defiommizzato
(de-fiomizzato), p. pass. e agg. Sottratto all’influsso esercitato dalla Fiom.
• Invita [Sergio] Marchionne, [Susanna] Camusso, «a guardarsi indietro e a mettere in fila gli strappi che ha dovuto fare per raggiungere obiettivi che comunque, senza una grande organizzazione come la Fiom, non riesce a centrare». La questione «Fabbrica Italia defiommizzata», però, girata a Raffaele Bonanni e a Luigi Angeletti torna al punto di partenza. Niente più delegati? Per il segretario Cisl «lo sa la Fiom, perché determina i propri comportamenti, e lo sa la Fiat, perché può richiedere cose di un certo tipo. Ma non ho messo io il carro davanti ai buoi». Chiedere a [Maurizio] Landini, in altre parole. (Raffaella Polato, Corriere della sera, 13 novembre 2010, p. 48) • Poche bandiere No tav, pochi studenti. La scena se la prendono innanzitutto i delegati e gli operai della Fiat, rivendicando «con il loro orgoglio, il loro coraggio di resistere in una situazione durissima», di non rinunciare a quella tessera così pesante a costo del posto o della dignità. A parlare per ultimi, tutti insieme da tutti gli stabilimenti de-fiomizzati da [Sergio] Marchionne. (Massimo Franchi, Unità, 10 marzo 2012, p. 6, Economia).
- Derivato dal v. tr. defiomizzare con l’aggiunta del suffisso -ato.
> fiommizzato.