BRANCA, della
Famiglia eugubina, che prende il nome dal castello sito fra Gubbio e Spoleto, oggi frazione di Gubbio (per qualche documento su di esso nel sec. XIII, cfr. Cenci, Regesto..., pp. 40 s., nn. 128, 133). Il momento di maggiore rilievo della famiglia, fra le principali guelfe di Gubbio, è da porsi fra la fine del '200 e gli inizi del '300: nel periodo, cioè, di assoluto predominio guelfo nel Comune, di cui anche i B. appaiono attivi sostenitori (dell'elenco dei ghibellini sbanditi del 1315 apparirà promotore, insieme con Cante dei Gabrielli, Pietro della Branca).
Come l'altra famosa famiglia guelfa dei Gabrielli (con cui erano forse imparentati) anche i B. si dedicarono "professionalmente" a prestare il loro servizio - traendone sovente notevole lucro - in qualità di podestà o di capitani del popolo nei diversi Comuni dell'Italia centrale e settentrionale, spesso avvicendandosi immediatamente fra di loro e creando così una continuità di presenza familiare, e spesso alternandosi o accompagnandosi con i Gabrielli o con altre famiglie eugubine. Se non è possibile ricostruire con completezza il curriculum della loro carriera errabonda, nelle cronache cittadine come nei documenti d'archivio rimangono peraltro tracce numerose della loro presenza ed influenza.
Il primo che troviamo impegnato in tale attività è il miles Corrado (o Corradino) di Ugolino, che nel 1287 è capitano del popolo a Lucca, e nel 1290 ricopre la medesima carica a Pistoia (carica che dovette rendergli bene, giacché nei primi mesi del 1291 risultano nel Liber Censuum di Pistoia diversi atti di acquisti di case a suo nome). Nella seconda metà del 1294 era poi capitano a Siena.
Dei suoi figli, conosciamo i nomi di Manno di Pietro, di Ottaviano, che seguirono le sue orme, di Francesco (cfr. Les registres de Boniface VIII, a cura di G. Digard, M. Faucon, A. Thomas, I, Paris 1884-1907, n. 1552) e Ugolino che si diedero alla carriera ecclesiastica (e questi sarà vescovo di Città di Castello).
Manno risulta presente a Gubbio nel 1293 e nel 1298 (Cenci, Regesto..., pp. 54, 58). Nel dicembre 1301 risulta capitano del popolo a Orvieto, e l'anno seguente ricopre la stessa carica in Lucca. Nel 1303 è ancora a Lucca, ma in qualità di podestà, mentre nel 1304 assume la podesteria di Firenze (in un momento di tensioni che comportano fra l'altro l'incendio del palazzo podestarile), e si trova in tale occasione a guidare l'esercito fiorentino contro Prato, secondo l'ordine del cardinale legato Niccolò da Prato. Per i disordini del momento, inoltre, i Fiorentini gli prorogarono la carica, oltre l'ordinario, fino al 1º agosto. Nella seconda metà del 1305 era podestà a Siena, e nel 1309 a Padova. L'anno seguente, per il primo semestre, ricopriva tale carica a Bologna, e ivi rimaneva anche per il primo semestre del 1311, in qualità di capitano del popolo. Nel 1315 restò per ambedue i semestri podestà di Treviso (e preparerà la successione, alla fine del secondo semestre, per il fratello Pietro). Nel 1317, il 26 marzo, entrava quale podestà a Parma ("con grande desiderio aspettato, fu ricevuto con gran salario e familia, né ancora il magiore era stato in Parma", nota un cronista: Chron. Parm., p. 150). Entrava in un momento di grande tensione, per la cacciata di Giberto da Correggio che su Parma aveva imposto la sua signoria. Manno ricevette dapprima il comando della guerra contro il da Correggio, e compì una spedizione contro Brescello; ma ben presto gli fu affiancato il ghibellino Gerardo "de Buzalinis" di Modena quale capitano del popolo, evidentemente perché l'inclinazione guelfa del B. non dava sufficiente affidamento per procedere contro il guelfo Giberto da Correggio; nella spedizione del giugno, infatti, si dispose che il podestà e i suoi rimanessero a custodire la città, e fu il capitano ghibellino a uscire con l'esercito. Ma al momento delle trattative risultò utile proprio l'opera mediatrice del B., di cui le cronache serbano memoria con notevoli lodi di rettitudine e imparzialità. Nel dicembre 1321 e nel gennaio 1322 Manno appare, in Gubbio, eletto per il quartiere di S. Pietro nel gruppo dei cittadini incaricati di provvedere alla scelta del luogo e all'organizzazione dei lavori per la costruzione dei nuovi palazzi pubblici. Nella seconda metà del 1323 è nuovamente podestà a Firenze (anche questa volta in un difficile momento, a causa di una spedizione di fuorusciti contro la città: Villani, l. IX, 219). È, questa, l'ultima notizia che possediamo su Manno.
Del fratello Pietro abbiamo notizia a partire dal 1306; in tale anno è podestà di Lucca, e si trova anche a rappresentare il marchese Moroello Malaspina, capitano di Pistoia. L'anno seguente era podestà a Siena per il secondo semestre, e si trovò a partecipare all'impresa contro Arezzo. Nel 1308 era podestà a Firenze, e fu lui a pronunciare il bando contro Corso Donati come traditore del popolo, e a muovere, col gonfaloniere e col popolo, per espugnare le case dei Donati in cui Corso si era trincerato nell'estremo tentativo di resistenza, che finì con la sua uccisione.
Ai primi del 1316, come si è già visto, succedeva al fratello Manno nella podesteria di Treviso. Tra il 1321 e il 1322 era capitano del popolo a Bologna. Nel primo semestre 1331 era nuovamente podestà di Firenze, durante la guerra contro Lucca condotta da Cante Gabrielli in qualità di capitano del popolo. Nel secondo semestre di quell'anno passava poi ad assumere la podesteria di Siena: ma veniva a morte durante la carica, il 19 ottobre, e fu allora chiamato a supplirlo fino alla fine del mandato il venticinquenne figlio Corrado, che al momento del congedo, nel gennaio 1332, fu nominato dal Comune cavaliere, e ricevette ricchi doni anche in onore del buon ricordo lasciato dal padre.
Corrado di Pietro assumerà la carica di podestà a Bologna nel 1337. Nel 1341 è a Firenze, dove, per le pressioni di Iacopo dei Gabrielli (dal Villani definito "tiranno"), è nominato capitano della guardia in città ("per arricchire la povertà dei Marchigiani", nota duramente il Villani, XI, 123). Nell'agosto del 1341 egli appare, in Gubbio, fungere da tramite col Comune per l'invio di truppe eugubine alla spedizione condotta da Firenze contro Lucca. Nel 1347 lo troviamo nuovamente podestà a Bologna, poi, dopo questa data, ne perdiamo le tracce.
Di molto minor rilievo appaiono altri membri della famiglia: Ottaviano di Corrado, podestà a Siena nel primo semestre del 1337; Nicola, capitano del popolo a Firenze nel 1334; Corraduccio di Corrado, consigliere del Comune di Gubbio nel 1384
Fonti e Bibl.: Inventario del R. Arch. di Statoin Lucca, I, Lucca 1872, p. 40;II, ibid. 1876, pp. 312, 338 s.; IV, ibid. 1888, p. 382; Codicediplomatico della città di Orvieto, a cura di L. Fumi, Firenze 1884, p. 386; R. Davidsohn, Forschungen zur Gesch. von Florenz, III, Berlin 1901, pp. 275, 288; IV, ibid. 1908, p. 544;G. Degli Azzi Vitelleschi, Le relazioni tra la Repubblicadi Firenze e l'Umbria..., I, Perugia 1904 (append. al vol. X del Bollett. della R. Dep. di st. patriaper l'Umbria), p. 27; Liber Censuum ComunisPistorii,Regesto, a cura di Q. Santoli, Pistoia 1915, pp. 344, 347 s.; P. Cenci, Regesto dellepergamene della Sperelliana di Gubbio, in Bollett.della R. Deput. di st. patria per l'Umbria, XXV (1922), pp. 40 n. 128, 41 n. 133, 54 n. 177, 58 n. 188; Riformazioni e provvigioni del Comune di Bologna dal 1248 al 1400,Invent., Roma 1961, pp. 47 s., 65 s., 199;G. Villani, Cronica, Firenze 1823, III, pp. 179 s.; IV, p. 198; VI, pp. 225 s.; Chronicon Parmense, in Rerum Italicarum Scriptores, 2 ed., IX, 1, a cura di G. Bonazzi, pp. 150-153;Matthaei de Griffonibus Memoriale hist. de rebus Bononiensium,ibid., XVIII, 2, a cura di L. Frati-A. Sorbelli, p. 56;Marchionne di Coppo Stefani, Cronaca Fiorentina,ibid., XXX, 1, a cura di N. Rodolico, pp. 100, 133; AnnaliPatavini,ibid., VIII, 1, a cura di A. Bonardi, pp. 233, 349;D. Compagni, La Cronica,ibid., IX, 2, a cura di I. Del Lungo, pp. 178, 185; Chronicon Estense,ibid., XV, 3, a cura di G. Bertoni-E. P. Vicini, p. 87; Corpus ChronicorumBononiensium,ibid., XVIII, 1-2, a cura di A. Sorbelli, pp. 312 s., 317, 340; Cronache senesi,ibid., XV, 6, a cura di A. Lisini e F. Iacometti, pp. 88, 112, 228, 232, 292, 296;O. Lucarelli, Memorie e guida storica di Gubbio, Città di Castello 1888, pp. 71 s., 75, 248 s., 390 s., 397;G. Mazzatinti, Il palazzo dei consoli in Gubbio, in Arch. stor. per le Marche e per l'Umbria, IV (1888), pp. 8, 19, 25;Id., Inventari dei manoscrittidelle Biblioteche d'Italia, I, Forlì 1890, p. 150 n. 12;G. Degli Azzi, I Gabrielli di Gubbio... nellastoria della Repubblica di Firenze, in Boll. dellaR. Dep. di st. patria per l'Umbria, XIV (1908), pp. 299 s.; A. Marchesan, Trevisomedievale, Treviso 1923, I, ad Indicem e pp. 395, 401 ss., 407, 419 ss., 426 s., 428 ss., 433 ss., 436; II, ad Indicem e pp. 410, 430 s., 434, 445 s., 449 (pubblica diversi documenti sulla podesteria di Manno e di Pietro); R. Davidsohn, Storia di Firenze, IV, Firenze 1960, pp. 367, 382, 400, 440, 490.