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DELLA PORTA, Tommaso, il Vecchio

di Carrol Brentano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 37 (1989)
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DELLA PORTA, Tommaso, il Vecchio

Carrol Brentano

Figlio di Giovanni (probabilmente il Giovanni Battista figlio di Antonio Della Porta detto Tamagnino), non se ne conosce la data né, con esattezza, il luogo di nascita.

Un Tommaso Della Porta è documentato dal 1529 al 1541 come "munizioniere" presso il duomo di Milano (Annali, 1880, pp. 242, 247, 260 s., 263, 276); potrebbe trattarsi, pertanto, della stessa persona, tenendo conto che il D. nei documenti romani è chiamato "milanese", dal momento che l'artista doveva avere "40 anni et ultra" nel 1560 (Bertolotti, 1881, p. 156). Mentre, d'altra parte è quasi certa l'identificazione con il Tommaso Della Porta originario di Porlezza (nipote per l'appunto del Tamagnino e zio degli scultori Giovanni Battista e Tommaso il Giovane, fratello del più noto Giacomo e cugino in secondo grado dello scultore Guglielmo), testimone a Genova nel 1541 alla scelta di un apprendista da parte dello scultore Giovanni Giacomo Della Porta (Alizeri, 1877, p. 224).

L'8 ag. 1560, testimoniando, a Roma, in un processo tra un Giuseppe Della Porta "Berrettaio" - con il quale dichiarava di avere rapporti solo per "Berrette" - e l'antiquario Vincenzo Mantovano, affermava di conoscere questo da "circa 18 anni", quindi dal 1542 (Bertolotti, 1881, p. 157).

La prima notizia certa sull'attività del D. a Roma, tuttavia, è riferita al 1556 dall'Aldrovandi (1562), che nomina "due belle teste di Faustina" viste nella casa del D. "a S. Macuto". Il 17 nov. 1560 il D. proponeva come membro della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon il pittore Girolamo Muziano (Orbaan, 1915). Il 27 febbr. 1562 vendeva al cardinale Farnese dodici teste marmoree di imperatori. Il prezzo era il cavalierato di S.Pietro che poi sarebbe andato alla sua morte al nipote Giovanni Battista (Bertolotti, 1881, I, pp. 168 s.).

Forse si riferisce a queste teste e a questa carica il Vasari quando collega al D. "dodici teste degli imperatori che furono cosa rarissima, le quali Papa Giulio terzo le tolse e gli fece dono ... d'uno uffizio" ma prosegue asserendo che per l'invidia di Guglielmo Della Porta e di altri le teste furono rimandate indietro al Della Porta. Nel luglio 1563dalla casa del D. undici teste e tre statue furono inviate al casino di Pio IV, e nel giugno 1564 il D. fu pagato 700scudi per otto statue antiche che avevano la stessa destinazione (Lanciani, 1907,p. 221). Altre otto statue antiche, più o meno a grandezza naturale, furono vendute il 27marzo 1565, e furono trasportate il 14 luglio (ibid.).

Nel 1564 e nel 1565 il D. lavorò con Nicolò Longhi (assistente e cognato di Guglielmo Della Porta) al restauro di sculture antiche (Bertolotti, I, 1881, p. 172; Lanciani, 1907, p. 262). Sempre nel 1565 tuttavia il D. risulta essere tra i debitori di una dissolta banca (Bertolotti, I, 1881, p. 304).

Gli unici lavori originali del D. Sono le statue della Fede e della Religione per la tomba di Paolo IV in S. Maria sopra Minerva (oggi nel corridoio della sacrestia).

Un documento di pagamento (200 scudi) del 9 apr. 1566 (Bertolotti, 1881, I, p. 203) fa riferimento alle figure della Fede e della Carità, ma in un secondo documento del 20marzo 1567(ibid., p. 204) le figure sono giustamente ritenute Fede e Religione (la Religione infatti sorregge le tavole della legge e poggia l'altro braccio sul modello di una chiesa). Le due statue sono figure femminili giacenti, classiche nell'abbigliamento, nei lineamenti e nella pettinatura e molto simili alle quattro statue giacenti eseguite da Guglielmo Della Porta per la tomba di Paolo III. Il contratto del 1566 stabiliva che le due statue del D. dovevano esseredisegnate da Pirro Ligorio (ibid.; Bertolotti, 1884, p. 100), l'architetto della tomba, così che è difficile accertare la responsabilità del D. per la goffa e ripetitiva forma delle figure. Dal momento che nel 1567 venne pagato Giacomo Cassignola per finire la statua di Paolo IV nella parte centrale della tomba, forse le due statue della Fede e della Religione furono terminate dal Cassignola stesso (cfr. Bertolotti, 1884).

L'ultimo documento relativo al D. è dell'agosto 1566: fideiussore per il nipote Giovanni Battista, egli viveva vicino alla chiesa di S. Ambrogio (oggi Ss. Carlo e Ambrogio), era "cavaliere di S. Pietro" e "portonaro de Ripa" (Bertolotti, 1881, p. 169). Il D. risulta morto in una lettera dell'11 nov. 1566 del vescovo Garimberto a Cesare Gonzaga (Partridge, 1971).

Nell'edizione delle Vite del 1568 il Vasari scrive "è morto quest'anno", aggiungendo parole di elogio per la sua opera: "... a lavorato di marmo eccellentemente, e particolarmente a contrafatto teste antiche di marmo che sono state vendute per antiche; e le maschere l'ha fatte tanto bene che nessuno l'ha paragonato ed io ne ho una di sua mano, di marmo, posta nel camino di casa mia d'Arezzo, che ogni uno la crede antica ..." (VII, p. 550).

Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo di Milano, III, Milano 1880, pp. 247, 261, 276; G. Vasari, Le vite ... [1568], a cura di G.Milanesi, VII, Firenze 1881, p. 550; U. Aldrovandi, Delle statue antiche...,Venezia 1562, p. 259; F. Titi, Ammaestramento utile..., Roma 1686, p. 132; Id., Descriz. delle pitture .... Roma 1763, p. 158; G. Campori, Lettere artist. ined. ..., Modena 1866, p. 64; A. Bertolotti, T. D. e vari artisti lombardi, in Arch. stor. lomb., III (1876), pp. 270-73, 276; Id., Artisti lombardi a Roma..., I, Milano 1881, pp. 149 s., 156-160,168 ss., 172, 180, 202 ss., 304; Id., Artisti subalpini a Roma..., Mantova 1884,pp. 100 s.; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno..., V, Genova 1877, p. 224; F. Cerasoli, Il monumento di Paolo IV, in Studi e docc. di storia e diritto, XV (1894), p. 331; R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma, II, Roma 1903, p. 164; III, ibid. 1908, pp. 221, 262; A. Muñoz, Nelle chiese di Roma: ritrov. e restauri, in Boll. d'arte, VI (1912), pp. 386, 388; J. Orbaan, Virtuosi al Pantheon, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXXVII (1915), p. 27; A. Venturi, Storia dell'arte ital., X, 3, Milano 1936, p. 568; R. Montini, Letombe dei papi, Roma 1957, pp. 327 s.; L. Partridge, The sala d'Ercole..., in Art Bulletin, LIII (1971),p. 484; U.Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, p. 284 (sub voce Porta, Tommaso della).

Vedi anche
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vécchio
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