DELHI
(XII, p. 532)
La vecchia D., città storica di stile tipicamente indiano (un intrico di strade con numerosi bazar, tra cui il famoso Chandni Chowk), è segnata − nel suo aspetto − da secoli di dominazione musulmana. Nuova D., sorta (dopo il 1911) a sud della precedente, e odierna capitale dell'Unione Indiana, realizza una concezione urbanistica completamente differente; le strade sono ampie e alberate, a maglie simmetriche o convergenti a raggiera verso alcune grandi piazze circolari, sistemate a giardini. È la città degli edifici ufficiali di razionale modernità, delle ambasciate, dei grandi alberghi. I due nuclei distinti della vecchia e della nuova D. formano ormai un unico aggregato urbano, che, nel 1987, superava gli 8 milioni di abitanti.
La popolazione di D. è assai composita, in quanto la sua funzione di capitale federale ha attirato un grande flusso migratorio da tutta l'India, con un ritmo di circa 100.000 nuovi immigrati l'anno. Un terzo degli abitanti censiti nel 1981 era nato fuori della città. Questa dilatazione demografica ha comportato un proliferare delle bidonvilles che circondano la periferia di D., dove si accalcano, in una situazione di profondo squallore e di miseria, masse rurali venute in città nella speranza di una vita migliore. Un'altra conseguenza di questo afflusso di popolazione è costituita da una forte presenza maschile, in quanto sono prevalentemente gli uomini a lasciare la loro famiglia nelle aree rurali e a trasferirsi a D. in cerca di occupazione: al censimento del 1981 risultavano 801 femmine ogni 1000 maschi.
La maggioranza degli abitanti parla l'hindī; segue un altro gruppo consistente di persone che parla una versione modificata dell'hindī, chiamata hindustanī; il terzo linguaggio è il punjabī, usato soprattutto dai rifugiati pakistani. Una piccola percentuale di persone, che lavora negli uffici governativi e presso organizzazioni economiche nazionali, parla bengālī, gujarātī, marāṭhī, telugu, tamil e sindhī. Per quanto riguarda la religione, l'80% degli abitanti di D. è induista, l'8% musulmano, il 6% sikh; seguono, con percentuali sempre più basse, cristiani, jainisti e buddhisti. Sempre al censimento del 1981 la percentuale di alfabeti è pari al 62%, contro il 36% dell'India.
Le funzioni principali di D. sono politiche, amministrative e culturali, tanto che nel settore terziario è occupato ben il 76% della popolazione attiva, mentre il 20% è occupato nel settore secondario e il rimanente 4% nel primario. Le industrie moderne più importanti, tutte per lo più di piccole dimensioni, sono quelle cotoniere, chimiche, del vetro e del materiale elettrico. Accanto a esse sopravvive, ancora piuttosto prospero, l'artigianato (quasi esclusivamente localizzato nella vecchia D.): lavorazione di perle, di oro e di argento filigranati, e di altri oggetti di oreficeria.
Un settore in fase di sviluppo è quello dei trasporti: secondo fonti ufficiali, nel 1970 erano 173.000 i veicoli a motore circolanti a D., divenuti 815.000 nel 1980 con un incremento del 371%. D. è, inoltre, un importante ganglio stradale e ferroviario, collegato ai porti di Bombay e Calcutta, e scalo aereo internazionale (aeroporto di Palam).
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