DE TIPALDO (De Tipaldo Pretenderi, Tipaldo), Emilio Amedeo
Nacque a Corfù dal nobile Costantino e da Anna Coletti, in data che discordanze di fonti non permettono di precisare: alcuni (Nani Mocenigo) indicano il settembre 1795, altri (Angeloni Barbiani) il settembre 1798, senza in entrambi i casi dare il giorno; anche le due indicazioni complete non concordano perché il Wurzbach indica l'8 ott. 1798, mentre il Cantù riporta il 26 ott. 1798.
Di certo il D. si trasferì con la famiglia da Corfù a Venezia intorno al 1810, in seguito allo scoppio di alcuni disordini nell'isola natale. E nel Veneto compì i suoi studi, orientandosi, sembra contro il parere paterno, verso le discipline storiche e letterarie, interessato in particolar modo alle antichità greche e latine. Dal liceo patavino di S. Giustina si spostò a Venezia nel liceo di S. Caterina e si laureò nel 1820 nella facoltà giuridica dell'università di Padova. Nel 1825 accedeva alla cattedra di storia, geografia e diritto marittimo dell'imperiale collegio della Marina veneta, che ricoprì ininterrottamente fino al 1849, avendo studenti come Emilio Bandiera, Domenico Moro, Lorenzo Graziani. Come esperto di diritto marittimo fu incaricato di rielaborare, insieme con l'ammiraglio Silvestro Dandolo, il nuovo regolamento della marina imperiale; ebbe anche varie incombenze dalla comunità greca residente a Venezia, come guardiano grande, sindaco, governatore, deputato, inviato a Vienna. Nel 1848, con l'insediamento del governo provvisorio nel Veneto, partecipò come deputato all'Assemblea provinciale del luglio.
Molti furono gli articoli del D. che apparvero dal 1825 in poi su riviste, giornali e pubblicazioni periodiche quali il Gondoliere, il Vaglio, il Museo scientifico letterario artistico di Torino, la Rivista europea, il Dizionario della conversazione e della letteratura di Padova. Per quest'ultima pubblicazione curò in particolare gli articoli di storia e letteratura greche. Numerose furono anche le pubblicazioni da lui firmate nel settore storico-letterario e giuridico, alcune originali, la maggior parte di traduzione e commento. Ma l'opera più importante da lui edita e diretta è la Biografia degli Italiani illustri nelle scienze, lett. ed arti nel secolo XVIII e de' contemporanei compilata da letterati italiani di ogni provincia e pubblicata per cura del prof. Emilio de Tipaldo, 10 voll., Venezia 1834-1845, raccolta di biografie, alcune da lui compilate, la maggior parte però affidate a letterati e studiosi di tutta la penisola. Tra questi troviamo nomi di chiara fama, come Francesco Ambrosoli, Luigi Carrer, Nicolò Tommaseo. Di quest'ultimo il D. fu amico fedele, seguace delle scelte letterarie e di gusto. Il rapporto aveva avuto inizio intorno al 1821 e, come testimonia il loro carteggio, continuò durante l'esilio francese del Tommaseo; il D. anzi assolse per conto dell'amico una lunga serie di incombenze che resero possibile l'edizione di varie opere tommaseiane. Fu tramite il Tommaseo che il D. si inserì nella vicenda letteraria riguardante l'edizione delle opere e della biografia foscoliana.
Morto da poco il Foscolo, gli ambienti letterari veneti si erano messi in fermento per rintracciare tutto il materiale foscoliano inedito e disperso, in special modo il carteggio privato del poeta, e si investigava presso gli amici e i conoscenti del Foscolo per recuperare dati e notizie ai fini di una esaustiva biografia. Gran parte del materiale era stato raccolto e conservato da Quirina Maggiotti e per intercessione del Tommaseo e con il parere favorevole di Giulio Foscolo, fratello del poeta, fu appunto affidato nelle mani del D., che fin dal 1829 solennemente affermava di avere enorme interesse e ferma intenzione di scrivere una biografia foscoliana e di curare un'edizione completa delle opere. Di fatto, non soltanto il D. non portò mai a termine il progetto ed anzi neanche lo iniziò, ma mise inoltre in moto un meccanismo di accaparramento dei preziosi materiali, affidatigli con fiducia da varie parti, che impedì ad altri di compiere il lavoro. Per anni rifiutò di restituire le carte foscoliane e, secondo diverse testimonianze di contemporanei, ne cedette più tardi una parte alla tipografia del Gondoliere, per insistenza del Carrer che gliele pagò 200 talleri. Anche il Mazzini, in quel periodo in esilio a Londra, era intenzionato a comporre una biografia foscoliana, ma dovette desistere per l'insorgere di varie difficoltà, non ultima la monopolizzazione da parte del D. del materiale. I pochi e complessivamente insignificanti scritti foscoliani, rintracciabili sulla Biblioteca italiana, su Ateneo veneto, su La Moda di Milano e sulla Rivista europea, mostrano con chiarezza l'ottica complessivamente antifoscoliana, quasi denigratoria di evidente ascendenza tommaseiana, che il D. aveva acquisito e nascosto per molti anni, giustificando gli impegni non mantenuti con la necessità di prudenza imposta dalla vigile censura austriaca. Il materiale foscoliano superstite venne ereditato dalla unica figlia Eloisa, nata dal matrimonio con Maria Carta. Eloisa, sposatasi col poeta greco Aristotile Valaoritis, si trasferì presto in Grecia, portando con sé le carte ereditate, tra cui le lettere autografe del Foscolo alla Fagnani Arese, delle quali si persero così le tracce.
La morte colse il D. il 31 marzo 1878 nella sua tenuta di Mirano, vicino Venezia, dove in vecchiaia si era ritirato.
Altri scritti e traduzioni del D. sono: Istoria della lett. greca di Federico Schoell tradotta e commentata, voll. 6, Venezia 1824-1830, Disegno di una storia generale, ibid. 1825; Tre canzonette di A. Cristopulo tradotte dal greco, ibid. 1831; Descrizione di una villa di Sala, ibid. 1833; Cenni generali sul diritto marittimo, ibid. 1833; Del Sublime, di D. Longino, tradotto e illustrato, ibid. 1834; Della vita e delle opere di Francesco Negri, ibid. 1835; Elogio di fra' Giovanni Giocondo, ibid. 1839.
Fonti e Bibl.: Necrologi, A. Angeloni Barbiani, E. D., in Arch. veneto, VIII (1878), pp. 214 ss., 414; G. Ghirardi, In morte del comm. E. D., Milano 1878; G. Veludo, Parole nei funerali del comm. E. D., Venezia 1878; Le Assemblee del Risorgimento, Venezia, Roma 1911, p. 96; Ed. naz. degli scritti di G. Mazzini, IX, Epistolario, II, p. 418; I. Cantù, L'Italia scientif. contemp., Milano 1844, pp. 140 ss.;C. Tivaroni, L'Italia durante il dominio austriaco (1815-1849), I, Torino-Roma 1892, pp. 507, 579, 585;A. Linaker, La vita e i tempi di E. Mayer, II, Firenze 1898, ad Indicem; G. Cappello, Le famiglie Bandiera e Graziani, Milano 1914, pp. 60, 70; F. Nani Mocenigo, Della lett. venez. del sec. XIX, Venezia 1916, pp. 114 s.; E. Michel, I Corsi nella "Biografia" di D., in Arch. stor. di Corsica, XIV (1938), pp. 440 ss.; Diz. encicl. della letter. ital., II, Bari 1966, p. 287;G. Mazzoni, L'Ottocento, I, Milano 1973, p. 424; C. V. Wurzbach, Biographisches Lexikon d. Kaiserthums Osterreich, XLV, pp. 170 s.; Diz. del Risorg. naz., IV, p. 435. Per i rapporti col Tommaseo e per le vicende del carteggio foscoliano: R. Ciampini, Studi e ricerche su N. Tommaseo, Roma 1944, pp. 211 ss.; N. Tommaseo, Lettere ined. a E. D. (1834-1835), a cura di R. Ciampini, Brescia 1954; G. Gambarin, Una disgrazia postuma del Foscolo, in Convivium, n.s., XXVI (1954), pp. 179-203; Id., Antifoscoliani maligni, in Ateneo veneto, CLII (1961), pp. 88-93; Id., L'edizione foscoliana del Carrer, in Giorn. stor. della letter. ital., LXXXII (1965), pp. 71-87; U. Foscolo, Epist., I, in Ediz. naz. di opere, XIV, pp. XXX ss.