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DEFFAND, Marie de Chamrond de Vichy, marchesa du

di Francesco Picco - Enciclopedia Italiana (1931)
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DEFFAND, Marie de Chamrond de Vichy, marchesa du

Francesco Picco

Nacque nel 1697 nel castello di Chamrond e morì a Parigi nel 1780. Manifestò giovanetta un intelletto precoce e spregiudicato, che invano il Massillon tentò di piegare alla religione. Andata sposa nel 1718 a Giacomo de La Lande, marchese du Deffand, brillò a corte per la grazia del portamento e per l'arguzia del conversare scettico e ironico, e piacque al reggente, Filippo d'Orléans, il quale la volle fra le commensali ai famosi soupers del Palais-Royal, ripagandola anche con una pensione. Divisasi dal marito (1722), iniziò in piena indipendenza quella vita che le doveva procurare un primato fra le dame celebri del secolo galante. Quando invece la separazione fu pronunciata legalmente (1727), di fronte allo scandalo che dilagava, avvertì la necessità di mutar condotta e di rifarsi una migliore reputazione, e pur senza rinunciare a quei volubili amori, che erano per lei, avida di distrazioni, una seconda natura, seppe tenersi in una penombra discreta.

Si ritirò a vita modesta, in una casina della via di Beaune, e si limitò a ricevere, con semplicità ostentata, poche persone. Poi, per mezzo dell'Hénault, introdotta nel salotto della capricciosa duchessa del Maine, riuscì a conquistarne il cuore e a divenirne l'amica prediletta. E così risalì in onore: le sue lettere erano ricercate; i suoi "portraits" correvano di mano in mano, dettati con mordacità inesorabile, in pochi tratti incisivi.

In seguito alla morte del marito (1750), avendo ereditato una buona rendita, poté finalmente aprire, secondo una sua antica ambizione, anche il salotto proprio, in via San Domenico, nei pressi del convento di Saint-Joseph dove affluirono personaggi e gentildonne eminenti, tra cui, a lei carissimi, il D'Alembert e il Montesquieu: vi si costituì un piccolo cenacolo che, alternando ai divertimenti le letture e le discussioni critiche, esercitò a Parigi accanto al Voltaire, suo corrispondente, una dittatura letteraria. Ma due anni dopo la D. incominciò a perdere la vista: la "grande ombra" della cecità e il tarlo segreto della noia, la sua implacabile nemica, ne indebolirono la forte tempra, inasprirono sempre più il suo carattere variabile e sospettoso, tanto che infine tutti l'abbandonarono, anche la sua più cara confidente, lettrice devota, la giovane de Lespinasse (1763). Tuttavia, quando pareva chiusa la sua vita, un giovane letterato inglese, Orazio Walpole, le accendeva una senile passione, la più profonda da lei provata, quella che non aveva arriso alla sua dissipata giovinezza.

Il ricco epistolario della D., edito molte volte, accompagnato spesso dalle lettere dei suoi corrispondenti, meritò per pregi di lingua e per l'eleganza dello stile rapido e vivacissimo, d'essere collocato dal Sainte-Beuve accanto alle opere dei classici. Nella parte relativa al Walpole, la sua sincerità spietata, posta a un tempo a servigio dello scetticismo più torbido e dell'egoismo più brutale, scompare per far luogo a una schiettezza commossa, a un affettuoso abbandono, che tradiscono sotto la maschera di questa ottuagenaria dal volto senz'occhi, un palpito di umanità insospettata.

Opere: Lettres à Walpole, a cura di Berry, voll. 4, Londra 1810, Parigi 1811; Correspondance inedite (avec la duchesse de Choiseul), voll. 2, a cura del Saint-Aulaire, Parigi 1859; Correspondance complète, voll. 2, a cura del de Lescure, 1865; Lettres inédites à Maupertuis, a cura di F. F. Caussy, in Le Correspondant, 1908; La Comtesse de Boufflers (portrait), in Revue de Paris, 1909; Lettres à Walpole, prima ed. completa, voll. 3, a cura di Paget Toynbee, Londra 1912.

Bibl.: Sainte-Beuve, Lundis, I e XIV: Neera, Il sec. galante, Firenze 1900, pp. 121-147; L. Perey, Le Prés. Hénault et M.e du D., Parigi 1902; De Ségur, Esquisses et récits; M.e du D. d'après des doc. inédits, Parigi 1908; e cfr. D. Mornet, Les Salons, in La vie paris. au XVIIIe siècle, Parigi 1914.

Vedi anche
Fontenelle, Bernard Le Bovier de Scrittore francese (Rouen 1657 - Parigi 1757). Nipote dei due Corneille, per la protezione e sotto la guida di Thomas lasciò la città natale, dove esercitava l'avvocatura, per dedicarsi a Parigi al teatro e alla poesia (di Pierre Corneille scriverà più tardi, nel 1742, la vita). Scarso successo ebbero ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per l. l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; ... Walpole, Horace, quarto conte di Oxford Scrittore inglese (Londra 1717 - ivi 1797), figlio del ministro Sir Robert. Nel 1739 viaggiò con Th. Gray in Francia, Svizzera e Italia. Dal 1741 al 1767 sedette in parlamento. Nel 1751 cominciò a scrivere Memoirs of the last years of George II, che uscì postumo. Dilettante di vaglia, contribuì alla ...
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    Gentildonna (Chamrond 1697 - Parigi 1780). Moglie (1718) di Giacomo de La Lande, marchese du D., condusse vita dissipata e galante, e il marito fu costretto a separarsi legalmente da lei (1728). Donna di una intelligenza straordinariamente agile e lucida, ebbe ospiti illustri nel suo salotto e lasciò ...
Vocabolario
vichy
vichy 〈višì〉 s. m. o f. – Propriam. Vichy, nome di una città dell’Auvergne (in ital. Alvernia) della Francia centrale, rinomato fin dall’antichità per le sue sorgenti idrominerali, da cui proviene l’acqua di Vichy, acqua naturale alcalina...
marchéṡa
marchesa marchéṡa s. f. [femm. di marchese1]. – 1. Signora di un marchesato, o moglie di un nobile che ha il titolo di marchese. 2. Anello di forma allungata, a doppia ogiva, che copre tutta la falange (chiamato anche marchesana o, col...
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