Allen, Dede
Nome d'arte di Dorothea Carothers, montatrice statunitense, nata a Cleveland (Ohio) il 3 dicembre 1925. Negli anni Sessanta e Settanta è stata tra i protagonisti della rivoluzione del linguaggio cinematografico del suo Paese. Vicina all'ambiente del cinema e alla sensibilità dei registi dell'area liberal, è diventata un punto di riferimento per cineasti come Arthur Penn, Sidney Lumet, George Roy Hill. Il suo modo creativo di montare, incline a trasgredire le regole consolidate, si caratterizza per il ritmo sincopato e per uno spiccato senso del tempo della recitazione, come testimonia anche la stima che si è guadagnata da parte di diversi attori passati alla regia, tra i quali Paul Newman, Warren Beatty e Robert Redford. Nota per essere una lavoratrice instancabile, è stata anche una bandiera del cinema al femminile, tanto da ricevere nel 1982 il Crystal Award Women in Films; candidata tre volte all'Oscar, ha vinto nel 1976 il British Film Award con Dog day afternoon (1975; Quel pomeriggio di un giorno da cani) di Lumet. Nel 1994 l'American Cinema Editors (ACE) le ha conferito il premio alla carriera.Compiuti parte degli studi in Svizzera, tornò poi negli Stati Uniti e si iscrisse allo Scripps College di Claremont, in California. Ancora studentessa, ma già appassionata di cinema e decisa a diventare regista, nel 1943 trovò un lavoro part-time come fattorino alla Columbia Pictures. Seguendo il consiglio di un amico di famiglia, il regista Elliott Nugent Jr, entrò nel reparto del montaggio del suono, sguarnito a causa della chiamata alle armi di molti tecnici. Intanto frequentava i corsi dell'Actors Laboratory. Nel 1948 firmò il suo primo film come montatrice, Because of Eve, produzione indipendente diretta da Howard Bretherton; ma nello stesso anno si trasferì in Europa al seguito del marito, Stephen Fleischman, produttore di telegiornali e futuro regista televisivo. A Parigi lavorò come traduttrice. Riprese la carriera di montatrice al ritorno negli Stati Uniti, a New York, dove nel 1958 montò un piccolo film indipendente, Terror from the year 5000 di Robert Jr Gurney. Fondamentale nel quadro della sua formazione fu l'incontro con il regista ed ex montatore Robert Wise, che le affidò l'editing del thriller antirazzista Odds against tomorrow (1959; Strategia di una rapina), concedendole una discreta libertà creativa. Fu questa positiva esperienza ad aprirle definitivamente le porte di una professione che fino ad allora aveva visto pochissime donne affermarsi. Due anni più tardi, il suo lavoro per The hustler (1961; Lo spaccone) di Robert Rossen le procurò la prima candidatura al premio Eddie dell'American Cinema Editors. Questo film segnò anche l'incontro con Paul Newman, che successivamente l'avrebbe chiamata ad affiancarlo nel suo esordio da regista, Rachel, Rachel (1968; La prima volta di Jennifer) e, più tardi, in Harry and son (1984).A partire dagli anni Sessanta la A. impose un modo diverso di concepire il mestiere di montatore, affiancando i registi anche nelle loro scelte linguistiche più creative. Il montaggio secco e vibrante di America, America (1963; Il ribelle dell'Anatolia) di Elia Kazan confermò la sua fama di editor di talento. Qualche anno più tardi, in Bonnie and Clyde (1967; Gangster story), film che inaugurò la decennale collaborazione con Penn, la A. impose un ritmo sincopato, violando anche molte regole consolidate, per es. con l'uso anticonvenzionale del rapporto fra i suoni (a volte leggermente anticipati, nella coda dell'inquadratura precedente) e le immagini, che ai sound editors della vecchia generazione dava addirittura l'impressione di essere fuori sincronismo. Ancora per Penn, in Alice's restaurant (1969) costruì geometrie narrative azzardate, al limite del caotico, ma in profonda sintonia con l'intento decostruttivo perseguito dal regista; e offrì un contributo decisivo anche allo svolgimento più pacato, epico, di Little big man (1970; Piccolo grande uomo), come pure al teso climax di Night moves (1975; Bersaglio di notte).Poiché usava non sovrapporre mai la lavorazione di due film, nel 1969, mentre era impegnata in Alice's restaurant, rifiutò la proposta di Hill di curare il montaggio di Butch Cassidy and the Sundance Kid (Butch Cassidy). Ma l'incontro con Hill fu procrastinato solo di poco; nel 1972, infatti, la A. montò Slaughterhouse-five (Mattatoio 5) e qualche anno più tardi Slap shot (1977; Colpo secco). Una eco maggiore la ottennero i suoi primi due lavori per Lumet: Serpico (1973) e Dog day afternoon; il secondo, in particolare, resta nella storia del montaggio per la drammatica sospensione dei tempi che la A. ha saputo costruire nella cornice di un film d'azione. Dopo Paul Newman, anche Warren Beatty e Robert Redford, al momento di misurarsi con la regia, si sono appoggiati alla sua autorevole esperienza. Il lavoro della A. sul set di Reds (1981) è stato talmente importante che Warren Beatty, molti anni prima protagonista di Bonnie and Clyde, le ha affidato in quell'occasione anche il ruolo di executive producer. Per questo film è stata nuovamente candidata sia all'Oscar sia al premio Eddie. Robert Redford l'ha voluta invece come montatrice di The Milagro beanfield war (1988; Milagro). Nel 1991, dopo aver firmato il montaggio di The Addams Family (La famiglia Addams) di Barry Sonnenfeld, la A. ha assunto un incarico di creative executive alla Warner Bros., seguendo la post-produzione dei più importanti progetti della major fino al 1998, quando è tornata a lavorare in moviola, sperimentando le nuove tecnologie Avid nel film Wonder boys (1999) di Curtis Hanson, grazie al quale ha ottenuto la terza candidatura all'Oscar.
J. Sunila, Cutter's way, in "American film", 1985, 2, pp. 42-43, 46 e 78; A. Arkush, I want my Kem-Tv, in "American film", 1985, 3, pp. 65-67; R. Gentry, An interview with Dede Allen, in "Film quarterly", 1992, 1, pp. 12-22.