attenzione, deficit della
L'incapacità di concentrarsi associata a iperattività
Ogni cento bambini, ce ne sono tre o quattro che presentano il disturbo causato da "deficit di attenzione e disordine da iperattività" (chiamato ADHD, sigla derivata dall'inglese attention deficit and hyperactivity disorder). Questi bambini appaiono fortemente distratti, agitati e incapaci di stare fermi, e hanno bisogno di essere aiutati per superare il disturbo di cui soffrono.
L'attenzione è la capacità di concentrarsi, applicandosi con i sensi (vista, udito) e la mente a un determinato oggetto o argomento. Non tutti sono in grado di stare attenti nello stesso modo; inoltre, nella stessa persona, questa capacità varia a seconda della stanchezza, del grado di interesse e della presenza di fattori che distraggono (come un mal di pancia, o la televisione accesa). A volte, però, la mancanza di attenzione può essere il segno di una malattia. In questi casi il deficit di attenzione, o 'inattenzione', è spesso associato a iperattività accompagnata a volte o sostituita da impulsività.
Si può affermare che un bambino presenta questo tipo di disturbo quando risulta in maniera significativa incapace di portare a termine le proprie attività in almeno due diverse condizioni (a casa, a scuola, nel gioco) e se i segni (o sintomi) della malattia hanno avuto inizio prima dei sette anni e durano da almeno sei mesi.
L'inattenzione si manifesta come scarsa cura per i dettagli e incapacità di concludere un'azione iniziata: i bambini appaiono costantemente distratti, evitano attività che richiedono impegno nei particolari o buone capacità di organizzarsi, perdono spesso gli oggetti. L'impulsività si presenta come difficoltà a gestire attività complesse, che per esempio richiedano di compiere una serie di azioni in sequenza; inoltre i bambini tendono a passare rapidamente da un'attività a un'altra e hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno in situazioni di gioco o di gruppo. Spesso, oltre all'impulsività, è presente l'iperattività: in questi casi i bambini sembrano mossi da un 'motorino interno', hanno difficoltà a rimanere seduti a scuola e a rispettare le regole comuni, i tempi e gli spazi degli altri.
Va considerato che quasi tutti i bambini, in particolari situazioni, possono mostrare uno dei comportamenti sopra descritti: qualsiasi bambino tende infatti a distrarsi durante alcune attività prolungate e ripetitive; al parco come a casa è frequente che corra da un gioco all'altro, anche abbandonando il giocattolo o l'amichetto preferito; inoltre la ricerca delle novità e l'esplorazione dell'ambiente sono certamente comportamenti positivi per la crescita di un bambino. Non è però normale che questi atteggiamenti si presentino in tutti gli ambienti (a casa, a scuola, al parco) e in tutte le situazioni (a lezione, durante il gioco o lo studio a casa, davanti al televisore).
I bambini con deficit di attenzione, inoltre, si stancano o si annoiano molto rapidamente e anche questo contribuisce a rendere difficile concentrarsi e completare le attività iniziate. A volte, genitori e maestri non capiscono che si tratta di una vera e propria malattia e credono di avere di fronte ragazzi irrequieti, agitati, incapaci di seguire le regole, comprendere le istruzioni o ricordare le nozioni apprese. Conseguentemente questi ragazzi incontrano spesso difficoltà a scuola e hanno problemi nel regolare il proprio comportamento sociale e mantenere buoni rapporti con i coetanei.
Questi bambini possono essere aiutati ad affrontare le loro difficoltà in diversi modi, anche a seconda della gravità dei sintomi che presentano. È possibile intervenire per modificare il loro comportamento insegnando l'autocontrollo e il metodo per risolvere i problemi; oppure si può agire sull'ambiente in cui il bambino vive, aiutando genitori e insegnanti a procedere suddividendo i compiti più complessi in azioni semplici e offrendo piccoli premi e incentivi.
Soltanto nei casi in cui i sintomi sono più gravi, può essere utile usare medicine che permettano al bambino di controllare meglio l'inattenzione e l'iperattività. Benché sia più semplice calmare un bambino con un farmaco che lo intontisce, l'intervento farmacologico va limitato ai casi strettamente necessari.