DEIOCHOS (Δ[ηιοχ]ο[ς)
Ipotetico scultore di Paro, figlio di Charopinos, della prima metà del VI sec. a. C., autore del fregio N ed E del thesauròs dei Sifni, a Delfi. Tutto ciò secondo la ricostruzione del Pomtow, invero molto discussa. Il nome, in forma molto frammentaria (Δ... ο..) appare inciso sullo scudo di un gigante del fregio N del thesauròs, accanto ad un'iscrizione mutila di lettura incerta. Il de La Coste Messelière confuta l'interpretazione del Pomtow che identificava D. con uno dei figli di Charopinos, chiarendo che impossibile è stabilire un qualsiasi rapporto tra l'edificio dei Sifni e le dediche a Charopinos; che nulla prova che Charopinos e figli formassero una famiglia di scultori, e infine che la lettura data nella Realencyklopädie è errata, perché il numero delle lettere mancanti non coincide con quello delle lettere integrate dal Pomtow (v. anche endoios).
Bibl.: H. Pomtow, in Pauly-Wissowa, Suppl. IV, 1924, c. 1255, s. v. Delphoi; Ch. Picard-P. de La Coste Messelière, in Fouilles de Delphes, IV, (2), pp. 82-83, nota 1; P. de La Coste Messelière, Au Musée de Delphes, Parigi 1936, p. 16, nota 1.