Kerr, Deborah
Nome d'arte di Deborah Jane Kerr Trimmer, attrice cinematografica scozzese, nata a Helensburgh (Glasgow) il 30 settembre 1921. Figura dal fascino sofisticato, basato su un elegante autocontrollo, ha recitato per lo più in drammi intimisti; il pudore nel mostrare l'abbandono ai sentimenti sembra celare un'inquietudine e una tormentata sensibilità che pure, talvolta, ha saputo lasciar emergere con efficacia. In pieno periodo aureo del cinema hollywoodiano è riuscita così a rappresentare il simbolo di un divismo sobrio e non invadente. Nel 1957 ha ottenuto un Golden Globe per The king and I (1956; Il re ed io) di Walter Lang. Il premio Oscar, che non ha vinto per una singola interpretazione ‒ sebbene abbia ricevuto ben sei nominations ‒, le è stato conferito alla carriera nel 1994 per onorare la sua intensa attività.
Abbandonata l'idea di dedicarsi alla danza ‒ che aveva studiato frequentando la England's Phyllis Smale School ‒, si esibì in teatro già dall'età di diciassette anni, recitando in alcuni allestimenti di opere shakespeariane. Proprio durante uno spettacolo teatrale fu notata dal regista Richard Atkins il quale, rimasto favorevolmente colpito dal suo talento, le offrì un contratto quinquennale a partire dal 1939: il primo ruolo interessante le venne affidato nell'elegante commedia Major Barbara (1941; Il maggiore Barbara), rivisitazione della pièce omonima di G.B. Shaw diretta da Gabriel Pascal. Il successo giunse però soltanto qualche anno più tardi, grazie alla sua interpretazione di tre donne che vivono, in diversi periodi storici, tre differenti guerre, nell'antimilitarista The life and death of Colonel Blimp (1943; Duello a Berlino) di Michael Powell ed Emeric Pressburger. Furono ancora i due registi ad affidarle nel 1947 in Black narcissus (Narciso nero) la parte di sorella Clodaugh, la madre superiora di un convento sull'Himalaya, che la K. seppe interpretare calibrando con intelligente sensibilità le forti emozioni e l'austero contegno imposto dalla veste, ottenendo così ampi consensi di critica. Lo stesso anno la Metro Goldwyn Mayer la chiamò per recitare, accanto a Clark Gable e Ava Gardner, in The Hucksters (1947; I trafficanti) di Jack Conway, film di successo in seguito al quale si trasferì a Hollywood e firmò un contratto di sette anni con la casa di produzione statunitense. Ottenne la sua prima nomination all'Oscar interpretando la fragile madre alcolizzata protagonista del melodramma Edward, my son (1949; Edoardo, mio figlio) di George Cukor, accanto a Spencer Tracy. Per la MGM lavorò quindi nei film d'avventura King Solomon's mines (1950; Le miniere del re Salomone) di Compton Bennett e Andrew Marton e The prisoner of Zenda (1952; Il prigioniero di Zenda) di Richard Thorpe ‒ recitando in entrambi accanto a Stewart Granger ‒, nel kolossal epico Quo vadis (1951; Quo vadis?) di Mervyn LeRoy, nei drammi storici Julius Caesar (1953; Giulio Cesare) di Joseph L. Mankiewicz, con Marlon Brando, e Young Bess (1953; La regina vergine) di George Sidney. In quegli anni, pur conservando il suo stile raffinato e composto, ricoprì con professionalità una grande varietà di ruoli: sostituì Joan Crawford nella parte di Karen Dolmen, una moglie che si abbandona all'adulterio in una base militare delle Hawaii in From here to eternity (1953; Da qui all'eternità) di Fred Zinnemann ‒ film che poté contare su un cast d'eccezione (Ernst Borgnine, Montgomery Clift, Burt Lancaster) e per la cui interpretazione la K. ebbe la seconda nomination ‒ e la fidanzata emancipata nella commedia Dream wife (1953; La sposa sognata) di Sidney Sheldon, accanto a Cary Grant. Con lo stesso attore avrebbe lavorato ancora, quattro anni più tardi, nel romantico An affair to remember (Un amore splendido) di Leo McCarey, nel quale emerge, pienamente caratterizzata, la sua immagine cinematografica di donna discreta e riservata, ma capace di forti passioni. Sempre accanto a Cary Grant avrebbe offerto una spiritosa interpretazione, nel 1960, nella divertente commedia di Stanley Donen The grass is greener (L'erba del vicino è sempre più verde).
Nel 1953 la K., la cui notorietà era ormai consolidata, debuttò inoltre sui palcoscenici di Broadway con Tea and sympathy di Robert Anderson, replicando tre anni più tardi, nell'omonima versione cinematografica diretta da Vincente Minnelli (Tè e simpatia), la parte della protagonista, Laura Reynolds. Il film per cui, nel corso degli anni, è stata maggiormente ricordata è la commedia musicale di grande successo The king and I, dove è Mrs Anna, la determinata educatrice contraria alla severa disciplina che il re (Yul Brynner, che aveva già interpretato lo stesso ruolo sui palcoscenici di Broadway, e che scelse personalmente la K. per l'adattamento cinematografico dello spettacolo) vuole imporre al piccolo erede al trono; con questo personaggio la K. ottenne la sua terza nomination. La miscela tra la vocazione religiosa e le pulsioni passionali, già tema di Black narcissus, impegnò l'attrice anche in Heaven knows, Mr. Allison (1957; L'anima e la carne) di John Huston, dove è una suora la cui condizione di superstite su un'isola deserta con un marine (Robert Mitchum) la porta a esasperare il proprio tormento interiore. L'anno successivo partecipò al dramma sentimentale Separate tables (Tavole separate) di Delbert Mann, film che la vide, ancora una volta, lavorare in un cast ricco di grandi attori (Rita Hayworth, David Niven, Burt Lancaster).Negli anni Sessanta continuò la sua intensa attività non soltanto negli Stati Uniti: nuovamente accanto a Robert Mitchum, recitò nel film di Fred Zinnemann The sundowners (1960; I nomadi), ambientato in Australia, quindi fu l'istitutrice nel film inglese The innocents (1961; Suspense) di Jack Clayton, tratto dal romanzo di H. James The turn of the screw. Dopo un'apparizione te-levisiva, nel 1962, in Three roads to Rome, tornò l'anno successivo sul grande schermo ancora per Huston, nel drammatico The night of the iguana (La notte dell'iguana); del 1964 è invece The chalk garden (Il giardino di gesso) di Ronald Neame, dove è ancora una volta una governante, la cui affabilità nasconde però un segreto; tre anni più tardi partecipò a Casino Royal (1967; James Bond 007 ‒ Casino Royal) di Huston, Ken Hughes, Val Guest, Joseph McGrath e Robert Parrish, parodia delle vicende dell'agente segreto britannico. Dopo la convincente interpretazione della moglie borghese del protagonista in The arrangement (1969; Il compromesso), film drammatico e intenso di Elia Kazan, tratto da un romanzo dello stesso regista, con Kirk Douglas e Faye Dunaway, la K. annunciò di volersi ritirare dal grande schermo. Continuò a lavorare per il teatro, recitando, nel 1971, in The day after the fair, e comparendo più volte sul palcoscenico nel corso del decennio.È tornata al cinema soltanto nel 1985, quando, dopo aver lavorato negli anni immediatamente precedenti per produzioni televisive, ha offerto una memorabile interpretazione, incisiva quanto quelle passate, in The Assam garden (1985; Il giardino indiano) diretto da Mary McMurray, in cui ha reso con la consueta, toccante sensibilità il personaggio di una vedova nostalgica della sua vita matrimoniale nella colonia. Nel corso degli anni Ottanta è apparsa inoltre in alcuni film televisivi, prima di ritirarsi a Klosters, in Svizzera.
E. Braun, Deborah Kerr, London 1977.