TESSA, Delio
Poeta in dialetto milanese, nato a Milano il 18 novembre 1886, ivi morto il 21 settembre 1939. Laureatosi in giurisprudenza, esercitò la funzione di giudice conciliatore nella sua città, collaborando intanto con articoli e scritti letterarî a qualche giornale (L'Ambrosiano, ecc.). Nel 1932 pubblicò a Milano una raccolta di versi, L'è el dì di mort, alegher!, poco notata anche per l'ostracismo dato dal regime fascista (di cui fu avversario) all'uso dei dialetti.
La sua poesia, sul tronco della tradizione milanese (dal Maggi al Porta) innesta spiriti e modi di tutt'altra origine, decadente (specie francese) ed espressionista, portando ogni elemento di psicologia popolare. di cronaca o colore locale a lievitare in atmosfere allucinanti, in fantasie di un macabro humour, e riducendo le forme del poemetto narrativo a serie di illuminazioni liriche, alla cui suggestività contribuisce la tensione deformante impressa al dialetto. Postume (Torino 1947) furono pubblicate, a cura di F. Antonicelli e F. Rosti, le Poesie nuove e ultime, che confermano tali caratteristiche e soprattutto la forza, o violenza, del suo estro poetico.
Bibl.: B. Croce, in La Critica, 20 marzo 1933; F. Rosti, in Il Convegno, 30 aprile 1934; C. Linati, in L'Ambrosiano, 27 sett. 1939; F. Antonicelli, in La Nuova Stampa, 15 ott. 1945; P. Pancrazi, Scrittori d'oggi, IV, Bari 1946; L. Gigli, in Gazzetta del popolo, 22 marzo 1947; F. Giannessi, in Humanitas, ottobre 1949; P. P. Trompeo, La pantofola di vetro, Napoli 1952, pp. 330-31; P. P. Pasolini, Introduzione a Poesia dialettale del Novecento (antologia), Parma 1952, poi in Passione e ideologia, Milano 1960, pp. 76-81.