decreto
Participio latino, che riecheggia formule legali, a cui D. ricorre in due luoghi particolarmente solenni del Paradiso: l'uso è tanto più notabile in quanto egli non usa mai il verbo ‛ decretare '. Cacciaguida dice di sapere, prima che egli parli, quale sia la domanda che D. ha in animo di rivolgergli; perciò la sua risposta è già decreta (XV 69), cioè già " stabilita ", fissata (ma tuttavia lo esorta a formularla, perché l'amore di lui, esaudendo la richiesta, possa meglio adempiersi). Benvenuto così parafrasa: la risposta è " praeparata et deputata, quia iam scio quid velis et quid desideres ". Più solenne ancora è il passo di Pd I 124, in cui il latinismo legale sottolinea la certezza assoluta del fine supremo dell'uomo, cioè l'Empireo, la beatitudine, cui egli, una volta libero, tende come a suo sito decreto, stabilito ab aeterno, senza possibilità di variazione.