De Viti De Marco, Antonio
Economista e politico (Lecce 1858-Roma 1943). Prof. di Scienza delle finanze nelle univ. di Macerata, Pavia e Roma (dal 1887), condirettore (1900-1913) del Giornale degli economisti, deputato del Partito radicale (1900-21); liberoscambista, si oppose al dazio sul grano e al parassitismo industriale, in difesa degli interessi economici del Mezzogiorno. Nel 1931 fu allontanato dalla cattedra per non aver giurato fedeltà al regime fascista. Socio nazionale dei Lincei (1932-35). Con Il carattere dell’economia finanziaria (1888), contemporaneamente a E. Sax, ma con indirizzo diverso, gettò le basi della finanza teoretica, riconducendo il fenomeno finanziario alle leggi generali dell’economia e spiegandone le deviazioni concrete come effetti del fattore politico. Scrisse anche: Moneta e prezzi (1885), Saggi di economia e finanza (1898), I principi dell’economia finanziaria (1928), La funzione della banca (1934). Molti i suoi scritti politici, tra cui importante il volume Un trentennio di lotte politiche (1930).