debole (debile)
Nel senso proprio di " fiacco ", " spossato ", in opposizione a ‛ forte ', ‛ vigoroso ', in Vn IV 1 onde io divenni in picciolo tempo di sì fraile e debole condizione, che a molti amici pesava la mia vista; Cv IV XXVIII 17 li suoi [di Marzia] membri sentendosi a debile stato venuti; Rime CIII 41 [Amore] sfida / la debole mia vita. In Pd XXIII 78 D. cimenta i suoi debili cigli con la lucente sustanza (v. 32), ma la virtù naturale dei suoi occhi è " incapace ", " inadeguata " davanti al fulgore della visione di Cristo, come in Vn XLI 6 era avvenuto per l'occhio debole a lo sole: " quando oculus humanus respexit solem, ita gravatur excellentia luminis, quod reditur inhabilis ad videnda alia minora sensibilia, et ita erat nunc de authore " (Benvenuto).
In Pd III 14 Quali per vetri trasparenti e tersi / ... tornan d'i nostri visi le postille / debili sì, che..., vale " evanescenti " (Rossi), " appena percettibili ", " dai contorni sfumati e imprecisi ".
In senso lato è detto della condotta della navigazione " dolce nel movimento ", " priva di scosse ", in Cv IV XXVIII 3 lo buono marinaio, come esso appropinqua al porto... con debile conducimento, entra in quello.
Riferito al potere politico, il suo senso si oppone a ‛ saldo ', ‛ forte ', ‛ efficace ', in Cv IV VI 17 l'autoritade del filosofo sommo... non repugna a la imperiale autoritade; ma quella sanza questa è pericolosa, e questa santa quella è quasi debile: " Quella, cioè l'autorità imperiale... senza l'autorità filosofica di che parla qui, è pericolosa, perché non regolata e informata dai giusti criteri filosofici nella sua azione. E viceversa questa, la filosofica, senza quella, l'imperiale, è debole, perché non ha la forza di far praticare ciò che insegna " (Busnelli-Vandelli, ad l.; cfr. Mn III XV 10 opus fuit homini... Imperatore, qui secundum phylosophica documenta genus humanum ad temporalem felicitatem dirigerei).
Nel senso di " limitato ", " inadeguato ", detto dell'intelletto, in Cv III Amor che ne la mente 16 (ripreso in IV 13) se le mie rime avran difetto / ... di ciò si biasmi il debole intelletto.
In Cv IV XXIX 6, polemizzando contro coloro che, per essere discesi di padri eccellenti, credono essere nobili, nobilitade non avendo in loro (§ 1), D. afferma: lo ma[l]estr[u]o figlio o nepote... l'oppinione di coloro che hanno udito bene de li suoi maggiori, fa più debile, dando a tutta l'espressione il significato di " sminuire ".
Nella forma del diminutivo l'aggettivo ricorre, in senso proprio, in Vn XI 2 E quando ella [Beatrice] fosse alquanto propinqua al salutare, uno spirito d'amore... pingea fuori li deboletti spiriti del viso. Cfr. Cavalcanti Perch'i' no spero 37 " Tu, voce sbigottita e deboletta / ch'esci piangendo de lo cor dolente ". Detto del sonno, vale " leggero ", " poco profondo ", in Vn III 7 onde io sostenea sì grande angoscia, che lo mio deboletto sonno non poteo sostenere.