Deep impact
<dìip ìmpäkt>. – Missione spaziale della NASA lanciata nel gennaio 2005 da Cape Canaveral (FL) con l’obiettivo di studiare la costituzione interna della cometa Tempel 1. Giunta a destinazione, la sonda ha sganciato un proiettile di rame di 370 kg che è penetrato nella cometa procurando la fuoriuscita di materiale. Questo doveva essere fotografato dalla sonda madre, ma conteneva più polvere e meno ghiaccio di quanto ci si aspettasse, per cui i detriti prodotti dalla collisione hanno accecato la telecamera, che non ha potuto eseguire fotografie anche a causa di un temporaneo malfunzionamento. La documentazione fotografica dell’evento è stata quindi affidata dalla NASA alla sonda Stardust (ribattezzata Stardust next), che nel 2004 aveva completato la sua missione portando a Terra le particelle raccolte dalla cometa Wild 2 ed era ancora efficiente: le 72 foto realizzate hanno permesso d’individuare il cratere provocato da D. i., tra due preesistenti crateri più grandi. I bordi del cratere artificiale appaiono smussati e non netti e questo indica che il materiale di cui è fatta la cometa non è roccioso ma fragile. Stardust next ha anche raccolto informazioni sulla rarefatta atmosfera di polveri che circonda Tempel 1. La missione D. i. è stata estesa a una nuova fase denominata EPOXI (Extrasolar planet observation and Deep impact extended investigation), per l’osservazione di pianeti extrasolari e lo studio di un’altra cometa, Hartley 2, raggiunta nel 2010.