DE SANCTIS, Tito Livio
Nacque a San Martino sulla Marrucina (Chieti), in una famiglia di modeste condizioni, da Francesco Saverio e da Colomba De Santis, il 10 (o 17) luglio 1817 e compì i primi studi nel collegio di Chieti. Maturata una buona cultura umanistica, si recò a studiare all'Aquila, ove l'antica università era stata trasformata, nel 1817, in regio liceo e manteneva diverse cattedre presso le quali era impartito l'insegnamento superiore. Rimase in questa città per alcuni anni, applicandosi ai primi studi di medicina e di chirurgia, grazie anche all'aiuto di uno zio.
Compiute all'Aquila le prime significative esperienze, il D. si recò poi a Napoli dove coltivò con passione anche lo studio delle belle arti e la pratica della pittura. Contemporaneamente frequentò i corsi dei docenti privati di medicina e di chirurgia, segnalandosi per i successi conseguiti. Fu allievo di S. Tommasi, che seppe coglierne l'ingegno e la volontà, lo spinse ad approfondire la sua formazione scientifica e gli affidò, tra l'altro, nel 1844, l'incarico di redattore della rivista IlSarcone, un giornale medico destinato a esprimere e divulgare i nuovi indirizzi scientifici. In questo lavoro il D. diede ottime prove delle sue capacità nelle quali si compendiavano gli interessi umanistici, le conoscenze di letteratura e d'arte, il lungo tirocinio di studi scientifici e la pratica della chirurgia. Intanto, assecondando la forte inclinazione verso i temi letterari, il D. concorse vittoriosamente alla cattedra di lingua e letteratura nel collegio di Marina e mantenne sempre l'incarico, nonostante i molti impegni della professione chirurgica.
A Napoli aveva superato con successo i concorsi pubblici per il posto di chirurgo aggiunto negli ospedali dei Pellegrini e degli Incurabili, e aveva inoltre vinto il concorso per il posto di chirurgo di marina. Verso il 1850 aprì uno studio privato di patologia chirurgica, che divenne uno tra i più frequentati della città.
La scuola chirurgica napoletana aveva ripreso un certo vigore, nella prima metà del XIX secolo, con A. Boccanera che fu, tra il 1824 e il 1831, il primo docente chiamato alla nuova cattedra di clinica chirurgica. Nel volgere di pochi anni, però, la disciplina, in ambito universitario, declinò pericolosamente. Secondo il Pascale già C. De Horatiis, subentrato al Boccanera, dopo alcuni anni di buon impegno trascurò le attività della clinica, e il successivo titolare della cattedra, P. Paradiso, non seppe riportare l'insegnamento al livello di qualità didattica e applicativa necessaria. A Napoli, tuttavia, per antica tradizione erano accessibili, oltre ai corsi ufficiali impartiti nell'università, le scuole e gli insegnamenti privati. Il decreto governativo del 31 ott. 1806, che riorganizzava l'ordinamento degli studi superiori del Regno, aveva ammesso la pratica delle docenze private. Dopo di allora, nell'arco di tempo di alcuni decenni, questi insegnamenti si erano notevolmente sviluppati, e avevano assunto grande importanza e influenza, favoriti anche dalle condizioni politiche del momento e dal contemporaneo decadimento della qualità dei corsi ufficiali. Frequentemente negli studi privati erano attivi docenti di maggior valore e fama di quelli che occupavano le cattedre dell'università; e del resto vi si impartiva, in generale, un insegnamento sempre improntato a rigore scientifico e a modernità di metodi.
In questo quadro si inserisce l'attività del D. che in breve tempo acquisì buona fama come operatore e come docente, garantendo subito al suo studio privato di chirurgia un grande successo per il concorso di pazienti e di allievi. La chirurgia ufficiale dell'università di Napoli, al contrario, doveva ancora languire per alcuni anni, almeno fino al momento dell'Unità d'Italia. Dopo il 1860 si ebbe finalmente un nuovo ordinamento degli studi, con la ristrutturazione e le nuove assegnazioni delle cliniche e delle cattedre, e alla clinica chirurgica venne chiamato F. De Rensis, Nel rinnovato panorama universitario si aprirono prospettive interessanti anche per il D., che aveva acquisito oramai una ottima esperienza clinica e didattica operando proprio nel periodo in cui la chirurgia maturava importanti e trionfali progressi: infatti, mentre sul piano della clinica i chirurghi giungevano a identificare la propria formazione con quella necessaria all'esercizio della medicina, superando storiche distinzioni, l'introduzione della narcosi, dell'anestesia e del trattamento antisettico permetteva eccezionali sviluppi nelle tecniche delle operazioni. Il D. fu tra i protagonisti di quella trasformazione e, nella pratica operatoria e nell'insegnamento, seguì l'indirizzo di una chirurgia sempre più strettamente collegata ai progressi scientifici delle discipline medico-biologiche. Egli aveva mantenuto stretti legami con il Tommasi e gli era stato accanto anche nella fondazione della rivista IlMorgagni: a questo importante periodico medico egli collaborò poi per tutta la vita, vi pubblicò molti lavori e ne curò la sezione chirurgica.
Vinto il concorso di Professore ordinario per la cattedra di patologia chirurgica, il D. nel 1861 iniziò il suo insegnamento nell'università di Napoli, tenendolo poi per tutto il resto della sua vita, fedele a quella linea che aveva già solidamente avviato con lo studio privato. Nel 1866, dopo le dimissioni di F. Palasciano, resse per alcuni mesi anche l'insegnamento della clinica chirurgica. Ricordato come uno dei più stimati docenti dell'università napoletana in quell'epoca, il D. seppe dare vita a un'apprezzata scuola di patologia chirurgica alla quale si formarono molti allievi. Le sue lezioni venivano ricordate per il rigore e la chiarezza delle linee espositive, uniti all'eleganza dell'eloquio. Della lunga serie delle sue pubblicazioni, interessanti vari settori della chirurgia, si ricordano soprattutto Ulceri e piaghe: saggio di clinica chirurgica, Napoli 1861, e Corso generale di patologia chirurgica, in due volumi, ibid. 1867 e 1875. Quest'ultimo fu il trattato che, adottato dalla scuola napoletana e ampiamente usato da molti studenti, maggiormente contribuì ad accrescere la notorietà del De Sanctis. Discorsi d'occasione, ma utili a comprendere le linee della sua cultura e del suo pensiero, furono le Orazioni pronunciate nelle sedute inaugurali degli anni accademici dell'università napoletana: La chirurgia italiana e la patologia cellulare, per l'anno accademico 1871-1872, e La scuola, per l'anno 1881-1882, entrambe pubblicate a Napoli. Si occupò di molti argomenti di patologia, di clinica e di tecnica operatoria; toccò anche temi di interesse medico legale e di interesse storico come nella Biografia di Michele Sarcone, in IlSarcone, I (1844), I, pp. 3-7. Collaborò a diverse riviste specialistiche e fu per alcuni anni direttore, insieme con M. Semmola, degli Annali clinici dello Ospedale degli Incurabili di Napoli.
Nonostante gli impegni della cattedra, il D. conservò per molti anni il posto di chirurgo nell'ospedale degli Incurabili e quello di chirurgo di marina. La professione non gli impedì del resto di assecondare durante tutta la vita la sua passione per la pittura e il suo interesse per le discipline letterarie; infatti conservò sempre l'insegnamento del corso di letteratura italiana. Morì a Napoli l'8 febbr. 1883
Bibl.: S. Tommasi, necr. in Il Morgagni, XXV (1883), pp. 123 s.; G. Pascale, L'indirizzo chirurgico moderno e la scuola medica napol. Discorso inaugurale, in Annuario della R. Univ. di Napoli, 1926-27, pp. XII-LXII; A. Hirsch, Biograph. Lex. der hervorragenden Ärzte..., II, pp. 230 s.