DE MUTI (Mutis)
Pittori attivi in Umbria tra il XV e il XVI secolo figli di Giacomo.
Feliciano nacque attorno alla metà del XVI secolo; nel luglio 1473 dipinse ad Assisi le armi del pontefice Sisto IV e dei cardinali Pietro Riario e Giuliano Della Rovere sopra la porta del convento di S.Francesco (Thode, 1885). Il 25 apr. 1489 compare come testimone a Foligno in un atto di pubblica concordia; nel 1490 fu eletto console della Compagnia della Mora, carica più volte ricoperta negli anni immediatamente seguenti, e nel 1501 era tra i consiglieri della città (Rossi, 1872).
Il nome di Feliciano compare in calce a un affresco raffigurante la Madonna col Bambino e angeli, distaccato dall'edicola di S. Maria della Neve presso Foligno ed attualmente conservato nella moderna chiesa di S. Giuseppe Artigiano, commissionato da "Mastro Damiano fornaciaro" e datato 1500: data probabilmente incompleta, reintegrata 1506 dal Bragazzi (1864). Lo stesso Bragazzi attribuì a Feliciano la decorazione di una cappella nella chiesa dell'ospedale nuovo di S. Giovanni Battista a Foligno, datata 1517, con la Madonna tra i ss. Giovanni Battista e Giuseppe. Alle due opere il Guardabassi (1872) collegò una pala nel monastero di S. Anna, con la Madonna tra s. Antonio da Padova e s. Francesco, in seguito esposta nella locale pinacoteca; e Rossi (1872) un affresco in S. Maria infra portas, con la Madonna tra il Battista e il beato Pietro Crisci, opera non più esistente. Il Cristofani (1911) lo ritiene autore degli affreschi nelle lunette del primo chiostro del monastero di S. Anna, o delle Contesse, forse dipinti in collaborazione con Tiberio d'Assisi e Francesco Melanzio.
Si tratta di un vasto ciclo in terretta verde con Storie della Vergine e di Cristo, caratterizzate da una piena adesione alla maniera dolce del Perugino ma di esecuzione goffa e discontinua. L'episodio della Maria giovinetta nel tempio èdatato 1518. Lo Gnoli (1923) ne dirotta l'attribuzione a Lattanzio figlio di Niccolò di Liberatore detto l'Alunno, confermando al D. la pala della pinacoteca e l'affresco in S. Giovanni. La collaborazione con Tiberio d'Assisi e Melanzio per gli affreschi in S. Anna è riproposta da Nessi (1971) e Beretti Festa (1973), ma viene esclusa dalla Sapori (1984), che nota la sostanziale unità sfilistica del ciclo assegnandone in via ipotetica l'esecuzione al solo Feliciano.
Legato all'ambiente artistico locale dominato dall'Alunno e da P. A. Mezzastris, nella sua attività tarda, l'unica a noi nota, Feliciano aderì soprattutto alle formule più viete del peruginismo, come appare nell'unica opera firmata dell'artista, dove mutua caratteri da Pinturicchio e Perugino per il tramite di Tiberio d'Assisi e Melanzio, ma errando nelle proporzioni fisiche e nei rapporti cromatici. Qualche incertezza suscita il catalogo delle opere attribuite; del tutto antitetici sembrano infatti l'affresco in S. Giovanni Battista, apparentemente datato 1517 - se è giusta la lettura del Bragazzi (1864) e del Guardabassi (1872) -, ancora memore della tarda maniera del Mezzastris e del Lippi spoletino, ed i coevi monocromi di S. Anna, dove la conversione al nuovo linguaggio può dirsi completa.
Valerio nell'agosto 1473 era impegnato ad Assisi a dipingere sulle porte della città insegne del cardinale Pietro Riario (Cenci. 1975). Da un documento risulta a Foligno nel 1488 (Gnoli, 1923); nel 1501 è eletto consigliere della città, insieme con il fratello Feliciano (Rossi, 1872, p. 280). Si conoscono tre opere firmate (Gnoli, 1923). Nella chiesa di S. Maria di Pietrarossa presso Trevi è un affresco con l'Annunciazione e s. Cristoforo, sottoscritto "Valerius de Mutis de Fulgineo", commissionato da "Marinu de Parmucio di Gironimo da Matigia". Un secondo affresco con la Madonna con Bambino ènel portico esterno della chiesa; la firma vi èilleggibile per la caduta dell'intonaco ma, resta il nome del committente. "Gacucius de Macino". A Spello in S. Girolamo firmò una frammentaria Annunciazione tra s. Antonio da Padova e s. Girolamo. Lo Gnoli (1923) gli attribuisce, nella stessa chiesa spellana, un B. Giacomo della Marca, datato 1498, e le Stimmate di s. Francesco sopra l'ingresso del convento in collaborazione con Pierantonio Mezzastris. Il Nessi (1979) ne propone il nome per una mediocre Annunciazione, datata 1466, nella chiesa di Pietrarossa.
Nella sua opera più antica Valerio si dimostra un modesto seguace di Niccolò di Liberatore, incline a tradurne l'intenso plasticismo in forme semplificate, accessibili a un pubblico di estrazione popolare. A differenza del fratello Feliciano, non sentì l'urgenza di aggiornarsi sui testi del peruginismo, convertendosi semmai all'esempio del Lippi spoletino, come appare negli affreschi spellani.
Bibl.: G. Bragazzi, La rosa dell'Umbria. Guida storico-artistica di Foligno..., Foligno 1864, p. 60; M. Guardabassi, Indice guida dei monumenti... nella provincia dell'Umbria, Perugia 1872, pp. 75, 82, 86 (Feliciano), 349 (Valerio); A. Rossi, Ipittori di Foligno, in Giorn. di erudizione artistica, I (1872), 9, p. 280; A. Ilg, Niccolò Alunno und die Schule von Foligno, in Zeitschrift für bildende Kunst, VIII (1873), p. 253; H. Thode, Franz von Assisi und die Anfänge der Kunst der Renaissancein Italien, Berlin 1885, p. 213 n. 1; G. Cristofani, Appunti critici sulla scuola folignate, in Boll. d'arte, V (1911), pp. 104 s.; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, pp. 109 (per Feliciano), 340 s. (per Valerio); R. van Marle, The development of the Italian schools of Painting, XIV, The Hague 1933, pp. 72 n. 1, 503 s.; E. Rinaldi, Niccolò da Foligno (detto l'Alunno), tesi di laurea, Università di Firenze, fac. di lettere, a. a. 1946-47, p. 75; A. Messini, Foligno, Bevagna, Montefalco, Spello, Trevi, Milano 1961, pp. 36, 51 s., 70 s.; S. Nessi, La vita e le opere di Francesco Melanziopittore di Montefalco (catal.), Montefalco 1971, p. 37 n. 68; C. Beretti Festa, Francesco Melanzioda Montefalco, Milano 1973, p. 66; C. Cenci, Documentazione di vita assisiana 1300-1530, II, Grottaferrata 1975, p. 736 (per Valerio); S. Nessi, Trevi e dintorni, Spoleto 1979, pp.97-100 (per Valerio); G. Sapori, Gliaffreschi cinquecenteschi delmonastero delle Contesse a Foligno, in La beata Angiolina da Montegiove e il movimento del Terz'Ordine regolare francescano femminile, Roma 1984, pp. 329-331; E. Lunghi, L'arte nella "ProvinciaSancti Francisci" al tempo dell'Osservanza, in Ifrati minori tra '400 e '500, Assisi 1986, p. 109 (per Valerio); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, p. 297 (sub voce Muti, Feliciano di Giacomo de') XI, pp. 369 s. (sub voce Feliciano da Foligno); Diz. encicl. Bolaffi..., VIII, Torino 1975, p. 66.