DELLA CHIESA, Lodovico, conte di Isasca e di Cervignasco
Nacque a Saluzzo nel luglio del 1568 da Agostino Francesco e da Anna d'Aubry. Seguì gli studi di giurisprudenza nello Studio di Padova e nel 1587 si addottorò in utroque iure presso l'università di Torino. La sua brillante reputazione come uomo di legge venne ben presto pubblicamente riconosciuta e fu pertanto destinato a seguire le orme di numerosi suoi antenati nell'amministrazione della giustizia a Saluzzo. Nel 1597 infatti venne nominato podestà, carica alla quale competeva la prima cognizione nelle cause e si acquistò tale stima di probità e di rettitudine professionale che gli venne poco dopo affidata l'Elettoria, carica a quei tempi assai importante perché consentiva la superiore ispezione sugli affari pubblici. Il 12 apr. 1604, annesso il marchesato al ducato di Savoia, Carlo Emanuele I nominò il D. senatore ordinario nel Senato di Piemonte; primo cittadino di Saluzzo ad ottenere tale carica, il D. poco dopo fu pure eletto referendario e consigliere di Stato. Ma il D. è ricordato, più che per il suo impegno pubblico, per l'importanza degli studi storici che ne fecero il fondatore della moderna storiografia sabauda.
Il problema di fondo della produzione storiografica sabauda, agli inizi del sec. XVII, era quello dell'inettitudine a superare gli schemi della trattatistica quattrocentesca in una prospettiva di ricerca liberata dai modelli tradizionali più logori e più adeguata alle esigenze politiche del tempo. Affrontando la storia del Piemonte e delle maggiori famiglie dello Stato, il D., pur non - riuscendo a liberarsi di molte delle scorie tradizionali e non possedendo un sicuro indirizzo metodologico, pose tuttavia le basi per una storiografia più severa, dedicandosi alla raccolta e all'interpretazione di nuove e più estese fonti narrative e documentarie.
Già nel 1598 il D. aveva fatto pubblicare a Torino la sua prima opera, Della vita e de' fatti dei Marchesi di Saluzzo, ed aveva raccolto nello stesso periodo i suoi commenti giuridici intorno allo "stile" del marchesato di Saluzzo (tali commenti vennero poi inseriti in fine delle Osservazioni forensi di Giovanni Antonio Della Chiesa, suo nipote, pubblicate a Torino nel 1653 ed alle quali egli premise una dotta introduzione).
Nel 1601 apparve a Torino la prima edizione del compendio della Historia del Piemonte, comprensiva solo del primo libro in sessantaquattro pagine e incompleto, in quanto nell'edizione definitiva risulterà poi di ottantotto pagine, e la narrazione, anziché arrestarsi al 1575, giungerà alla fine del decennio successivo. La seconda edizione fu stampata a Torino nel 1608 presso l'editore Agostino Disserolio in trecentoquarantadue pagine con il titolo Compendio dell'historia del Piemonte... libri tre. Ne' quali con brevità si vedono tutte le cose più degne di memoria occorse in essa patria e altre vicine sino all'anno 1585. Con la origine della Serenissima Casa di Savoia, et altre famiglie illustri, e delle Città e Terre principali. Con la tavola delle cose più notabili.
Si tratta della prima storia del Piemonte che possa essere interpretata come un tentativo organico di avviare ad un coordinamento la storia della regione sabauda che sino ad allora era stata sempre considerata come una delle regioni d'Italia più povere di scritti storici. Il D., portando a termine tale opera, si segnalò pertanto non solo come studioso appassionato e diligente, ma anche come uomo dotato di singolare ingegno e soprattutto di vasta cultura. Il disegno di un'ampia e organica rilevazione delle fonti documentarie e di un raffronto tra le diverse testimonianze storiche sulle vicende della dinastia sabauda costituisce il tema dominante ed insieme la nota nuova delle indagini storiografiche del Della Chiesa. Nell'introduzione l'autore tenne a sottolineare che nel tentativo di ricostruire la verità storica della sua patria egli aveva "voluto vedere non solo le istorie antiche e moderne, ma anco gli archivi e scritture delle città, terre ed abbazie che mi è stato possibile".
Il 7 genn. 1612 Carlo Emanuele I, informato dai suoi ministri delle notevoli doti dimostrate dal D. nello studio della storia patria, ordinò che tutti gli archivi del suo dominio gli venissero aperti e che gli fosse riservata ogni collaborazione che potesse facilitare le sue ricerche.
Altre opere del D. furono un Discorso intorno l'origine e la nobiltà della R. Casa di Savoia, s. n. t. (Torino, Bibl. reale, R. 23 [83]), nel quale esaminò le opinioni relative alla dibattuta questione dell'origine della casa; il Loya cita alcunetavole genealogiche dei marchesi di Susa, d'Ivrea, del Monferrato, di Saluzzo; Boschi, Ponzoni, Savonae, Clavesanae, Cevae, Buschae et Incisae marchionum illustriores memoriae, s. n. t. (Torino, Bibl. reale, R. 23 [81]); alcune notizie circa i marchesi di Savona, di Ceva e di Finale.Nel 1618 (o nel 1614 come sostiene ilLoya, p. 89) il D. pubblicò a Torino un Discorso intorno alla nobiltà civile, divisoin tre parti, e, secondo il Loya, nel 1620a Torino un volume di odi e di epigrammi latini. Nel 1617 il D. aggiunse all'antico patrimonio feudale della sua famiglia il feudo del luogo di Isasca cheegli acquistò e che, unitamente al feudodi Cervignasco (acquistato nel 1621), fueretto in comitato in suo favore.
Sposò Margherita Cavazza dalla quale ebbe diversi figli. Morì a Torino il 24 dic. 1621 e fu sepolto a Saluzzo nella cappella di famiglia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sez. Riunite, sez. III, Archivio Della Chiesa, Cariche giuridiche, cat. 4, m. I; Ibid., Sez. Camerale, Patenti Controllo Finanze, 1597-1601, f. 290; 1601-1602, f. 18; 1603-1604, f. 265; 1604-1606, ff. 71, 248; 1607-1608, ff. 68, 185; 1612-1614, f. 186; 1616, ff. 11, 20; 1617-1618, f. 205; 1619, f. 11; 1621, f. 91; Torino, Bibl. reale, Mss., Storia patria 20: I. Della Chiesa, Storia geneal. della fam. Della Chiesa, pp.77-79. Varie notizie e cenni biografici sono in A. Manno, Il patriziato subalpino, dattiloscritto conservato presso la Biblioteca reale di Torino, sub voce; Piemontesi illustri, Torino 1784, tomo IV, pp. 19-35, 82-93 (comprende un Elogio di Gioffredo, Lodovico, Gio. Antonio e Francesco Agostino Della Chiesa, delcollaterale Gaetano G. Loya torinese); O. Derossi, Scrittori piemontesi, savoiardi, nizzardi registratinei cataloghi del vescovo Francesco Agostino Della Chiesa e del monaco A. Rossotto, Torino 1790, p. 83; G. Claretta, Mem. stor. intorno alla vita e agli studi di Terraneo, Carena, e Vernazza, Torino 1862, p. 150; Id., Sui principali storici piemontesi e particolarmente sugli storiografi della R. Casa di Savoia, Torino 1878, pp. 98 ss.; C.Dionisotti, Storia della magistratura piemontese, II, Torino 1881, p. 318; C. Calcaterra, Il nostro imminente Risorgimento, Torino 1935, pp. 135ss.; V. Castronovo, Samuel Guichenon, e la storiografia del Seicento, Torino 1965, pp. 55, 96, 99, 125.