De Viti De Marco, Antonio
Economista e politico (Lecce 1858 - Roma 1943), fu professore di politica economica e scienza delle finanze presso le Università di Camerino, Macerata, Pavia e Roma. Dal 1901 al 1921 fu membro del Parlamento italiano, animato dalla volontà di costituire un forte movimento democratico liberale. Il suo pensiero politico è raccolto nel saggio Un trentennio di lotte politiche (1930). Nel 1931 fu allontanato dalla cattedra, per non aver giurato fedeltà al regime fascista. È stato codirettore del «Giornale degli economisti» con M. Pantaleoni, U. Mazzola e V. Pareto. Tra i suoi numerosi meriti, si ricorda il significativo contributo che diede all’individuazione dei fondamenti teorici della scienza delle finanze. Nell’ambito di questo filone di ricerca, la sua grande influenza e supremazia metodologica apparve a tutti evidenti nel testo Principi di economia finanziaria (1934) che, tradotto in numerose lingue, fu accolto con grande favore dalla comunità scientifica internazionale. Nell’ambito della definizione dei confini di studio e ricerca della scienza delle finanze, contribuì a porre il problema delle scelte collettive sulla base di un modello di scelta individuale (teorie volontaristiche). Considerata l’evoluzione della letteratura economica, sulla scia delle sue pubblicazioni, appare evidente che il risultato più significativo a cui giunse fu l’individuazione di un ambito di ricerca scientifica e di un quadro metodologico rigoroso in cui studiare la finanza pubblica.