Scala, Delia
Nome d'arte di Odette Bedogni, attrice cinematografica, teatrale e televisiva, nata a Bracciano (Roma) il 25 settembre 1929 e morta a Livorno il 15 gennaio 2004. La spiccata carica comunicativa, coniugata con una grazia innata e un'esuberante vitalità, le consentirono di ottenere decisi consensi nelle più diverse forme dello spettacolo in cui ebbe modo di cimentarsi, mostrando di essere una professionista multiforme in grado di alternare con intelligenza ironia e serietà. Pur raggiungendo la grande affermazione nel varietà teatrale e televisivo, già nella prima fase della sua carriera dimostrò, nel cinema, una notevole sensibilità nell'affrontare sia i ruoli drammatici, sia quelli brillanti, a lei più congeniali.
Trasferitasi a Milano con la famiglia, ancora bambina si iscrisse alla scuola di ballo del Teatro La Scala (da qui la scelta nel dopoguerra del suo nome d'arte); nei sette anni in cui frequentò i corsi comparve in diversi balletti, tra cui La bottega fantastica di G. Rossini e La bella addormentata nel bosco di P.I. Čajkovskij. Quando, pochi mesi dopo il suo esordio nel cinema avvenuto nel 1948 in L'eroe della strada di Carlo Borghesio, Luigi Zampa le affidò un piccolo ruolo in Anni difficili (1948), venne notato subito il suo talento, che le avrebbe consentito, in poco più di dieci anni, di recitare in numerosi film, accanto a grandi artisti. Già nel 1950, ottenne una parte in Vita da cani di Steno e Mario Monicelli, melodramma incentrato sulle vicende di una compagnia di varietà, con Aldo Fabrizi e Marcello Mastroianni, e in Napoli milionaria, adattamento per il grande schermo della commedia di Eduardo De Filippo, da lui stesso diretto oltre che interpretato, e che ritrae, con un umorismo carico di amarezza, la lotta per la sopravvivenza in un vicolo popolare di Napoli durante la guerra. Fu di nuovo accanto a Eduardo De Filippo in Cameriera bella presenza offresi… (1951) di Giorgio Pastina, commedia di costume costruita intorno ai grandi attori presenti e, nello stesso anno, fu protagonista, con Silvana Pampanini, di Bellezze in bicicletta di Carlo Campogalliani, dove interpreta il ruolo di una ballerina alla ricerca della notorietà. Nel 1952, dopo L'eroe sono io di Carlo Ludovico Bragaglia, comparve nel drammatico Roma, ore 11 di Giuseppe De Santis, con Raf Vallone, Massimo Girotti e Lucia Bosè, e in La fiammata di Alessandro Blasetti, ambientato nella Francia di fine Ottocento. Il successo delle sue interpretazioni portarono la S. a lavorare, nel 1954, in due coproduzioni italo-francesi: Avant le déluge (Prima del diluvio) di André Cayatte, e Touchez pas au grisbi (Grisbi), singolare thriller di Jacques Becker, con Jean Gabin e Jeanne Moreau. Nel 1960, quando già le sue apparizioni sul grande schermo stavano diradandosi, lavorò nuovamente con Totò in Signori si nasce di Mario Mattoli, e quindi in Le olimpiadi dei mariti, commedia degli equivoci di Giorgio Bianchi, con Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Sebbene l'attività al cinema fosse intensa e più che soddisfacente, il vero trionfo della S. è da attribuirsi al suo debutto nella rivista teatrale, in Giove in doppiopetto (1955) di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, autori con i quali avrebbe stretto un duraturo e vincente sodalizio. Lo spettacolo, in cui la S., in coppia con Carlo Dapporto, inaugurò la figura della soubrette moderna ‒ frizzante, disinvolta e travolgente sul palcoscenico ‒ ottenne un clamoroso successo, tanto che nello stesso anno, con la direzione di Daniele D'Anza, fu realizzato il film omonimo con gli stessi protagonisti. L'eccellente riscontro di pubblico proseguì fino all'allestimento di L. Schmidt di My fair lady (1964), ultimo musical cui la S. partecipò, ottenendo alti consensi a livello internazionale, con il quale confermò le sue raffinate doti di cantante, oltre che di attrice e ballerina come dimostrato anche dallo spettacolo a lei interamente dedicato, il Delia Scala story (1968). Sulla scia del successo ottenuto in teatro, la S. aveva esordito anche in televisione, della quale divenne immediatamente importante protagonista; dalla celebre edizione del 1959-60 di Canzonissima diretta da Antonello Falqui, vertice indiscusso del varietà televisivo spettacolare, di cui fu eccellente conduttrice al fianco di Nino Manfredi e Paolo Panelli, allo spettacolo di successo Signore e signora (1970), al serial Casa Cecilia (1982-1987) di Vittorio De Sisti, antesignano del genere in Italia, fino alla sit-com Io e la mamma (1997-98), ultima sua interpretazione dopo un lungo periodo di assenza.