DELFICO, Melchiorre, barone
Filosofo e uomo politico, nato a Leognano (Teramo) il 1° agosto 1744, morto a Teramo il 21 giugno 1835. Studiò a Napoli sotto la guida del Genovesi e nel 1768 iniziò la sua carriera di pubblicista, rivendicando in due memorie i diritti del re di Napoli su Benevento e Ascoli. Ritornò in Abruzzo nello stesso anno e dal 1783 al 1790 tenne la carica di assessore militare a Teramo. Una serie di opere, tra le quali più celebri Sulla vendita dei feudi (1790) e Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza romana e dei suoi cultori (1791), gli diede un nome nella cultura del tempo. Sospettato di gallofilia, il D. cadde in disgrazia del governo borbonico. In compenso, durante la rivoluzione napoletana del 1799, fu elevato alle più alte cariche politiche, ma non si mosse da Pescara, di cui era stato fatto governatore. Nella prima restaurazione esulò a S. Marino, e ne pubblicò la storia nel 1804. Nel 1806 stampò a Forlì la sua opera più nota, i Pensieri sulla storia e sull'incertezza e inutilità della medesina. Durante il decennio francese il D. ritornò ai primi posti della gerarchia sociale. Nella seconda restaurazione conservò il suo posto al Consiglio di stato e, scoppiata la rivoluzione del 1820, ebbe l'incarico di tradurre la costituzione spagnola e di presiedere la Giunta provvisoria. Si ritirò a Teramo nel 1823.
Come filosofo il D. fu il rappresentante più conseguente dell'illuminismo settecentesco, di cui esasperò l'antistoricismo, e tentò di dedurre da premesse materialistiche l'estetica, la morale, il diritto e la politica. Ebbe una fede entusiastica nell'indefinita perfettibilità dell'uomo. Partecipò con calore alle lotte antifeudali e molte delle sue idee furono realizzate nella prassi legislativa dei Borboni e dei Napoleonidi. Conseguenziario, tendente agli estremi in teoria, il D., coinvolto in due rivoluzioni, non rivelò in pratica mentalità giacobina. Suoi ideali politici erano, invece, o le piccole repubbliche come S. Marino, o gli stati riformatori del Settecento. Le sue opere furono raccolte in 4 volumi da G. Pannella e L. Savorini (Teramo 1902-05).
Bibl.: G. Gentile, St. della filosofia italiana dal Genovesi al Galluppi, 2ª ed., Milano 1930, I, pp. 25-120; per l'opera antifeudale: R. Trifone, Feudi e demani, Milano 1909, pp. 113-121; per l'opera costituzionale nel 1820: Atti parl. Due Sicilie 1820-21, ed. Alberti, Bologna 1931, IV, pp. 1-318; contro la leggenda dell'invito fatto dal D. e da altri 13 patrioti a Napoleone all'Elba per unificare l'Italia: M. Ruini, L. Corvetto, Bari 1929, pp. 84-102.