Daves, Delmer (propr. Lawrence)
Regista, sceneggiatore e attore cinematografico statunitense, nato a San Francisco il 24 luglio 1904 e morto a La Jolla (California) il 17 agosto 1977. Autore di grande forza visiva, dotato di uno spiccato senso coloristico, D. ha rappresentato il tipico regista medio hollywoodiano per la sua capacità di raccontare efficacemente vicende drammatiche di ambiente contemporaneo o storico, ma nel contempo ha dato prova di saper scegliere, sia pure occasionalmente, soggetti non convenzionali.
Giunse al cinema per caso, quando, ancora studente di legge presso la Stanford University (dove si laureò nel 1927), ottenne un impiego come attrezzista per il film western The covered wagon (1923; I pionieri) di James Cruze. Sul set rimase profondamente colpito dalle comparse indiane al punto da abbandonare la carriera di avvocato e vivere per un certo tempo presso le tribù degli Hopi e dei Navaho in Arizona. Studiò successivamente recitazione alla Pasadena Playhouse in California e intraprese un'intensa attività a Hollywood: all'alba del cinema sonoro comparve in alcuni film, quindi divenne consigliere tecnico per film d'ambiente universitario, e infine si dedicò alla sceneggiatura, firmando alcuni titoli classici come Dames (1934; Abbasso le donne!) di Ray Enright, The petrified forest (1936; La foresta pietrificata) di Archie Mayo e You were never lovelier (1942; Non sei mai stata così bella) di William A. Seiter. Passò alla regia nel 1944 con il film bellico Destination Tokyo (Destinazione Tokyo), interpretato da Cary Grant.
D. si distinse in tre generi specifici: il western, il melodramma e il film bellico. Nel primo è ricordato principalmente per Broken arrow (1950; L'amante indiana), tra le prime opere a proporre una rivalutazione della civiltà pellerossa, ai cui costumi e al cui senso dell'onore viene riconosciuta grande dignità. Western 'antropologico', Broken arrow è un antesignano della riscrittura storica operata vent'anni dopo dal cinema della New Hollywood. Meritano menzione anche Jubal (1956; Vento di terre lontane) e 3:10 to Yuma (1957; Quel treno per Yuma): il primo è anch'esso anticipatore della New Hollywood per la contaminazione tra genere western e melodramma; il secondo ‒ chiaramente influenzato dal di-scorso civile del precedente High noon (1952) di Fred Zinnemann ‒ costituisce una riflessione sul dovere, il coraggio e la paura, condotta con ammirevole finezza psicologica. In ambito melodrammatico grande scalpore procurò A summer place (1959; Scandalo al sole) che, nel pieno della crisi dell'industria hollywoodiana fra gli anni Cinquanta e Sessanta, può essere considerato in certo senso la risposta del cinema delle majors a quello indipendente in quanto incentrato sulla vita, le abitudini, i costumi dei nuovi teenager. Film significativo di un importante periodo, che ebbe il merito di imporre due volti nuovi del cinema americano, Troy Donahue e Sandra Dee, A summer place appare tuttavia eccessivamente ambizioso, trattando in modo alquanto superficiale i troppi temi proposti: la sessualità giovanile, l'alcolismo, il rapporto con genitori divorziati, le differenze di classe. Sul versante del film bellico, dopo l'esordio con l'ottimo film d'azione Destination Tokyo, D. realizzò Pride of the marines (1945; C'è sempre un domani), lacerante storia di un reduce, che ancora una volta mostra un forte penchant melodrammatico e che per certi versi aprì la strada a uno dei capolavori di William Wyler, The best years of our lives (1946). D. si distinse anche per film come Never let me go (1953; Arrivò l'alba), tipico prodotto della guerra fredda e intreccio di politica e melodramma, che narra l'amore fra un americano e una russa separati dal governo sovietico, il peplum Demetrius and the gladiators (1954; I gladiatori), e prima ancora per il noir di magnifica fattura Dark passage (1947; La fuga), con Humphrey Bogart, ricordato dai cinefili anche per i suoi primi minuti di ripresa, tutti girati in soggettiva.
Festival international du film d'Amiens, Musée du cinéma Henri-Langlois, Delmer Daves, la morale des pionniers, Amiens 1999.