delirium tremens
Sindrome neuropsichica che compare nell’alcolismo cronico, dopo 1÷5 giorni di privazione dell’alcol: è una crisi di astinenza (➔) accompagnata da elevata mortalità (4÷8%), spec. per ipertermia e disordini elettrolitici; recede però nella maggior parte dei casi, con le opportune terapie, lasciando il paziente lucido senza memoria di quanto è accaduto. La sintomatologia del d. t. è caratterizzata da tremori generalizzati, che aumentano con l’attività motoria e impediscono al paziente di reggersi in piedi, seguiti da scosse sussultive e irrequietezza; spesso compaiono convulsioni generalizzate. Si osservano anche sudorazione profusa, ipertensione, tachicardia, aumento della frequenza respiratoria, sintomi gastrointestinali, midriasi e febbre (più propr. ipertermia maligna), che non è correlata a infezione, ma a una deregolazione dei centri termoregolatori; costante è in questa fase l’anorressia. Il paziente affetto da d. t. è confuso, agitato, con disturbi percettivi che vanno da incubi associati a sonno inquieto, a veri e propri deliri vividi, allucinazioni visive, da sole o associate a allucinazioni uditive, tattili, olfattive. Il delirio allucinatorio visivo è quasi sempre animato, e spesso, tipicamente, si manifesta con la microzoopsia, cioè la visione di piccoli animali che camminano per terra o sulle pareti; persone o animali possono peraltro apparire anche ingrandite, distorte o terrorizzanti. Spesso si manifesta la sindrome di Korsakov, una psicosi caratterizzata da confabulazione fantastica con deficit mnesici a breve termine. L’evoluzione del d. t. dipende innanzitutto dal riconoscimento e dalla terapia di patologie concomitanti: traumi recenti, infezioni, pancreatite ed epatite. Vanno monitorati frequentemente temperatura corporea, polso e pressione, i cui valori devono essere prontamente corretti. Necessaria è la somministrazione di tiammina, sodio, magnesio, potassio; per frenare l’iperattività motoria grande cautela si deve usare con i sedativi (possono dare depressione respiratoria); buoni risultati si ottengono con il clordiazepossido, i betabloccanti, la clonidina, il gabapentin.