debito estero
débito èstero locuz. sost. m. – Condizione che viene a determinarsi in un sistema economico quando il valore complessivo delle attività finanziarie estere detenute dai residenti è inferiore al valore delle passività finanziarie verso l’estero (ovvero, nei confronti dei cittadini non residenti). La principale determinante dell’accumulazione di d. e. è l’esistenza di deficit nelle partite correnti (cioè la sezione della bilancia dei pagamenti che registra il saldo delle entrate e uscite connesse alle esportazioni e importazioni di beni e servizi e ai trasferimenti unilaterali) a sua volta riconducibile a un eccesso di spesa (privata e/o pubblica), rispetto al valore della produzione domestica realizzata. Il d. e. non è necessariamente da intendersi come un elemento negativo per un sistema economico, il quale può infatti essersi indebitato nei confronti dell’estero per finanziare progetti di investimento volti a favorire la crescita del reddito nel più lungo periodo. Diversa è invece l’assunzione di d. e. realizzata per sostenere un eccesso di spesa, dovuto a una elevata attività di consumo, oppure all’attuazione di progetti di investimento improduttivi. Un aspetto rilevante ai fini della sostenibilità del d. e. è il modo in cui è stato finanziato nel tempo. Un elevato stock di passività finanziarie a breve termine, infatti, espone il Paese debitore al pericolo di una improvvisa interruzione degli afflussi di capitale, che a sua volta comporta un sostanziale rischio di rifinanziamento (rollover risk). Anche la denominazione in valuta del d. e. può, produrre effetti indotti sulla sostenibilità, attraverso un deprezzamento inatteso del tasso di cambio. Quest'ultimo fattore è stato, per lungo tempo, cruciale per spiegare le crisi del debito di numerosi paesi in via di sviluppo ed emergenti, il cui d. e. era (o ancora è, per molte nazioni) quasi esclusivamente denominato in valuta estera, a seguito della loro incapacità di collocare sui mercati internazionali passività finanziarie denominate in valuta domestica. Ne consegue che la compresenza di un d. e. a breve termine denominato in valuta estera espone, notevolmente, i paesi indebitati al rischio di crisi spesso sfociate in episodi di (v.) sovrano.