscirnenti ufficiali, il più prestigioso dei quali fu senza dubbio quello di "Marine Painter in Ordinary to the Queen", carica che in seguito non fu più attribuita. Altro riconoscimento di particolare importanza, oltre a quelli ricevuti in Sudamerica e dei quali si è già detto, fu la nomina a membro dell'Ordine della regina Vittoria (M. V. O.) del quale ricevette il diploma ufficiale l'11 giugno 1898, dalle mani della regina, nel castello di Balmoral; in seguito fu comandante dello stesso Ordine (C. V. O.). Tra i numerosi altri riconoscimenti gli furono particolarmente cari la nomina a professore onorario della sezione pittura dell'istituto, ora accademia di belle arti di Napoli (31 maggio 1902) e quella di cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Fu amico personale di molti sovrani ed in particolar modo, oltre che di quelli inglesi, dell'imperatore germanico Guglielmo II. Anche l'imperatore Doni Pedro II del Brasile ed altri sovrani gli fecero visita nel suo studio di St. John's Wood. Mantenne ottimi rapporti con i membri di casa Savoia, con i vecchi colleghi della marina militare italiana, con mecenati e mercanti d'arte italiani. Durante tutta la vita il D. viaggiò moltissimo e fu di frequente ospite di regnanti che amavano possedere qualche sua opera che celebrasse i fasti della loro marina. Partecipò anche a viaggi memorabili; quali il giro del mondo con il duca di York, poi Giorgio V, a bordo del piroscafo "Ophir", e con il duca di Connaught, terzogenito della regina Vittoria, a bordo dell'incrociatore "Crescent".
Di statura piuttosto bassa, magrolino, di colorito roseo, con ampi baffi alla moda del tempo, di carattere schietto e spontaneo, si esprimeva di solito in un misto di italiano e di dialetto sorrentino. Non volle mai spingersi a rappresentare la figura umana, né mai inviò sue opere alla Royal Academy di Londra, nel timore di veder respinto qualche suo lavoro. Anche in Inghilterra, tuttavia, come già avvenuto in America meridionale, partecipò con successo a numerose mostre, come quella del 1879 presso la Grosvenor Gallery ed alla XIV Mostra di St. John's Wood, del 1889.
È ben noto che, per cogliere le forme mutevoli del mare ed i suoi colori cangianti, il pittore si faceva calare, in un cesto o su altro sedile improvvisato, dalla prora della nave fin quasi a toccare le onde e lì trascorreva ore intere ad osservare, annotare, dipingere.
La produzione artistica del D. può essere suddivisa in tre periodi, con caratteristiche abbastanza differenziate, anche se l'intera sua opera denota in maniera evidente l'influenza dei canoni della scuola di Posillipo.
Il primo periodo, che va fino alla sua emigrazione in America, fu di apprendistato e di orientamento: eseguì in prevalenza opere "alla giornata", con tecniche elementari, ma con la massima scrupolosità nella resa dei particolari.
Il secondo periodo, che copre gli anni trascorsi in Sudamerica, è caratterizzato da una più attenta considerazione del contenuto dell'opgra, realizzata con tecnica ancora abbastanza elementare e quasi mai in grado di rendere con piena evidenza il concetto rappresentato. La scelta dei soggetti e i mezzi usati per la loro attuazione fanno però già intravedere i segni di una sostanziale evoluzione.
Il terzo periodo iniziò con il trasferimento dell'artista in Inghilterra. La sua opera, pur essendo in certo modo influenzata dalla scuola marinista olandese del Seicento e da quella inglese del primo Ottocento, raggiunse in questo periodo la piena maturità e un tale superlativo livello artistico da essere considerata fra le più genuine espressioni della pittura marinista moderna. Il caratteristico stile del D. introdusse un realismo mai prima concepito e lasciò una traccia profonda nei pittori contemporanei tanto che alcuni di essi possono essere considerati suoi seguaci, se non addirittura imitatori. Citiamo, fra i numerosi altri, Thomas Jacques Somerscales e John Fraser, le opere dei quali, specialmente del secondo, si possono facilmente confondere con quelle del De Martino.
Qui di seguito diamo un elenco dei principali dipinti ad olio del D. che si trovano in collezioni pubbliche o di facile accesso.
Argentina. Buenos Aires: Centro naval, Corvetta "Uruguay"; Combattimento di Quilmes; Le tre capitane di Trafalgar. Museo nacional de bellas artes, Combattimento di Quilmes (due opere). Presidencia de la Nacion, I paggi del mare. Brasile. Petropolis: Museu imperial, La belle "Poule"; Corvetta "Cristina"; Cascata do Itamati. Rio de janciro: Museu historico nacional, Arrivo fregata "Constituiçao"; Fregata "Indipendencia"; Battaglia de Humaità; Combattimento navale del Riachuelo; Notte di luna nel porto di Montevideo; Abbordaggio della corvetta "Maceió". Museu nacional de belas artes, Navi da guerra in alto mare; Notte di luna; Combattimento navale; Veliero in alto mare. Museu naval e oceanografico, Incrociatore "Barroso"; Passaggio di Tonelero; Nave "D. Pedro I"; Passaggio de Humaità. San Paolo: Pinacoteca do Estado de São Paulo, Botafogo; Corazzata "São Paulo". Museu de arte de São Paulo, Marina notturna. Rep. Federale Tedesca. Kiel: Föhrde-Club zu Kiel, S. M. Y. "Hohenzollern" a Kiel; L'arrivo di S. M. Edoardo VII a Kiel. Kieler Yacht Club, Dovere e piacere. Giappone. Tokyo: Palazzo imperiale, Nave da guerra della marina imperiale "Fuji". Inghilterra. Cowes (isola di Wight): Royal Yacht Squadron, "Valkyrie II" che attraversa l'Atlantico;"Victoria and Albert II"e "Britannia". Greenwich: Maritime Museum, H. M. S. "Edinburgh"; La squadra della Manica. Liverpool: Walker Art Gallery, La baia di Napoli. Londra: Lloyd's Register of Shipping, La rivista navale per l'incoronazione, 18 ag. 1902. Buckingham Palace, Battaglia di Trafalgar (varie fasi in sette opere); Battaglia di Capo San Vincenzo; Battaglia del Nilo (incompiuta); Rivista navale del Giubileo a Spithead, 26 giugno 1897. Italia. Livorno: Accademia navale, La fregata "Principe Umberto" nei paraggi di Capo Horn; La corvetta "Euridice" con mare in burrasca. Meta di Sorrento: Municipio, Goletta sotto la luna. Napoli: Comando in Capo Dipart. M. M. Basso Tirreno, Rivista navale nel Golfo di Napoli, 17 ott. 1888. Roma: Galleria naz. d'arte moderna, La corazzata "Lepanto" in attesa dell'avvenire. Palazzo del Quirinale, La "Re Umberto" saluta la Patria forte. Sorrento: chiesa di S. Antonino, Cinque ex voto marinari. Municipio (in deposito presso il Museo Correale), Mareggiata in costa. Trieste: Galleria privata, S. M. S. "Saida", 1890-1892. Stati Uniti d'America. New York: New York Yacht Club, "Columbia" e "Shamrock First" fuori Sandy Hook; Sfilata di yachts a vela; Rivista internazionale di yachts a vela ed a vapore; Gara di yachts. Uruguay. Montevideo: Club Uruguay, Tempi felici; Baia di Montevideo.
Fonti e Bibl.: V. Grubicy, E. D. ed i suoi studi nautici-pittorici, in Cronache d'arte, I, fasc. 29 (5 luglio 1891); A. V. Vecchj, Storia generale della Marina militare, Livorno 1895, III, p. 376; D. M Wallace, The web of Empire, London 1902, passim:G. degli Uberti, E. D., in IMostra nazionale di arte marinara (catalogo), Roma 1926, pp. 82 s.; A. Lancelotti, E. D., pittore navale, in Mare. Riv. mens. d. Lega navale italiana, L (1950), 3, pp. 14 s.; W. E. Laroche, Derrotero para una historia del arte in Uruguay, Montevideo 1961, II, pp. 113-117; Alcione, E. D., pittore navale, in Rivista marittima, XCIX (1966), 12, pp. 47-53; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, Napoli 1970, p. 200; A. Damasceno, Artes plasticas no Rio Grande do Sul, Porto Alegre 1971, pp. 105-112; A. Cardaropoli, E. D. .... inE. Calise, Storia di Meta, Lioni 1972, pp. 133-138, 270 s.; L. Freire, Um seculo de pintura, Rio de Janeiro 1983, pp. 154 s.; A. Wilson, ADictionary of British marine painters, Leigh-on-Sea 1967, p. 53; C. Cavalcanti, Dicionário brasileiro de artistas plasticas, Brasilia 1973, p. 27; E. H. H. Archibald, Dictionary of sea painters, Woodbridge 1980, pp. 138 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, pp. 181 s. (sub voce Martino, Edoardo de).