decrescita felice
loc. s.le f. Abbassamento indotto della crescita economica come scelta politica virtuosa per una società più equa ed ecologicamente sostenibile.
• Pippo non ha debiti e non ha crediti. Il Pippo che è in noi ci induce a sospettare, almeno ogni tanto, che viviamo troppo carichi di bisogni e di responsabilità. Nella migliore delle ipotesi, Pippo è un eccellente testimonial della decrescita felice, uno che del Pil e dello spread neppure sospetta l’esistenza. Nella peggiore è un caso umano, un drop out che non lascerà tracce, se non nella sua propria contagiosa allegria di stare al mondo. (Michele Serra, Repubblica, 23 dicembre 2012, p. 39, Domenicale) • È il primo Papa «verde» della storia e sta costringendo tutti a fare i conti con lo spreco di risorse che il mondo occidentale ha fatto e continua a esercitare. L’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco è un richiamo a tutta l’umanità a farsi carico della casa comune, di nostra madre terra. Un appello perché il genere umano fermi i cambiamenti climatici e cominci ad attuare comportamenti virtuosi contro il consumismo che portino alla «decrescita felice». (Adige, 12 luglio 2015, p. 3) • Per [Matteo] Renzi l’esito del referendum ha chiuso la legislatura e il Paese avrebbe bisogno subito di un governo forte in grado di rilanciare una sfida riformista che abbia al centro il problema dell’occupazione e della crescita. In sostanza una ricetta alternativa a quella della decrescita felice e della povertà proposta agli altri dal leader del M5S. (Marco Conti, Messaggero, 9 gennaio 2017, p. 3, Primo Piano).
- Composto dal s. f. decrescita e dall’agg. felice.
- Già attestato nel Messaggero Veneto dell’8 giugno 2005, p. 15, Cultura-Spettacolo (Cristina Savi).