CONSENTI, DEI
Sono così denominate quelle divinità latine che a tenore della parola (da cum e sens, participio del verbo esse, piuttosto che da consentio) stanno insieme (o vanno insieme d'accordo). Esse formano un gruppo omogeneo di dodici; sei maschili e sei femminili, distribuiti in coppie: Giove-Giunone; Nettuno-Minerva; Marte-Venere; Apollo-Diana; Vulcano-Vesta; Mercurio-Cerere. Come Dei Consentes vengono così riconosciute le dodici massime divinità della religione romana: gli dei noti secondo la dottrina etrusca, in contrapposto ai dodici dei ignoti (involuti). I Romani li ebbero in eredità dagli Etruschi i quali alla loro volta li desunsero dai Greci. In Roma il culto degli Dei Consenti era in onore già sotto la repubblica, e nel Foro, come Varrone ricorda (De re rustica, I, 4), era stato loro dedicato un portico, con le statue dorate dei dodici dei, analogamente al portico dei dodici dei nell'agorà di Atene. Un'iscrizione latina (Corp. Inscr. Lat., VI, 102) ci dà notizia dell'inaugurazione di statue degli Dei Consenti, nel 367 d. C., per opera del praefectus Vettio Pretestato. Questo portico fu riconosciuto nel 1834 ai piedi del colle Capitolino (Clivus Capitolinus), verso il Foro, di fronte al tempio di Saturno e di fianco al tempio di Vespasiano.
Bibl.: Aust, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 910-11; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 61.