DEDALE (Δαίδαλα)
Festa religiosa dei Greci antichi, che si celebrava in Beozia, per ricordare l'unione simbolica di Zeus e di Era (Paus., IX, 3). Era, adirata con Zeus, era andata a nascondersi nei monti del Citerone, presso Tebe: Zeus, che la cercava invano, costruì, per consiglio di Alalcomeneo (eroe eponimo della città beotica di Alalcomene), una rozza statua di legno (di quelle chiamate appunto δαίδαλα) e la fece trasportare in corteo su un carro, fingendo fosse la sua nuova fidanzata; Era, vinta dalla gelosia, scese giù dal monte, si precipitò su quella figura velata, ma tosto, accortasi della celia, diede in risa, e si riconciliò col divino consorte. Si distinguevano le piccole Dedale, celebrate dai soli Plateesi, e le grandi Dedale, celebrate da tutti i Beoti, che convenivano in Platea; l'intervallo sarebbe stato - secondo Pausania - di sei anni per le prime, di sessanta per le seconde.
La festa procedeva così: si portava prima a bagnare nel fiume Asopo l'immagine della dea; poi, vestitala a festa, la si conduceva in processione, su un carro, sul Citerone, ove si sacrificava una vacca ad Era e un toro a Zeus; indi si bruciava l'immagine. Nelle grandi Dedale si preparavano invece quattordici immagini di legno e si distribuivano fra le varie città che partecipavano alla festa: poi la cerimonia procedeva nello stesso modo.
Bibl.: G. F. Schoemann, Griechische Altertümer, 4ª ed., Berlino 1902, II, p. 540 seg.; M. P. Nilsson, Griech. Feste, Lipsia 1906, p. 50 segg.; P. Stengel, Griech. Kultusaltertümer, 3ª ed., Monaco 1920, p. 254; Hunzicher, in Daremberg e Saglio, Dizionnaire des antiq. gr. t rom., II, col. 19 seg.; v. Schoeffer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., IV, col. 1991 segg.