DECARCHIA
. La decarchia (gr. δεκαρχία; lat. decemviralis potestas [Corn. Nep., Lysand., II, 1]), forma straordinaria di governo che affidava il potere assoluto a dieci uomini, fu, insieme con l'istituzione dell'harmostes (ἁρμοστής "prefetto"), il mezzo di cui sulla fine del sec. V a. C. si servì il generale spartano Lisandro (v.) per esercitare un potere personale sulle città greche da lui asservite a Sparta.
Quando, infatti, dopo la battaglia di Egospotami - che pose fine all'ultima fase della guerra del Peloponneso - cadde il grande impero marittimo attico, Lisandro, rovesciato nelle città più importanti già soggette ad Atene il regime democratico, affidò il potere a dieci fra i suoi amici dei locali circoli oligarchici (ἑταιρίαι; cfr. Plut., Lysand., 13; Diod. Sic., XIII, 70) ai quali era legato da antichi rapporti personali e da identità di vedute politiche. Tali decarchie vennero istituite a Bisanzio, Calcedone, Sesto, nell'Asia Minore, sulle coste della Tracia, nelle isole. Ma furono di breve durata, perché la stessa Sparta, stato legalitario, si adoperò a toglier di mezzo tali forme di governo personale e illegittimo. Con l'abolizione delle decarchie Lisandro cessò di avere importanza nella politica di Sparta e della Grecia.
Bibl.: J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., II, i, Strasburgo 1914, pp. 431-432; G. Busolt, Griech. Staatskunde, 3ª ed., Monaco 1920, pp. 360-61; U. Kahrstedt, Griech. Staatsrecht, I: Sparta u.s. Symmachie, Gottinga 1922, p. 107; e l'articolo dello stesso in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII (1927), coll. 2503 segg., s.v. Lysandros.