DELFINATO (fr. Dauphiné; A. T., 17-18-19)
Antica provincia francese; corrisponde al territorio compreso nei dipartimenti dell'Isère, della Drôme e delle Alte Alpi. Si estende dalle alte cime alpine che sovrastano la frontiera franco-italiana fino alla valle del Rodano e si divide di solito in due parti: il basso e l'alto Delfinato.
Il basso Delfinato corrisponde alla regione compresa tra la valle del Rodano e l'orlo occidentale dei massicci prealpini; è costituito nel complesso da una striscia di altipiani molassici (arenarie tenere del Terziario), inclinati da E. verso O., alti in media dai 300 ai 400 m.: altipiani delle Terres Froides, di Chambaran, di Bonnevaux, coperti di foreste e poco popolati. L'erosione operata dai fiumi derivati dalle Alpi e dai ghiacciai quaternarî vi ha intagliato e plasmato fertili piani (Bièvre, Valloire, vallata inferiore dell'Isère, valle della Drôme), regioni coltivate a grano, granturco, alberi da frutta. Sotto l'impulso di Lione, si è molto sviluppata l'industria della seta; Voiron (12.746 ab.) e Rives (3280 ab.) possiedono delle cartiere e degli stabilimenti metallurgici; a Romans (17.596 ab.) si esercita l'industria del cuoio. Le città principali sono tuttavia situate nella valle del Rodano: al nord Vienne (25.092), con fabbriche di tessuti, al sud Valenza (30.964), importante mercato e testa di una ferrovia che collega la vallata del Rodano con Grenoble. (Vedi le voci dedicate a queste due città).
L'alto Delfinato comprende tre grandi zone: a E. una zona di alti massicci (del Pelvoux, 4103 m.; delle Grandes Rousses, 3478 m.; di Belledonne, 2981 m.); al centro una zona depressa, estesa per circa 100 km. di lunghezza, che fa parte del solco alpino che si apre a O. degli alti massicci in una serie di vallate o di altipiani poco elevati: Grésivaudan (vallata del medio Isère: v. questa voce), Trièves, Champsaur (bacino del Drac); a O. una serie di massicci prealpini, di cui i principali sono: la Grande-Chartreuse, il Vercors, il Diois, altipiani calcarei accidentati di corrugamenti e di barre rocciose, a grandi scoscendimenti, spesso coperti di foreste, nei quali si aprono qua e là valli e conche erbose e coltivate.
La maggior parte dell'alto Delfinato si raggruppa attorno alla vallata del medio Isère (Grésivaudan), per il convergere, in quel tratto, dei principali fiumi alpini: il Drac, proveniente dal solco alpino meridionale, e la Romanche, suo affluente, che raccoglie le acque di tutto l'interno del massiccio delfinate (Oisans). Invece tutto il Delfinato meridionale si orienta attorno alla vallata della Durance, che dalla parte a monte di Briançon, per Embrun e Sisteron, si dirige verso sud in Provenza. Tutta questa zona durantina ha del resto un clima che differisce sensibilmente da quello del Delfinato settentrionale, per la sua luminosità, la scarsa umidità, le estati già secche, caratteri che ricordano il clima mediterraneo delle pianure e delle colline provenzali. E non solo la montagna vi è meno verdeggiante, ma muta il regime stesso di vita: accanto all'allevamento del grosso bestiame, praticato ancora con successo nei massicci più irrigati (attorno a Briançon), quello dei montoni assume maggiore importanza. Infine le coltivazioni delle piante aromatiche, degli alberi da frutta e della vite accentuano il carattere meridionale di questa parte del Delfinato. È del resto verso il Mezzogiorno (Marsiglia), attraverso la vallata della Durance, che sono dirette per la maggior parte le comunicazioni e che viene distribuita la più gran parte di energia elettrica, prodotta nelle officine scaglionate lungo il fiume (più di 50.000 HP.)
Nella parte settentrionale del Delfinato è praticato l'allevamento del grosso bestiame nei pascoli di montagna (con produzione di burro e formaggio) e si sfruttano le foreste; ma la regione si distingue soprattutto per la sua attività industriale. Questa è data quasi unicamente dallo sfruttamento del "carbone bianco": le cascate utilizzate nel dipartimento dell'Isère dànno presentemente oltre 280.000 HP, che vengono in parte trasportati a Lione, nelle città industriali che sorgono lungo l'orlo del Massiccio Centrale (regione di Saint-Étienne) e nella vallata del Rodano; il rimanente, 100.000 HP., viene adoperato nelle industrie regionali.
Bibl.: Utile è il vol. di R. Blanchard, Les Alpes françaises, Parigi 1925.
Storia. - La prima dinastia che dominò il Delfinato fu quella dei conti di Albon, che hanno per capostipite un Guigo, morto nel 1080. I conti di Albon svilupparono il loro potere lottando contro il vescovo di Grenoble (fine del secolo XI) e difendendo il Delfinato contro i Savoia (dai primi del sec. XII). Guigo IV ebbe da Federico Barbarossa il diritto di battere moneta a Cesana in val di Susa, e dal viceré di Borgogna, Bertoldo di Zähnngen furono riconosciuti i suoi diritti su Vienne. Spentisi nel 1162 con Guigo V gli Albon, la figlia sua Beatrice sposando Ugo duca di Borgogna iniziò una nuova dinastia. Sotto questa famiglia il Delfinato divenne nel 1238 feudo di Federico II imperatore, di cui Guigo VII si era dichiarato vassallo. Nel 1282 salì al potere nel Delfinato una terza dinastia, quella dei La Tour-du-Pin. Con i La Tour, che coi loro possessi minacciavano la valle dell'Isère e si spingevano nella Bresse e nel Bugey, i rapporti coi Savoia, per ragioni politico-territoriali si fecero asprissimi e i Delfini si appoggiarono per resistere loro, ai re di Francia. Umberto II, ultimo dei La Tour, lasciò il Delfinato nel 1349 al re di Francia, col patto che il di lui primogenito portasse sempre il titolo di Delfino (v.). Il Delfinato era e si considerava però come stato a parte, legato alla Francia da un'unione personale, poiché essendo il Delfino a Parigi, il paese era nelle mani del governatore assistito da un consiglio residente a Grenoble e geloso custode delle prerogative del paese. Carlo VII lasciò che il figlio Luigi quale Delfino si stabilisse nel 1447 a Grenoble, governando personalmente lo staterello; i feudatarî riottosi furono domati. Luigi regolò le vecchie questioni di confine con i Savoia e trasformò il Consiglio Delfinale in Parlamento. Quando nel 1456 fra Carlo VII e il figlio Luigi scoppiò aspro conflitto, un esercito regio al comando dello stesso Carlo VII invase il Delfinato: Luigi Delfino fuggì in Borgogna e il Delfinato fu annesso alla Francia senza scosse, perché da un secolo le istituzioni erano venute svolgendosi in tal senso e del resto le milizie delfinasche avevano già combattuto nel 1429 a Orléans con Giovanna d'Arco. Il Delfinato rimase però, per la sua posizione sulle Alpi e i contatti con lo stato sabaudo, provincia importante per la monarchia specialmente nelle guerre dei secoli XVI e XVII. Invasioni in Delfinato avvennero ripetutamente per opera dei principi sabaudi: così alla fine del sec. XVII, l'invase Vittorio Amedeo II, nel 1815 durante i Cento Giorni Vittorio Emanuele I. Nel castello di Vizille presso Grenoble il 21 agosto 1788 fu tenuta quella adunanza di partigiani delle riforme costituzionali, che si può considerare come un annuncio della grande Rivoluzione. Nel 1790 il Delfinato scomparve con la riforma amministrativa della Francia.
Bibl.: N. Chorier, Histoire générale du Dauphiné, Grenoble 1661-1672; Valbonnais, Histoire du Dauphiné et des princes qui ont porté le nom de Dauphins, Genève 1721-22; U. Chevalier, Choix de documents historiques inédits sur le Dauphiné, Lione 1874; P. Fannier, Le royaume d'Arles, Parigi 1891; J. Roman, Dictionnaire topographique du départ. des Hautes-Alpes, Parigi 1884; A. Prudhomme, De l'origine des mots Dauphin et Dauphiné, in Bibliot. de l'École des Chart., LIV, 1893.