Dead of Night
(GB 1945, Incubi notturni, bianco e nero, 104m); regia: Alberto Cavalcanti (The Christmas Party, The Ventriloquist's Dummy), Robert Hamer (The Haunted Mirror), Basil Dearden (The Linking Story, The Hearse Driver), Charles Crichton (The Golfing Story); produzione: Michael Balcon per Ealing; soggetto: Angus MacPhail (The Christmas Party), John Baines (The Haunted Mirror, The Ventriloquist's Dummy), E.F. Benson (The Linking story, The Hearse Driver), H.G. Wells (The Golfing Story); sceneggiatura: Angus MacPhail, John Baines, T.E.B. Clarke; fotografia: Stan Pavey, Douglas Slocombe, Jack Parker; montaggio: Charles Hasse; scenografia: Michael Relph; costumi: Marion Horn, Bianca Mosca; musica: Georges Auric.
L'architetto Walter Craig arriva in una casa di campagna dove ha appuntamento con un possibile cliente, Eliot Foley, e si unisce agli altri ospiti presenti. Craig ha la sensazione di rivivere un suo sogno ricorrente, ma non riesce a ricordarne la macabra conclusione. Gli altri ospiti rievocano le proprie esperienze soprannaturali, che vengono mostrate in flashback. L'apparizione di un carro funebre trainato da cavalli impedisce a Hugh Grainger di salire su un autobus che rimarrà poi coinvolto in un incidente. Durante una festa di Natale l'adolescente Sally O'Hara, ritornata nel diciannovesimo secolo, in una stanza ai piani superiori della propria casa scopre un bambino in lacrime che in seguito verrà ucciso dalla sorellastra. Un antico specchio stregato, che Joan acquista come regalo di compleanno per il futuro marito Peter Cortland, riesce quasi a costringere quest'ultimo a ucciderla, reiterando un delitto avvenuto nella stanza in cui lo specchio era appeso un secolo prima. Per rendere meno cupo lo stato d'animo dei suoi ospiti, Foley racconta di due amici, giocatori di golf, innamorati della stessa ragazza: una partita a golf decide chi dei due avrà diritto alla sua mano. Larry Potter, che ha perso, si toglie la vita secondo i patti, ma poi ritorna a perseguitare il vincitore, George Parratt, che aveva vinto con l'inganno. Il dottor Van Straaten, psichiatra che sostiene l'esistenza di spiegazioni razionali ai fenomeni soprannaturali, racconta del suo paziente Maxwell Frere, un ventriloquo che, col tempo, diviene vittima del suo malefico fantoccio Hugo, il quale lo spinge a bere e ad aggredire il collega Sylvester Kee per ucciderlo. Nell'ultima scena in cui lo vediamo, Frere è in carcere: giace assopito sul letto della sua cella e ormai parla soltanto con la voce di Hugo. Al termine dei vari racconti, il sogno ricorrente di Craig si trasforma in un incubo in cui egli strangola il dottor Van Straaten. Svegliatosi nel suo letto, Craig riceve una telefonata da un possibile cliente. Mentre raggiunge il luogo dell'appuntamento, Craig si rende conto che si tratta della casa del sogno, dove lo attende Foley.
La preproduzione di Dead of Night ebbe inizio nel 1944, quando Michael Balcon e i registi degli Ealing Studios che gravitavano intorno a lui si misero alla ricerca di un soggetto diverso dai drammi e dalle commedie di guerra su cui si era basata la loro produzione dopo lo scoppio del conflitto nel 1939. In un primo tempo i racconti del terrore dello scrittore inglese M.R. James furono presi in considerazione come possibile materiale per un film a episodi diretto da vari registi della Ealing, ma vennero poi scartati per il loro scarso impatto visivo. Si elaborò invece una sceneggiatura basata su una commistione di soggetti, alcuni originali e altri già esistenti, sul tema dei fenomeni soprannaturali. Le riprese iniziarono nel gennaio 1945 e il film venne distribuito in Inghilterra nel settembre dello stesso anno. Il suo successo fu immediato. Negli anni di guerra gli spettatori si erano abituati a film, sia di fiction che a carattere documentario, che ripartivano il loro tema narrativo tra diversi personaggi con vari percorsi esistenziali, accomunati sempre dall'esperienza della guerra. Dead of Night, invece, ricorre al gioco delle scatole cinesi soltanto per occuparsi di premonizioni ossessionanti e spaventose, di sensazioni disturbanti, di crimini passati e presenti. "L'inganno non è nello specchio, è nella mia mente; non c'è altra spiegazione", dice lo sventurato marito interpretato da Ralph Michael nell'episodio The Haunted Mirror, di fronte a un antico specchio che riflette un interno vittoriano macchiato da un crimine domestico. E il film mantiene la propria capacità di ingannare la mente; oltre al contenuto delle varie storie, la vicenda che le collega si fa sempre più involuta man mano che il sogno di Craig si trasforma in incubo.
Per il pubblico dell'epoca l'episodio dei due amici giocatori di golf e rivali in amore, tratto da H.G. Wells e interpretato dalla popolare coppia di attori formata da Basil Radford e Naunton Wayne, poteva costituire un piacevole diversivo; oggi risulta invece inutilmente stridente, inserito com'è tra due episodi ben più cupi e convincenti (entrambi da soggetti originali di John Baines). The Haunted Mirror fu il primo incarico ufficiale di Robert Hamer per la Ealing in qualità di regista, dopo la sua esperienza di montatore; attraverso le vicende di Peter Cortland, potenziale assassino contro la propria volontà, l'episodio rappresenta efficacemente le oscure passioni che ribollono sotto la superficie di un compiaciuto matrimonio borghese. La grande potenza visiva di questo episodio trova la propria continuazione nel più importante dei due contributi al film diretti da Cavalcanti, The Ventriloquist's Dummy. Come in The Christmas Party, l'illuminazione e le angolazioni della macchina da presa assumono un accento europeo, espressionista; la tormentata interpretazione di Michael Redgrave e la pura malvagità di Hugo, il suo fantoccio, intensificano ulteriormente la suspense. Dopo il virtuosismo di questo episodio, anche la vicenda che fa da cornice si carica di un'autonoma densità: il conflitto tra il carattere mite dell'architetto Walter Craig e la presenza dominante dello psichiatra Van Straaten giunge a un definitivo punto di crisi.
Nel 1949 Michael Balcon, sempre per gli Ealing Studios, produsse un altro film a episodi, Train of Events, meno audace tanto sul piano figurativo quanto su quello dell'invenzione fantastica. In seguito il successo di Dead of Night contribuì a preparare il terreno per i film horror a episodi realizzati in Inghilterra negli anni Sessanta dalla Amicus; ma la 'casa degli orrori' Ealing ‒ ingegnosamente costruita, autenticamente inquietante, sostenuta dal suggestivo accompagnamento musicale di Georges Auric ‒ rimane ineguagliata.
Interpreti e personaggi. The Linking Story: Mervyn Johns (Walter Craig), Roland Culver (Eliot Foley), Frederick Valk (Dr. Van Straaten), Renée Gadd (Mrs. Craig), Googie Withers (Joan Cortland), Sally Ann Howes (Sally O'Hara), Anthony Baird (Hugh Grainger), Barbara Leake (Ms. O'Hara). The Hearse Driver: Judy Kelly (Joyce Grainger). The Christmas Story: Michael Allan (Jimmy Watson), Robert Wyndham (Dr. Albury). The Haunted Mirror: Ralph Michael (Peter Cortland), Esmé Percy (Rutherford, l'antiquario), Googie Withers (Joan Cortland). The Golfing Story: Basil Radford (George Parratt), Naunton Wayne (Larry Potter), Peggy Bryan (Mary Lee). The Ventriloquist's Dummy: Michael Redgrave (Maxwell Frere), Hartley Power (Sylvester Kee), Elizabeth Welch (Beulah), Magda Kun (Mitzi), Garry Marsh (Harry Parker), Allan Jeayes (Maurice Olcott).
D. Pirie, A Heritage of Horror: The English Gothic Cinema 1946-1972, London 1973.
J. Belmans, Robert Hamer, in Anthologie du cinéma, tome IX, Paris 1976.
L. Pellizzari, C.M. Valentinetti, Alberto Cavalcanti, Locarno 1988.
Ealing Studios, a cura di E. Martini, Bergamo 1988.
C. Barr, Ealing Studios, Londra, 19932.
P. Hutchings, Hammer and After: The British Horror Film, Manchester 1993.
I. Aitken, Alberto Cavalcanti: Realism, Surrealism and National Cinemas, London 2000.