De Soria, Giovanni Alberto
Filosofo illuminista (Livorno 1707 - Calci, Pisa, 1767). Studiò a Pisa, in un ambiente di viva tradizione galileiana, e in quell'università insegnò prima matematica, poi fisica. A D. dedicò un breve scritto in Raccolta di opere inedite (Livorno 1773, 127-132), ove considera D. poeta originale e satirico, dotato di una personalità forte e robusta che emerge viva nel Medioevo, e ricca, inoltre, di una singolare dottrina. " La versificazione di Dante è duretta ", ed egli è sovente oscuro non solo per il linguaggio, ma anche per una certa sua tendenza allusiva ed enigmatica. Ciò spiega, secondo il De S., i numerosi commenti al poema, i quali, quando si sono preoccupati d'illustrare l'allegoria della lettera, si sono risolti in arbitrari sogni dei commentatori medesimi.
L'architettura della Commedia è straordinaria e tipicamente gotica, non scevra di bizzarrie, come " la fabbrica di quelle Bolge, nelle quali divide l'Inferno ". Non mancano atteggiamenti grotteschi e qualche volta comici, i quali appaiono difetti riscontrabili, ma non tali, da impedire di considerare D. un portento nel suo tempo, perché in lui non si vede imitazione. È, la sua, un'opera diversa da tutte le altre, non commedia, donde l'asserita improprietà del titolo evidentemente frainteso, e non poema nel senso tradizionale, in quanto ha " macchina, sistema, allegoria, varietà d'interlocutori, e di avvenimenti, narrazione, e dialogo, e sublimità di sensi, e grandezza di dire, e forza di ragionare, e tali altre doti, e bellezze, che non possono andar disgiunte dall'Epica poesia degna di cedro ". D. è più sapiente dell'Ariosto, sempre avendo riguardo ai tempi. Il giudizio del Bembo pare al De S. " precipitato " nella preferenza data al Petrarca, al quale D. è certamente superiore per il genio, la dottrina e la forza dell'espressione.
Bibl. - L. Magnanima, Elogio di G.A. De S., Livorno 1777; G. Gentile, Contributo alla storia del metodo storico, in Studii sul Rinascimento, Firenze 1923; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929; G. Capone Braga, in " Enciclopedia Filosofica " I 1519.