DE PREDIS, Giovanni Ambrogio
Pittore. Nato a Milano intorno al 1455, operò almeno sino al 1508. Dapprima collaborò col fratello Cristoforo miniatore. Nel 1482 era fra i pittori della corte sforzesca, quando giunse a Milano Leonardo che dimorò presso di lui. Nel 1483 Leonardo, Ambrogio e il suo fratello Evangelista s'impegnarono ad ornare l'ancona della confraternita della Concezione nella chiesa di S. Francesco Grande; ma ne seguì una lunga controversia, non chiusa che nel 1508 da Ambrogio anche a nome di Leonardo: e dai documenti risulta che nel 1506 la parte centrale, la Vergine delle Rocce ora a Londra, era ancora incompiuta (v. leonardo). Nel '92 fa un disegno di Bianca Maria Sforza pel duca di Sassonia. Ad Innsbruck (1493), dipinge ritratti dei più importanti personaggi di corte. Nel '94 riceve dall'imperatore l'incarico di modellare nuove monete. Nello stesso anno ritorna a Milano; ma nel 1506 viene nuovamente richiamato a corte, per curare l'esecuzione di ricchi abiti.
Firmato è il ritratto di Massimiliano, del 1502, al Museo di Vienna. Degli Angeli che facevano parte della pala di Leonardo nella chiesa di S. Francesco, che si conservano presentemente nella National Gallery di Londra, uno solo, quello col liuto, è ascritto con certezza al De P.; e nella Vergine delle rocce di Londra, i documenti stessi sembrano confermare una sua larga collaborazione con Leonardo.
Molti ritratti gli vengono attribuiti per argomenti di stile. Fra i più notevoli e sicuri, sono il ritratto di Bianca Maria Sforza, moglie di Massimiliano, al Louvre; quello del cosiddetto Francesco Brivio, nel Museo Poldi Pezzoli di Milano; quello d'una giovinetta, al Rijksmuseum d'Amsterdam; il celebre profilo della presunta Beatrice d'Este, un tempo attribuito a Leonardo stesso, all'Ambrosiana; il Giovane con la zazzera, già al Museo provinciale di Hannover; i ritratti in miniatura di Lodovico il Moro e di Massimiliano Sforza, della Biblioteca Trivulzio, in Milano; il disegno di Massimiliano e Bianca Maria, all'Accademia di Venezia.
La recente critica nega al De P. i due ritratti, quello dell'Archinti, del 1494, alla National Gallerv, e quello di Brera, che gli erano stati attribuiti per primo dal Morelli, cui va ascritto il merito d'aver ricostruito la figura pittorica dell'artista. Diminuita di questi dipinti ragguardevoli, come pure del Musicista dell'Ambrosiana (da ascriversi con probabilità a Leonardo stesso) l'opera del De P. perde molto d'importanza. Resta di lui una serie di ritratti, tutti in profilo, di esatta e scrupolosa fattura, fine e metallica.
V. tavv. CLXIX e CLXX.
Bibl.: G. Morelli, Della pittura italiana, Milano 1897, p. 178 segg.; B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York 1907; W. v. Seidlitz, A. Preda u. L. da Vinci, in Jahrb. d. kunsth. Samml. d. allerh. Kaiserhauses, XXVI (1906-07), pp. 1-45; F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Lodvico il Moro. Gli artisti lombardi, Milano 1917, pp. 5-50; Polifilo (L. Beltrami), Leonardo e i disfattisti suoi, Milano 1919; A. Venturi, St. dell'arte ital., VII, iv, Milano 1915, pp. 1109-24; W. Suida, Leonardo u. sein Kreis, Monaco 1929.