DELTA
. La parola fu usata dagli antichi Greci per denominare la regione delle foci del Nilo, il quale, presso Eliopoli, incominciava a dividersi in rami sfocianti nel Mediterraneo in modo che i due principali e la linea della costa descrivevano una figura simile a un Δ. Casuale rassomiglianza, che si confrontava con altri fiumi: onde la parola assunse il valore di termine comune, al quale i moderni dànno senso morfogenetico. Infatti né la partizione della corrente in più rami, né il progressivo avanzarsi delle alluvioni in modo da formare uno sporgimento della costa, si riscontrano in tutti i delta, bensì tutti risultano da accumulazione alluvionale. La partizione in più bracci è un fatto secondario che non sempre incomincia ove comincia la regione deltizia e che in alcuni casi manca del tutto (delta a foce unica); e d'altra parte non tutte le regioni di foce ove i fiumi si dividono in rami, come nell'Amazzoni, si possono chiamare delta nel senso genetico che i moderni dànno alla parola: essi sono formazioni alluvionali fatte nell'acqua stagnante e trovano riscontro nei conoidi di deiezione.
Quando un torrente sbocca nella valle principale o nella pianura, a causa della diminuzione di pendenza e di velocità che ne consegue, espandendosi da ogni parte secondo la massima pendenza possibile (la pendenza di divagazione del Breton) abbandona i materiali che non può più trasportare e forma un conoide di deiezione. Cosiffatti depositi alluvionali sono alquanto inclinati, perché costituiti da materiali grossolani; hanno dolci pendenze, e l'aspetto di ventagli piuttosto che di coni, le accumulazioni di materiali più minuti che si formano in analoghe condizioni per opera dei fiumi.
Quando la deposizione non avviene sul suolo emerso, cioè un fiume entra in acque stagnanti (in un lago o nel mare), i materiali si depongono sul fondo e formano pure un conoide alluvionale; il quale per la massima parte è subacqueo, ma si sviluppa anche sopra il livello delle acque e allora è chiamato delta. Gli strati che lo formano presentano inclinazioni di 20°-30°; su questi il fiume espande, in seguito all'elevamento dell'alveo, strati pressoché orizzontali. Nei laghi le alluvioni grossolane si depongono per prime e formano davanti allo sbocco un conoide di deiezione molto inclinato; il materiale minuto invece è trasportato oltre, verso il lago, e vi si depone in modo da formare un conoide poco inclinato aderente al primo, la superficie del quale a sua volta viene coperta da deposizioni più minute disposte pressoché orizzontalmente.
Nei laghi manca o è assai meno efficace la reazione della massa d'acqua recipiente e perciò l'accumulazione avviene nel modo più semplice; nel mare invece, all'azione del fiume che vi porta i suoi materiali, scarsi o copiosi, reagiscono in varie misure e condizioni i flutti e le correnti, onde gli apparati di foce, come risultanti non già da una causa unica, ma dalla composizione delle varie azioni che vi si esercitano, presentano diversità di forme e di sviluppo. Possono essere rappresentati soltanto da qualche banco alla bocca del fìume, che può anche non essere in grado di tenerla aperta (il moto radente accumula barre di spiaggia), o da penisole sabbiose, che deviano l'ultimo tronco fluviale e ne difendono lo sbocco; o invece l'apparato di foce è un modesto delta regolare a foce unica o un gran delta diramato, espressione del modo di lavorare di un fiume possente, oppure ancora la foce è formata a imbuto perché più della corrente è energica l'azione delle maree.
Il delta del Po nell'epoca preistorica non sporgeva in mare: il disselvamento del suo bacino lo fece fiume costruttore (v. comacchio, X, p. 908); e nello stesso Adriatico settentrionale, a brevissima distanza l'una dall'altra, si notano forme di foci differenti: il Piave non fa che una penisola sabbiosa, il Tagliamento termina con un delta semplice essenzialmente fatto di tomboli costruiti dal mare, la Livenza che convoglia scarsi materiali, date le sensibili maree adriatiche, termina con una foce leggermente aperta a imbuto. Nel Mare del Nord, dove le maree sono assai forti, solo alcuni dei più grandi fiumi sboccano con un delta, i meno grandi con un estuario e i più piccoli con foci semplici. Nel Gange e nell'Orinoco la costruzione deltizia in un mare con notevoli maree ha ogni sua bocca fatta a imbuto.
L'esistenza e la forma di un delta non sono dunque il risultato di una causa unica. La deltazione è favorita dalla grandezza del fiume e dalla quantità di sedimenti ch'esso porta in mare. Anche la scarsa profondità di quest'ultimo e specialmente il fatto che il fiume sbocchi in un golfo dove le onde battenti esercitino debole azione, sono condizioni favorevoli. Un'altra di queste è l'assenza di forti maree: i sedimenti vengono trascinati dal forte riflusso e distesi in banchi divergenti davanti alla foce e formano ciò che si dice delta sottomarino, mentre la foce prende la già accennata forma a imbuto (delta negativo; v. estuario). Favorisce la formazione dei delta anche lo spostamento negativo del livello marino. Queste sono le condizioni più generali, ma circostanze più particolari, variabili nel tempo e nello spazio, dipendenti dai fiumi e dal mare, dovrebbero essere tenute in considerazione per spiegare le caratteristiche di ciascun delta, e non si può dire che tutti i problemi relativi agli apparati di foce siano sinora risolti in modo soddisfacente. Sull'acqua marina, specificamente più pesante, si espande quella del fiume in forma di cono assai dolce, la cui superficie, convessa verso il mare, si può vedere bene da un punto elevato della riva (p. es., un faro) quando il fiume è torbido e il mare è tranquillo. Ma nel mare il moto ondoso ha una parte sempre importante nella distribuzione dei materiali che il fiume apporta. Sino a una certa distanza dalla spiaggia, esso è in grado di distenderli; verso la spiaggia li accumula. Così, se il fiume sbocca in una costa diritta e uniforme e costruisce una gettata perpendicolare alla costa, le onde asportano solo una parte dei sedimenti che, insieme ai detriti costieri trascinati dal radente, si depongono nei due angoli laterali, tra la gettata e la costa. Ne nasce una costruzione semplice che ha forma di triangolo con il vertice libero rivolto al mare (delta semplice). Mano mano che vi si avanza, il fiume allunga il suo corso, mentre il livello della foce rimane il medesimo: per conseguenza, la pendenza del tronco di sbocco si fa minore, onde nel tronco stesso andranno formandosi deposizioni verso monte che innalzeranno il letto, sinché la pendenza di questo sarà sufficiente al trasporto dei sedimenti verso la foce. Per tale ragione, l'avanzamento in mare trae seco la formazione di nuovi sedimenti a monte della foce, che accrescono il piano alluvionale così formato. Dall'innalzarsi degli alvei e, indipendentemente da questo fatto, dalle straordinarie escrescenze, conseguono inondazioni, che ricoprono di fango i terreni vicini, e facili diversioni sull'uno o sull'altro lato del corso. La corrente depone i suoi sedimenti nella nuova direzione e nella maggior parte dei delta le partizioni della corrente si ripetono più volte, per modo che intorno alla foce primitiva si forma un apparato alluvionale costituito da tanti delta elementari giustapposti, più o meno distinti, quante sono le foci (delta complesso). I rami principali possono essere due o più; altre volte invece molteplici diramazioni li sostituiscono. La corrente abbandona in prevalenza le alluvioni immediatamente ai proprî lati, formando così a sé medesima basse sponde, e solo le piene più grosse arrivano a tracimare e a deporre più lontano. Perciò negli spazî tra rami contigui frequentemente si mantengono aree depresse, perché meno colmate; poi nei delta la superficie tende ad abbassarsi per il naturale comprimersi delle alluvioni sotto il loro stesso peso: e ciò è pure causa della formazione di bassure, nelle quali tutte o si raccolgono ristagni paludosi o penetra il mare; il quale poi a sua volta può erigere tomboli che chiudono gli addentramenti stessi e ne fanno lagune o paludi d'acque salmastre o dolci. Queste sono destinate a scomparire per effetto delle torbide apportate dalle piene non contenute nelle basse sponde naturali che vi si vanno a espandere e da rami di nuova formazione che vadano a scaricarsi nella bassura.
Le bocche dei fiumi sfocianti con un delta non sono opportune alla navigazione, perché impedite da uno scanno o barra subacquea. La composizione e la posizione delle barre variano notevolmente, secondo che la corrente fluviale è più o meno forte, e perciò anche nello stesso fiume sono soggette a variazioni, secondo che le annate trascorrono più o meno piovose. Mano mano che il fiume si avanza nel mare, il luogo dove si forma la barra si sposta esso pure in modo corrispondente, mentre il fiume allunga il suo letto sulla barra precedentemente formatasi. Ma quanto più un delta progredisce nel mare, tanto più sfavorevoli si fanno le condizioni del suo accrescimento, perché il fondo del mare si adima, le onde sono più energiche: perciò il delta cresce lentamente e una sempre maggiore quantità di materiali è trascinata via dal moto ondoso e accumulata in cordoni che lungo una costiera alluvionale finiscono con l'emergere fra un delta e l'altro, chiudendo verso terra lagune che a poco a poco sono a lor volta interrate. Infine l'accrescimento del delta cessa del tutto quando i flutti riescono ad asportare tutti i sedimenti: pressoché in tale stato di equilibrio tra l'azione del fiume e quella delle onde si trova da molti secoli il delta del Nilo.
I delta, per il confuso alternarsi di acque e di terre diversamente stabili e per l'impedimento dovuto ai rami fluviali che tendono a mutare a ogni piena, dapprima respingono l'uomo come poco favorevoli o addirittura ostili all'insediamento e alle comunicazioni (specialmente se queste sono dirette trasversalmente alle correnti). Oltre a ciò, nei paesi piovosi essi sono umidi e malarici. Perciò in più delta la natura è quasi completamente abbandonata a sé stessa e offre soltanto prodotti spontanei sinché l'uomo non senta il bisogno di occupare il suolo e non abbia mezzi per prosciugare i terreni e metterli a coltura. Se il clima lo permette, la risaia incomincia a occupare i terreni non abbastanza colmati e i molti specchi d'acqua interclusi offrono spesso condizioni favorevoli all'allevamento dei pesci. L'ampiezza del terreno alluvionale, se è fertile e convenientemente prosciugato, dà sede a una densa popolazione agricola, mentre i commerci e le industrie si accentrano nelle città. Queste preferiscono o la riva del mare, in posizione laterale e sicura dagl'interrimenti, oppure la base del delta.
Bibl.: G. B. Credner, Die Deltas, Supplemento n. 56 a Peterm. Geogr. Mitt., Gotha 1878; O. Marinelli, Atlante dei tipi geogr., Firenze 1922; A. Penck, Morph. der Erdoberfläche, II, Stoccarda 1894, p. 505 segg.