DELLA PORTA, Provino Dalmazio
Figlio di Carlo, nacque a Manno nel Canton Ticino nel 1656. Intorno al 1676 raggiunse lo zio materno, lo stuccatore Antonio Zanoni, a Piacenza, dove visse per qualche tempo anche con suo fratello Bernardo e il cugino Michele Cremona nella parrocchia di S. Ilario; in seguito abitò nella parrocchia di S. Donnino, dove furono battezzati alcuni dei suoi figli (Fiori, 1971).
Il D. è nominato insieme con lo Zanoni in un contratto del novembre 1680 per la decorazione a stucco dell'oratorio della Confraternita di S. Giorgio Sopramura nel camposanto di Piacenza e forse collaborò con lo zio - che morì nel 1688 e lo lasciò suo erede - anche negli stucchi e nelle statue della chiesa di S. Agostino (ibid.). Nel 1685 il D. eseguì gli stucchi di un'alcova al piano terra di palazzo Scotti di Sarmato (Matteucci, 1979, p. 313). Nello stesso anno lavorò nel palazzo dei marchesi Baldini in via S. Siro (Soc. e cultura...,1979, p. 99). L'anno dopo è documentato (Fiori, 1971) il suo intervento nel palazzo Ferrari Sacchini, sempre a Piacenza, per stucchi ad alcune finestre e ad un camino (scomparso); nello stesso palazzo gli è attribuita l'elaborata ed elegante decorazione a stucco sulla volta dello'scalone, con figure, ghirlande, nastri e cartelle (Matteucci, 1979, p. 172; Soc. e cultura..., 1979, pp. 27, 99). All'incirca nello stesso periodo eseguì gli stucchi per l'altare di S. Biagio, con le statue della Fede e della Speranza,e la statua di S. Paolo sulla facciata della stessa chiesa.
Citato ancora in documenti del 1689 e 1691, il D. morì a Piacenza il 1° maggio 1694 e fu sepolto in S. Donnino; nell'atto di morte è definito "in opere plastico mirus artifex et fictor nobilis omnibus" (Fiori, 1971).
Altre decorazioni a stucco eseguite in palazzi piacentini sono ficordate dalle fonti e altre ancora gli sono state attribuite sulla base di confronti con le opere conosciute. Si ricordano in particolare quelle, alquanto classicheggianti, di palazzo Malvicini Fontana di Nibbiano (scalone: Matteucci, 1979, pp. 67, 206), di palazzo Baldini Randini Tedeschi (alcuni camini eseguiti con un Solari milanese, ricordati in un inventario manoscritto del 1703: Matteucci, 1979, p. 242), di palazzo Trevani (alcova: Fiori, 1971; Matteucci, 1979, p. 313).
È ancora da approfondire il ruolo spettante all'arte del D. nell'ambito delle decorazioni a stucco degli ultimi decenni del Seicento a Piacenza.
Fonti e Bibl.: G. Merzario, I maestri comacini...,Milano 1893, 11, p. 131; V. Bianchi, Gli artisti ticinesi...,Lugano 1900, pp. 160 s.; G. Fiori, Architetti, scultori e artisti minori piacentini,in Boll. stor. piacentino,LXVI (1971), pp. 68 s.; A. Matteucci, Palazzi di Piacenza dal barocco al neoclassico, Torino 1979, ad Indicem; Società e cultura nella Piacenza del Settecento,Piacenza 1979, 11, pp. 23, 26 s.,33, 99.